Vela e Motore

p.i. 24/02/2023 ISSN 0042-3181 DESIGNER Pierangelo Andreani Dalle automobili alle moto, dalle bici alle imbarcazioni il design è movimento SPORT Charles Caudrelier recordman alla Route du Rhum con Gitana 17. The Ocean Race, il giro del mondo è partito LE ALTRE PROVE Prestige M48 Bénéteau Flyer 8 SpaceDeck Jeanneau MF 795 Sport S2 Wellcraft 355 MENSILE • NUMERO 3 • MARZO 2023 • ANNO 101 • € 7,00 • VELAEMOTORE.IT INNAMORATI DEL MADE IN FRANCE LE NOVITÀ 2023 SPECIALE BARCHE A MOTORE Linjett 39 Bénéteau First 36 Nautitech 44 Open Ecoracer 25 GLI ALTRI VINCITORI OYSTER 495 Il mini superyacht vince nella categoria Luxury Cruiser EUROPEAN YACHT OF THE YEAR COVERSTORY

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marzo 2023 | VELA E MOTORE 1 Qualche settimana fa abbiamo ricevuto in redazione una lettera appassionata. A scriverla, il signor Mimmo Pappalardo da Giarre, Catania, nella bella Sicilia. Non ha mandato una mail o unmessaggio via social, ma ha scritto a mano e spedito una missiva educata, come si faceva una volta, di rimostranze. Senza giri di parole, palesa il suo amore verso il settore ma denuncia una mancanza sempre più palpabile di argomenti e media (citando anche Bolina) riguardanti la piccola nautica, le imbarcazioni senza patente, “dal prezzo inferiore ai 50mila euro”, i validi usati “sotto ai 10 metri di lunghezza”, gli itinerari, gli accessori. Sono temi per i quali auspica più attenzione e le sue obiezioni, lecite, meritano risposta. Con Vela e Motore, che si occupa da oltre 100 anni di nautica e diporto a 360° avevamo concepito una rivista dedicata ai “piccoli”, La Barca per Tutti, la cui uscita è al momento sospesa. Le motivazioni, una legge di mercato (anche pubblicitario) piuttosto chiara e semplice: il mercato chiede, le aziende rispondono. Questo non vuol dire che abbiamo smesso di interessarci a questo settore. Continueremo a farlo, come abbiamo sempre fatto, nonostante i cantieri si stiano posizionando sempre di più verso l’alto per dimensioni delle imbarcazioni, prezzi e servizi, rispondendo anche ai mercati esteri e alle aspettative di molti clienti e armatori. Compito delle riviste di settore come la nostra, oltre ai saloni nautici (Genova in primis insieme a tutte le iniziative territoriali di Confindustria Nautica dedicate ai piccoli, ai charter e all’usato) è continuare a far vivere la nautica “popolare”, quella della prima barca, dei natanti senza patente che affollano le coste, dei modelli che costano quanto un’automobile di media cilindrata. Per non parlare delle derive a vela. La stesUNA NAUTICA CHE PIACCIAA TUTTI EDITORIALE sa comunicazione si concentra spesso sul sogno delle “ammiraglie”, come lo splendido Admiral 72 metri appena presentato da The Italian Sea Group di Giovanni Costantino con la regia e la firma di Giorgio Armani, capaci di influenzare nuovi appassionati, un sogno che possiamo e dobbiamo alimentare per un’industria che nell’alto di gamma macina numeri importantissimi, mantenendo intatta una preziosa filiera. Accade anche nell’automotive: i Suv rappresentano la principale fetta di ricavi per le case automobilistiche, ma le city car resistono e continua ad esistere uno spazio per loro. E per entrambi c’è la sfida elettrica che rappresenta l’innovazione del prossimo futuro. Quindi, se da una parte il nostro compito è continuare a raccontare le novità (anche i magazine sono aziende), allo stesso tempo è nostro dovere, e piacere, alimentare la passione di chi va per mare con ogni tipo di mezzo. Il delicato equilibrio da raggiungere riguarda i tanti signori Pappalardo, che ringraziamo per averci fatto riflettere ancora una volta sul tema, noi media e i cantieri: a Vela e Motore il compito di lavorare nel nome di una nautica che piace a tutti e che anche all’estero, chi con poche coste (Germania) chi con oceani a disposizione (Francia), è celebrata dalle fiere e da una florida economia di imbarcazioni per tutti i gusti e tasche. Foto Gianni Pucci/IDI Q

2 VELA E MOTORE | marzo 2023 SOMMARIO NUMERO 3 • MARZO 2023 • ANNO 101 1 EDITORIALE di Alberto Mariotti 8 PORTFOLIO 14 UOMINI E BARCHE Pierangelo Andreani di Olimpia De Casa NEWS 20 BARCHE E NOVITÀ di M. Gasparini, T. Gazo, A. Mariotti, G. Orrù 36 EVENTI di Rebecca Deauville 42 PORTI E APPRODI Porto di Imperia di Tomas Gazo 46 MONDO ELETTRICO di Giuseppe Orrù 48 ACCESSORI di Giuseppe Orrù 50 AUTO Mercedes CLA 140 SPORT Intervista a Charles Caudrelier The Ocean Race di Andrea Falcon 144 EPOCA Giro del mondo p.i. 24/02/2023 ISSN 0042-3181 DESIGNER Pierangelo Andreani Dalle automobili alle moto, dalle bici alle imbarcazioni il design è movimento SPORT Charles Caudrelier recordman alla Route du Rhum con Gitana 17. The Ocean Race, il giro del mondo è partito LE ALTRE PROVE Prestige M48 Bénéteau Flyer 8 SpaceDeck Jeanneau MF 795 Sport S2 Wellcraft 355 MENSILE • NUMERO 3 • MARZO 2023 • ANNO 101 • € 7,00 • VELAEMOTORE.IT INNAMORATI DEL MADE IN FRANCE LE NOVITÀ 2023 SPECIALE BARCHE A MOTORE Linjett 39 Bénéteau First 36 Nautitech 44 Open Ecoracer 25 GLI ALTRI VINCITORI OYSTER 495 Il mini superyacht vince nella categoria Luxury Cruiser EUROPEAN YACHT OF THE YEAR COVER STORY Copertina.indd 1 13/02/23 17:24 IN COPERTINA Oyster 495 quindici metri senza compromessi. 14 42 54

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4 VELA E MOTORE | marzo 2023 SOMMARIO 120 132 PROVE E ANTEPRIME 54 EUROPEAN YACHT OF THE YEAR di Alberto Mariotti 58 OYSTER 495 di Alberto Mariotti 66 LINJETT 39 di Paolo Portinari 74 FIRST 36 di Alberto Mariotti 82 NAUTITECH 44 OPEN di Paolo Portinari 90 ECORACER 25 di Alberto Mariotti 97 SPECIALE CANTIERI FRANCESI di M. Gasparini, A. Mariotti, G. Orrù 120 PRESTIGE M48 di Giuseppe Orrù 128 BÉNÉTEAU FLYER 8 SPACEDECK di Giuseppe Orrù 132 JEANNEAU MF 795 SPORT S2 di Giuseppe Orrù 136 WELLCRAFT 355 di Giuseppe Orrù NUMERO 3 • MARZO 2023 • ANNO 101 www.ingemar.it Progettiamo oggi i porti del futuro Ingemar, soluzioni per collegare terra e mare Pontili, frangionde, moli per super yacht, attraversamenti e costruzioni galleggianti con strutture robuste e affidabili, di serie o su misura, in alluminio, calcestruzzo o acciaio.

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8 VELA E MOTORE | marzo 2023 Admiral 72 by Giorgio Armani Oltre 650 invitati, una sfilata con 70 modelli e una festa scenografica nell’headquarter di The Italian Sea Group per svelare il nuovo Admiral 72 metri e celebrare la collaborazione tra il cantiere e la maison Giorgio Armani che disegnerà due superyacht. Quello ritratto nella foto è il momento più emozionante della serata, quando lo stilista è comparso, a sorpresa, sul palco dopo la sfilata delle collezioni uomo e donna primavera/estate 2023 per applaudire i “suoi” modelli e prendersi una standing ovation da brividi. Con lui c’è Giovanni Costantino, fondatore e Ceo del Gruppo, che ha raccontato la nascita della collaborazione tra i due brand prima di lasciare ad uno spettacolare laser mapping il compito di svelare forme e dimensioni dello yacht che si intravede, celato da una velo, dietro ai modelli. Marina di Carrara 11 febbraio 2023 Foto di Lucas Possiede PORTFOLIO

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Royal Huisman Nyala Nome in codice Project 405 per il Reichel / Pugh - Nauta 154. Qui è fotografato nel viaggio tra i canali olandesi che lo ha portato dalla base del cantiere, a Vollenhove, fino ad Amsterdam, per l’installazione dell’albero e del rig di carbonio, prodotto da Rondal. Progettato con il metodo Featherlight, “un approccio olistico che combina varie soluzioni tecnologiche per risparmiare peso”, ha un dislocamento dell’11 percento inferiore alla media e sarà, secondo Royal Huisman, “il superyacht di alluminio più leggero al mondo per le sue dimensioni”. Lungo 46,8 metri e largo 10, ha una chiglia telescopica con pescaggio tra 4,5 e 6,9 metri e vanta diversi elementi strutturali e di arredo realizzati in carbonio: tuga, hardtop, paratie stagne, le pale del timone e altri componenti. Sarà consegnato all’armatore nei prossimi mesi. Vollenhove, Olanda 4 febbraio 2023 Foto di Charl van Rooy marzo 2023 | VELA E MOTORE 11

12 VELA E MOTORE | marzo 2023 PORTFOLIO Mamma e oceano La velista italiana Francesca Clapcich con la figlia Harriet Emilia (avuta otto mesi fa con la moglie statunitense, anche lei velista, Sally Barkow) due giorni prima della partenza della regata attorno al mondo The Ocean Race con 11th Hour Racing Team. “Quando diventi genitore, le prospettive cambiano”, racconta. “Almeno per me è così, poi ognuno ha una storia differente e sceglie le priorità che vuole. In questo momento della mia vita regato in un giro del mondo solo su una barca competitiva, perché non avrebbe senso sacrificare la famiglia solo per il gusto di partecipare. Partire è difficile per tutti, anche chi non ha figli lascia qualcuno a terra. Per un genitore forse lo è un po’ di più, perché si aggiunge la preoccupazione che, se ti succede qualcosa, lasci dei bimbi”. Alicante (Spagna) 13 gennaio 2023 Foto di Carlo Borlenghi/TOR

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14 VELA E MOTORE | marzo 2023 DESIGNER di Olimpia De Casa Auto, moto, barche: sono gli ambiti di lavoro cui Pierangelo Andreani si dedica da mezzo secolo. Lo fa mirando ad andare oltre l'angolo, con la mente e lo sguardo sempre aperti PIERANGELO ANDREANI HO REALIZZATO IL SOGNO DI BAMBINO Un grande e bell’esempio di persona e professionista che, grazie a passione, dedizione e perseveranza infinite, è riuscito a realizzare il sogno coltivato sin da ragazzino. Nel caso specifico: disegnare auto per i grandi carrozzieri italiani. Cui si sono aggiunti, insieme e più avanti, i progetti per moto, scooter, biciclette elettriche, barche e non solo. «I manufatti che stanno fermi nonmi hannomai attratto più di tanto, mentre sono sempre stato appassionato di quelli che si muovono e, sin da piccolo, del disegno». Un’attitudine, ci raccontaPierangeloAndreani, condivisa con il padre e prima ancora con il nonno che, nel lontano 1903, avviò la sua attività lavorativa dedicandosi alla costruzione di manufatti in cemento. «Un mestiere che ha poi portato avanti con mio padre, allargando le realizzazioni alle piastrelle inmarmo e graniglia che si usavano negli Anni Cinquanta. Ho visto loro eseguire dei bei lavori di disegno, ma anche di scultura: usavano la creta per realizzare i modelli per gli stampi in gesso necessari a costruire balconi, ringhiere e tutti quei motivi esterni delle abitazioni tipici del periodo dell’Art Decò. A Sondrio, dove sono nato e cresciuto, non esisteva all’epoca un liceo artistico. Scelsi allora di assecondare lamia passione per il disegno iscrivendomi all’istituto tecnico per geometri, una scelta che poteva servire anche nell’attività di famiglia. In quei cinque anni, ogni pagina o spazio bianco che mi trovavo tra le mani rappresentava un invito subliminale a dare sfogo alla mia creatività. Ogni centimento libero finiva inevitabilmente per essere ricoperto dai miei schizzi di auto. Una “chiamata” irrefrenabile stoppata solo una volta, durante una lezione di matematica, dal professore: “Guardi Andreani che qui non siamo mica alla Pininfarina. Smetta conquei disegnetti”». Quando si dice “i casi della vita”, ma anche “i segni premonitori”, a seconda delle prospettive, giusto per rimanere in tema. Perché Pierangelo Andreani, finite le superiori, e dopo un primo impiego alla Fiat, alla Pininfarina ci arrivò veramente. «Ed ebbi poi modo di farlo sapere anche al mio professore dimatematica delle superiori, quello chemi esortava a lasciar perdere i disegnetti, incontrato per caso qualche anno più tardi». Intuisco che il racconto sarà appassionante e appassionato: solo in parte una sorpresa dal momento che sto ascoltando - penso trame - unmaestro del design con52 anni di attività professionale ininterrotta alle spalle. Una vita dedicata allo studio delle linee, dell’ergonomia, dello stile di diverse decine di modelli di auto, due ruote e barche tra le più ammirate e acquistate negli ultimi dieci lustri. «La passione per il dise-

marzo 2023 | VELA E MOTORE 15 Pierangelo Andreani nel suo studio di Sondrio. Il disegno la sua grande passione sin da ragazzo, quando alle superiori riempiva ogni foglio bianco coi suoi schizzi. Inconsapevolmente, il suo professore di matematica ci aveva visto lunghissimo... gno delle quattro ruote era talmente forte e desiderosa di esprimersi che, anziché iscrivermi ad Architettura, come mio padremi aveva suggerito di fare,mancando alloraun’alternativa formativa specialistica, preferii non rimandare il sogno di uno sbocco lavorativo immediato e, finito il militare, iniziai a scrivere a un po’ tutte le aziende attive in quegli anni (siamo alla fine dei Sessanta, ndr). Anche alla Fiat, spronato questa volta damiamadre. Seguii il suo suggerimento anche se la mia massima aspirazione continuava ad essere quella di andare a disegnare per un grande carrozziere italiano. Nel frattempo, più omeno ventenne, partecipai al concorso Grifo d’oro Bertone riservato a giovani appassionati di auto che dovevano presentare una proposta di car design, eventualmente accompagnata da un modellino in scala 1:10. Il mio progetto fu tra quelli segnalati e poi esposti a Torino. Quell’anno, a vincere fu Enrico Fumia, che poi mi succedette alla Pininfarina, dove mi recai dopo la partecipazione al concorso, avendo ricevuto risposta a quella che probabilmente fu la prima delle tante lettere inviate. Stetti a Torino un paio di giorni ma sfortunatamente, nonostante gli elogi dell’allora direttore ai miei disegni, e in particolare a quelli in prospettiva, dovetti tornare a casa inquanto avevano appena assunto due ragazzi e l’organico prevedeva un team di 5/6 designers, non di più. “Tengo comunque io la sua cartella” mi disse dopo aver apprezzato i miei lavori, tenendo in quel modo viva la fiamma della mia più grande aspettativa.

16 VELA E MOTORE | marzo 2023 Mi rispose anche la Fiat. Lì rimasi dal dicembre 1970 a fine febbraio del 1972. Disegnai e feci il modellino in scala 1:10 di quella che sarebbe diventata la Ritmo, che adesso vari “padri”, daWalter de Silva a Sergio Sartorelli, si attribuiscono. Diciamo che la differenza tra il mio modellino e l’auto che poi uscì - tra l’altro nel ‘78 e, quindi, con una gestazione lunghissima - stava tutta nei fari anteriori: tondi, anziché rettangolari come invece li avevo immaginati io». Storia vecchia, penso tra me, ritornando con la memoria al muso di quell’auto e al dettaglio dei fanali. Pierangelo Andreani va intanto avanti col suo racconto, dimostrando una certa fretta di archiviare il capitolo Fiat per arrivare al ben più gratificante e illuminato paragrafo Pininfarina. “Hanno chiamato! Forse si libera un posto”: la voce, a proposito dei casi di cui sopra, è quella dellamamma, che aveva risposto al telefono di casa. «Il mattino successivo ero da loro. In Fiatmi avevano messo all’ufficio Studi Futuri e, da questo punto di vista, nulla da dire, considerando che una mia proposta del ‘71 uscì poi nel ‘78, ma per il resto mi sentivo un po’ messo lì, senza ben capire quale fosse effettivamente il mio ruolo... Della Ritmo non ho saputo nulla per almeno 2/3 anni sino a quando in Pininfarina, dove nel frattempo ero con grande gioia entrato, arrivarano dei disegni di un’auto di cui dovevamo stilizzare alcuni dettagli. Ironia della sorte, l’auto in questione era proprio la Ritmo». Il trionfo della Nemesi, il mio fumetto rigorosamente coi pallini... «In Pininfarina sono rimasto sino all’agosto del 1976: quattro anni e mezzo costellati di disegni di diverse auto presentate ai vari saloni. Ricordo, in particolare, la Jaguar XJ 12 del ‘72, di cui curai il disegno esterno, e poi la Ferrari Mondial 8». Sono seguiti gli anni alle dipendenze di DeTomaso, altra icona della storia automobilistica italiana. «Aveva acquistato Benelli, poi Moto Guzzi e, a ridosso del mio arrivo, Maserati. Stava per nascere mia figlia, vivevo a Sondrio, Moto Guzzi era a Mandello del Lario e le moto, insieme alle auto e alle barche, una mia passione. In quel momento era quindi una bella occasione. Iniziai con Guzzi ma il “conflitto” con Benelli, che sino ad allora era un brand concorrente pur con il suo filone del quattro cilindri in luogo del bicilindrico di Guzzi, continuava ad essere latente nonostante le due case motociclistiche si fossero nel frattempo trovate ad avere lo stesso “padrone”: ciò che si faceva da una parte veniva inevitabilmente “boicottato” dall’altra e viceversa. Era oltretuttoun’epoca storicanon facilissimanon solo fuorima anche all’interno delle fabbriche, eravamonegli anni di piombo, eDeTomaso, probabilmente stanco del clima che si era venuto a creare, decise di tagliare la testa al toro e mettere insieme aModenaunufficio tecnico e unufficio stile. Del secondo facevamo parte io e, per circa un anno, Jorge Arcuri, argentino naturalizzato italiano divenuto poi mio socio nella A System Design e, successivamente, nella Tria Design insieme a Canzio Lavelli. Jorge era anche uno di quei due ragazzi che erano appena entrati in Pininfarina la volta che andai da loro per quel provino aTorino». Visto che, come insegna Giambattista Vico, mi pare di aver capito che nella sua vita professionale la teoria dei corsi e dei ricorsi storici sia statauna costante importante,mi tolgauna curiosità: chi era l’altro ragazzo appena arrivato inPininfarina ad averle “soffiato” quella prima occasione di assunzione? «Pietro Stroppa, con il quale le strade si sono divise in effetti solo professionalmente, avendo poi condiviso con lui per anni la casa aTorino. La sua carriera è proseguita inRenault dove è rimasto sino alla pensione, ricoprendo incarichi importanti alla direzione del design». Restiamo inDeTomasodovePierangeloAndreani ha firmato quasi tutte le moto Benelli e Guzzi realizzate negli anni dal 1976 al 1981, oltre alla famosaMaserati coupé, poi diventata Biturbo, nelle versioni due e quattro porte, e qualche anno più tardi la più grande 226, sempre di Maserati. Seguono un periodo di consulenza per Cagiva eYamaha Italia e alcuni lavori per Nissan, Renault e Pininfarina insieme a JorgeArcuri DESIGNER | PIERANGELO ANDREANI Sopra, un disegno del profilo della Maserati Biturbo realizzato da Andreani nel 1977. Sotto, il modello in scala 1:10 della Ritmo (Centro Stile Fiat, 1971), che prefigura l'auto uscita nel 1978.

marzo 2023 | VELA E MOTORE 17 e Canzio Lavelli con cui Andreani si mise in società. L’attività di Andreani abbraccia nel frattempo il design industriale, che lo vede impegnato per anni nella progettazione delle carenature protettive delle macchine per il legno prodotte dalla SCMdi Rimini, e ancora quello dei mezzi di trasporto a due ruote con la progettazione per una ditta del comasco di una bicicletta elettrica a pedalata assistita, uscita sulmercato con il nome di Albatros e commercializzata dalla Piaggio. Si chiude più o meno qui l’attività extra ambito nautico. «Nelle imbarcazioni ho cominciato a lavorare quando ero in Pininfarina. Andando a Torino passavo davanti allo stabilimento Cranchi, che si era da poco trasferito lungo lamia strada. Decisi allora di fermarmi, era il 1975. Ad accogliermi c’erano Aldo Cranchi e una ventina di persone, tra fratello, moglie e impiegati. Mi raccontò della sua intenzione di realizzare barche in serie in vetroresina. Sino a quel momento le sole che si vedevano sul lago di Como erano costruzioni in legno non molto grandi: già un Riva Aquarama era considerata una barca di dimensioni importanti. L’avvento della vetroresina rappresentava un’opportunità enorme che non poteva esaurirsi nel ricalcare la barca in legno facendo una stampo suquella, come all’inizio si era portati a fare. Suggerii allora adAldo Cranchi di pensare a forme diverse. Disegnavo per lui la sera, dopo la giornata in Pininfarina, e il sabato gli portavo lemie idee. Iniziai così a conoscere e a confrontarmi anche con limiti e opportunità dello stampaggio (non erano necessari gli stampi costosissimi richiesti in ambito automotive) e dell’assemblaggio nella produzione nautica. Il suo obiettivo era costruire barche come in una perfetta catena di motaggio, tanto che fuuno dei primi ad acquistare la fresa per rifilare lo stampo inuna camera chiusa prima di passare nella zona montaggio. È sempre stato maniaco della pulizia, dell’organizzazione e dell’ordine che dovevano regnare sovrani in tutte le stazioni, anche per non sprecare tempo prezioso in fase di realizzazione e assemblaggio. Riusciva così a fare numeri importanti: sino a 100/120 unità da 39 piedi all’anno. Un risultato anomalo per la nautica di allora, non essendo la maggior parte dei cantieri così avanzati. Il numero di barche è via via aumentato e con esso anche le dimensioni: dai 7/8metri delle prime al 12metri sino al 48 piedi, realizzato anche nella versione con il fly. Per Cranchi, arrivato a costruire sino a 750 barche all’anno, ho curato lo stile esterno e interno dei modelli prodotti dal 1975 al 2005». L’esperienzamaturata in trenta anni di attività inambitonautico lo fa approdare inBénéteau, il cantiere francese dell’omonimoGruppo per il quale continua a essere impegnato dopo aver firmato lo stile di diversi modelli delle gamme a motore Monte Carlo, Flyer, Gran Turismo e Swift Trawler, oltre a quello della sua prima barca a vela, l’Oceanis Yacht 62. Di Pierangelo Andreani sono anche gli studi di design realizzati per i catamarani a motore MY4.S (11 metri), MY5 (12,91 m) e MY6 (14 m) di Fountaine Pajot. Due collaborazioni foriere di prestigiosi riconoscimenti internazionali tributati amolti dei modelli firmati da Andreani, che sottendono la capacità di saper leggere aspettative emercati differenti e di rapportarsi con produttori strutturati come nel caso del Gruppo Bénéteau, su una produzione seriale contraddistinta da un buon rapporto qualità/prezzo. Cosa significa lavorare per un cantiere che fa grandi numeri? «È una sfida perenne, in cui occorremettersi in gioco in continuazione. Ci si confronta con parecchie persone, ognuna animata a ottenere il risultato. Questo significa che prima di iniziare a tracciare una riga si ricevonomolte indicazioni: a quale tipologia deve appartenere la barca, quanto deve misurare, quanto deve pesare, quanti posti letto deve avere e, non ultimo, quanto deve costare la produzione. Per il designer, quella delle limitazioni legate al costo, rappresenta, di fatto una sfida nella sfida. Personalmente faccio fatica a far vedere disegni al cliente, se non sono realizzabili. E questo vale per qualsiasi oggetto. Devo essere sicuro che quello che gli sto mostrando sia fattibile: senza costi folli e realizzabile È del 1998 il progetto della bicicletta elettrica a pedalata assistita venduta sul mercato dalla Piaggio con il nome di Albatros. Il disegno della Ferrari Mondial 8 realizzato da Andreani nel 1976.

18 VELA E MOTORE | marzo 2023 per soddisfare unbisogno specifico. Ho visto disegni di barche di 15metri in cui non si poteva stare a bordo. Non funziona la logica “barca piccola persone piccole, barca grande persone grandi”. Ritengo sia molto più difficile, e quindi appagante, realizzare una Cinquecento o, per restare in tema, un barchino di 9 metri che deve contenere una cucina e una cabina con un’altezza interna di 2 metri, piuttosto che una Ferrari, una Lamborghini, che sono alte 1,20 metri, larghe 2 e lunghe 5, o un superyacht di 60 metri. Ma se osi obiettare, sa cosa rispondono? “Ma è un’emozione! Poi quando il cliente la sceglie, glielamettiamo a posto”. Per farlo, puoi solo cambiare la proporzione e poi la barca diventa goffa e devi adottare qualche trucco per farla sembrare quella di prima. Ame questo non piace. Oggi abbiamo a disposizione i software 3Dmentre un tempo c’era solo lamatitama se si utilizzava il buon senso, applicando quantomenouna proporzione degli interni e degli esterni, difficilmente si sbagliava. Quando ho disegnato la Maserati Biturbo, non esisteva niente di quell’auto. Chiesi l’ingombro del motore, dei sedili e di quello che ci sarebbe dovuto stare e DeTomasomi rispose “Non si preoccupi, lei faccia il disegno. Il motore ce lo faccio stare a pedate”». E come andò a finire? «Che ragionai sui punti fermi: un’auto con quattro posti abbastanza comodi, con il motore anteriore, un passo di tot e lunga (questo me lo ricordo ancora) 4,20 metri. Riuscii, quindi, a realizzare un disegno “fattibile”. Nel frattempo erano stati eseguiti il modello in gesso e il progetto del famoso motore. Non fu costretto a farcelo stare DESIGNER | PIERANGELO ANDREANI Sopra, il Super 27 prodotto da Cranchi nei primi anni Ottanta. Andreani è stato legato professionalmente al cantiere dal 1975 al 2005. A sinistra, l'Oceanis Yacht 62 di Bénéteau, progetto vincitore di numerosi premi internazionali, tra i quali l'European Yacht of the Year 2017.

marzo 2023 | VELA E MOTORE 19 ai saloni in cerca della loro nuova barca, le prime cose che guardano sono il vano motori e la razionalità degli spazi». La cosa in cui, invece, sono meno bravi? «Diciamo che non è un caso se si avvalgono di designers in buona parte italiani. Oltre al sottoscritto, solo per il Gruppo Bénéteau, ricordo Garroni, Nuvolari Lenard, Argento per la vela... E ancheGianguidoGirotti (a.d. della divisione nautica, ndr). Questo la dice lunga. Loro riconoscono questa “superiorità” e per un francese non è un segno da poco. In realtà, non sono così supponenti e altezzosi come si è abituati a pensare. Lavoro con loro da tanti anni e di molti sono anche diventato amico, non sono mai sprezzanti. Anzi, ho trovato anche una certa apertura e informalità. Non è neccesario andare al lavoro in giacca e cravatta, si possono indossare tranquillamente un paio di jeans e scarpe da barca. In questo assomigliano di più agli americani e ai tedeschi: meno apparenza e più senzo pratico». Non c’è che dire: Pierangelo Andreani è uno che sa il fatto suo. Non gli piace ostentare né osannarsi, parla chiaro, dice quello che pensa e si concentra sul suo lavoro con la mente aperta e lo sguardo sempre oltre l’orizzonte. «Da buondesigner non finiscimai di guardare cosa c’è dietro l’angolo. È uno stimolo continuo. Il giorno in cui non sarò più così interessato, così curioso, così pronto a immaginare come dovrò realizzare il nuovo progetto, sarà quello in cui smetterò di farmi coinvolgere in nuove avventure». Quel momento, fortunatamente, non è ancora arrivato. Non ci resta che pazientare per poter ascoltare nuovi, appassionati e appassionanti, capitoli del “sogno di bambino” di Pierangelo Andreani. IN COLLABORAZIONE CON A destra, il disegno della plancia del Cranchi CSL 28. Sotto, il Maxi Cat 50, progetto vincitore, nel 2021, dell'International Yacht & Aviation Award e, in basso, il living dell'MC6 di Bénéteau. a pedate, ma dovette mettere la coppa dell’olio a secco, in quanto più bassa, perchè altrimenti il cofano non si sarebbe chiuso. Oggi sarebbe impensabile disegnare un’auto dal nulla e riuscire pure a realizzarla». In che cosa i costruttori francesi sono particolarmente abili? «Sonomolto attenti allanavigabilità degli scafi, a preventivare gli eventuali problemi che si possono incontrare, sia con le barche a vela sia con quelle amotore. Con questo non voglio dire che noi italiani non siamo seri, per carità, ma è indubbio che i grossi gruppi francesi, quelli con un ufficio tecnico strutturato, sianomolto concentrati sugli anelli della catena produttiva, sui costi, sul rispetto delle norme, e inquesto sono molto scrupolosi, sul realizzare barche che navighino bene. Sono generalmente più pragmatici, fanno le cose con i piedi per terra, un po’ come avveniva da Cranchi quando iniziò la produzione seriale. Diciamo che in Italia siamo abituati auna nautica show off, mentre in Francia si respiramaggior concretezza. I clienti dei trawler, per esempio, sono spessomarito e moglie in pensione, abituati a navigare davvero, talvolta con un passato nel mondo della vela, che è forma/funzione per definizione, persone molto esperte che, quando vanno

20 VELA E MOTORE | marzo 2023 di Marta Gasparini TOMMASO SPADOLINI 90 METRI D’AUTORE Il designer italiano svela i primi dettagli di un nuovo superyacht sportivo di 90 metri dalle linee particolari. Non un classico concept, ma un progetto compiuto, che ha richiesto una stretta collaborazione con il committente per sviluppare la configurazione interna e lo styling esterno e garantire elevati livelli di fruibilità NEWS | BARCHE E NOVITÀ

marzo 2023 | VELA E MOTORE 21 Le linee sportive sono state parte fondamentale del brief e Spadolini ha concepito un uppercut deck “potente”, enfatizzato da due forti linee convesse per i ponti armatoriali e superiore. Le linee rette necessarie per le murate e i ponti sono nascoste da curve decise e fluide che raggiungono il picco a centro barca, prima di scendere verso il generoso beach club. Oltre a questo, il brief richiedeva altre due caratteristiche chiave. Il design dello yacht, nonostante i suoi 90 metri di lunghezza, doveva dare agli ospiti la sensazione di essere a contatto con il mare e consentire di mantenere un elevato livello di privacy rispetto a ospiti ed equipaggio. «Capace di raggiungere una velocità di circa 20 nodi, - ha affermato Tommaso Spadolini - questo yacht doveva avere il profilo proprio di una barca veloce: un obiettivo che abbiamo ottenuto con le linee fortemente curve che scendono verso poppa. Abbiamo quindi enfatizzato la vicinanza all’acqua, creando molta attenzione attorno al beach club a due ponti e utilizzando molto vetro». Con i suoi 90metri di lunghezza, il progetto si distingue per la grande area dedicata al beach club a poppa. Disposto sul ponte inferiore e su quello principale, prevede un’area lounge di 150 metri quadrati con due terrazze apribili. Oltre alla palestra e all’area bar, ci sono anche

22 VELA E MOTORE | marzo 2023 una zona sauna, massaggi e relax. La stessa piattaforma da bagno è di 65 mq e il pozzetto principale poppiero superiore occupa altri 150 mq: il tutto è inondato di luce naturale grazie agli sbalzi più contenuti del ponte sovrastante. All’interno del beach club di 365 mq, si trova una piscina a sfioro di 7x3 metri con fondo vetrato. Il legame con l’acqua è sottolineato dai balconi all’esterno delle porte scorrevoli del salone superiore. L’attenzione alla privacy è stata un’altra delle richieste, e Tommaso Spadolini ha creato un ponte armatoriale dedicato e gestendone l’accesso con scale e anche un ascensore. La suite armatoriale prevede un letto con vista a 270 gradi verso prua. Ad arricchire il ponte, i bagni dedicati a lui e a lei, le cabine armadio, una cantina per i vini, una sala fumatori con humidor e una area lounge. Un’altra zona social esterna e un salone con piscina a prua completano l’allestimento. L’accesso prevede due scale e un ascensore. L’atrio può essere delimitato con porte isolate per impedire l’accesso agli appartamenti dell’armatore e la possibilità di ascoltare le conversazioni. All’esterno, una scala collega il ponte principale e il sundeck, in modo che chiunque sia invitato sul ponte armatoriale possa arrivarci con discrezione. Tutte le aree interne godono di ampi spazi, ottenuti anche grazie ad alcune soluzioni di design. Svasando la prua e allargando il ponte superiore sino a inglobare le ali di plancia, Spadolini ha ottenuto un volume extra sul main deck sottostante. Qui si trovano sei cabine per gli ospiti, di cui due Vip. Sempre a prua, c’è spazio anche per un enorme garage per i ‘sea toys’, dai jet ski alle moto d’acqua, mentre il garage del tender principale può ospitare una barca di nove metri. Con l’helipad ‘touch-and-go’ sul ponte di prua e altre soluzioni come un cinema da nove posti e una zona prendisole di 200 mq con piscina, questo 90 metri è un superyacht adatto a tutta la famiglia e con un forte potenziale per il charter. NEWS | BARCHE E NOVITÀ

marzo 2023 | VELA E MOTORE 23 Benessere, la stella polare di A96, lungo oltre 29 metri e quasi 8 di larghezza. Il concept, le linee esterne e le scelte tecnologiche sono stati sviluppati per rispondere in ogni dettaglio a questa ricerca di wellbeing e riprendono i benefit delle due linee precedenti enfatizzandole: da un lato A96 offre le ampie terrazze sul mare di poppa, il sistema propulsivo di grande manovrabilità e una ARCADIAA96 ISOLA FELICE Nell’unità produttiva sul golfo di Napoli è stata avviata la costruzione dell’A96, primo esemplare di una nuova linea che porterà altre novità di misura compresa tra 70 e 130 piedi (all’incirca tra 21 e 40 metri). Cuore del nuovo progetto la ricerca di benessere velocità massima di 24 nodi tipici degli yacht Sherpa e, dall’altro, contempla i grandi volumi e l’alto livello di servizi della gamma A. Gli ambienti sono in continuo dialogo tra indoor e outdoor grazie alle porte-finestre trasparenti e apribili che permettono alla natura di entrare nello yacht. Dalla spiaggetta di poppa alla prua è un susseguirsi di ambienti in continuità tra loro, per permettere all’armatore di scegliere tra la convivialità del ponte principale, una dimensione più discreta nell’upper deck fino alla privacy della zona di prua. Le porte scorrevoli conferiscono agli ambienti interni una grande versatilità e nei saloni del main e upper deck è possibile far scorrere le ampie pareti laterali e quelle di poppa per trasformarli in spazi all’aria aperta. Il livello di servizio è garantito dalla scelta di separare i percorsi tra ospiti e crew (con scala dedicata), dalla pantry e dalla possibilità di disporre di una seconda day toilet nell’upper deck. Per rispettare questa filosofia progettuale anche nell’interior design il cantiere ha chiesto allo studio di design Lobanov di arredare gli spazi con materiali naturali e, ove possibile, eco-compatibili, optando per un design dalle linee morbide e accoglienti. A96 è stato progettato anche per offrire tre atout unici, legati ai volumi, alla velocità massima (24 nodi con la motorizzazione optional) e all’ampiezza delle superfici vivibili, con un’offerta di oltre 400 metri quadrati di spazi vivibili. Si è dunque lavorato sull’ottimizzazione dei pesi e dell’aumento del comfort strutturale attraverso i più sofisticati software disponibili, impiegando oltre alla resina anche inserti in fibra di carbonio e grazie a un utilizzo della tecnologia dell’infusione, in particolare per coperta, main deck, upper deck e tuga. Infine, si è proceduto all’efficientamento di tutti i sistemi di wiring e piping e dell’isolamento termoacustico di sala macchine con materiali innovati. Per garantire performance e un comfort “da resort” è stato scelto un sistema propulsivo composto da quattro Volvo Penta IPS1.200 (oppure 1.350, in optional) che permette di ottimizzare lo spazio nobile e arretrare la fonte di rumore e vibrazioni nella zona poppiera. I benefici di questa soluzione integrata sono: manovrabilità tramite joystick, stabilità in beccheggio grazie agli interceptor e dinamic positioning system via satellite. Il basso pescaggio e i limitati ingombri dei motori, particolarità che ha permesso un upgrade della sala macchine allineandola alle normative sulle emissioni sempre più stringenti, rendono A96 uno yacht in grado di navigare ovunque. Infine, il sistema silent mode opzionale da oltre 100kWh, alimentato anche dai pannelli solari, permette di avere fino a 8-9 ore di vita a bordo in modalità silent la notte. A96 sarà presentato al Salone di Cannes del 2023.

24 VELA E MOTORE | marzo 2023 Gulf Craft presenta i nuovi Majesty 72 e Silvercraft 32WA (Walkaround). Majesty72, l’ultimomodellodell’iconico e lussuosobrand MajestyYachts, hauna lunghezzadi 21,99metri evantaundesign raffinato con un’attenta progettazione che mira a colmare il divario tra il Majesty 62 e il Majesty 100. Il teamdi progettazione interno di Gulf Craft ha ridefinito con successo gli stilemi esterni e gli accenti caratteristici di design, traendo ispirazione dai superyacht già presenti nella collezione MajestyYachts: le aree di intrattenimento esterne sono relativamente più grandi della concorrenza, con un ampio spazio sul fly bridge. Con una piattaforma da bagno idraulica opzionale e alloggi dedicati all’equipaggio, ilMajesty72 è un elegantemotoryacht fly-bridge convere ambizioni di crociera, destinato a farsi notare. Frutto della più recente collaborazione tra Majesty Yachts e Phathom Studio, con sede nei Paesi Bassi, gli interni sono stati realizzati con una combinazione di eleganza e bellezza, coerente con la filosofia Gulf Craft GULF CRAFT, ARRIVANO MAJESTY 72 E SILVERCRAFT 32 WA in termini di lusso, praticità, comfort e tecnologia. A proposito di motorizzazione Majesty 72 è alimentato da due motori MAN V8-1200, ed è in grado di raggiungere una velocità massima fino a 30 nodi, e può navigare in acque poco profonde grazie a un pescaggio di 1,23metri. Silvercraft 32 WA (Walkaround). Ha una lunghezza di 9,85 metri ed è l’imbarcazione perfetta per una giornata al sole o per un gradevole fine settimana incompagniadella famiglia e degli amici. Lo spazio sottocoperta include un’area aperta a prua trasformabile in cuccetta queen-size, una cucina attrezzata e un bagno privato di dimensioni generose. Con la scelta di doppi motori fuoribordo da 300 o 400 cavalli, il Silvercraft 32WA offre una guida facile, con una velocità massima fino a 42 nodi e un efficiente consumo di carburante. Grazie anche al pescaggio ridotto a soli 0,59metri garantisce una guida stabile e una manovrabilità sicura in tutte le stagioni e in condizioni meteorologiche. WIDER IL PRIMO WIDERCAT 92 Entrambi gli scafi di WiderCat 92, ammiraglia della gamma di catamarani a propulsione ibrida e prima delle cinque unità vendute da Wider, hanno raggiunto il porto di Fano dove le attività proseguiranno con l’installazione degli impianti, la verniciatura e l’allestimento interno. Coperta e sovrastruttura, già in lavorazione, sono attese nelle prossime settimane. WiderCat 92, disegnato da Luca Dini Design &Architecture in collaborazione con il Centro Stile Wider, è dotato della versione più recente ed esclusiva del Serial Hybrid Propulsion System introdotto per la prima volta nel 2015 nel segmento dei superyacht da Wider. Progettato per l’applicazione su unmultiscafo, il sistema sfrutta la creazione di energia elettrica sia tramite generatori sia tramite pannelli solari. L’energia creata viene gestita dal “Wider Power Management System” e utilizzata per la propulsione e le utenze di bordo ottimizzando anche i consumi grazie al livellamento dei giri del generatore, se e quando coinvolto; tutta l’energia prodotta e non utilizzata, grazie al software esclusivo, viene impiegata per ricaricare il pacco batterie, evitando ogni spreco. Il sistema è realizzato con l’impiego di un hardware che ne permette il funzionamento in sicurezza e la navigazione in modalità elettrica, in totale silenzio e assenza di vibrazioni. I consumi sono ridotti, così come le emissioni inquinanti in atmosfera e gli intervalli di manutenzione dei componenti meccanici si allungano rispetto a una propulsione tradizionale. WiderCat 92 debutterà in occasione del Cannes Yachting Festival, in programma dal 12 al 17 settembre prossimo. NEWS | BARCHE E NOVITÀ

I MARCHI DEL GRUPPO info@yachtsynergy.it - www.yachtsynergy.it Made in France

26 VELA E MOTORE | marzo 2023 di Giuseppe Orrù Pardo Endurance 72 è il secondo modello della gamma. Il nuovo progetto di Pardo Yachts segue la stessa filosofia del suo predecessore da 60 piedi, concentrandosi su un design pensato per lunghe navigazioni a regime eco-speed e prestazioni esaltanti. Un’analisi approfondita della fluidodinamica computazionale (Computational Fluid Dynamics, CFD) ha portato a una forma dello scafo ottimizzata per le propulsioni IPS che, grazie al joystick, assicurano un perfetto controllo nelle operazioni di ormeggio, anche con equipaggio ridotto. Tre le motorizzazioni disponibili: due Volvo Penta D13 IPS 1.050 come standard, IPS 1.200 o IPS 1.350 optional. La sala macchine è predisposta per l’adozione di unmotore ibrido. Endurance 72 offre all’armatore la possibilità di scegliere tra due diverse opzioni di layout degli interni, disegnati da BurdissocapponiYachts&Design: la prima opzione prevede una cucina sul ponte principale con quattro cabine e cinque bagni sottocoperta. Il secondo layout propone invece cucina, tre cabine e quattro bagni tutti posizionati sottocoperta a favore di unmaggiore spazio sul ponte principale. Scenografiche le due ali abbattibili. Il primo Endurance 72 sarà varato nella primavera del 2024. www.pardoyachts.com PARDO ENDURANCE 72 CROCIERE DA GRANDI Tre motorizzazioni e due layout interni disponibili per la nuova ammiraglia della gamma Endurance di Pardo Yachts che segna l’inizio della collaborazione con Burdissocapponi Yachts&Design NEWS | BARCHE E NOVITÀ

marzo 2023 | VELA E MOTORE 27

28 VELA E MOTORE | marzo 2023 Silent 120 Explorer è un catamarano elettrico, a energia solare, ad autonomia potenzialmente illimitata e già di per sé avveniristico. Ma ora lo è ancora di più dopo l’accordo che gli permetterà di avere nel tender garage un velivolo a decollo verticale e un sottomarino privato per esplorare i fondali marini. Il nuovo progetto si caratterizzato per uno stile imponente e per il design degli interni di Marco Casali. Il Silent 120 Explorer ha una lunghezza di 36,74 metri, una larghezza di 13,85metri, una stazza lorda di 499 tonnellate e può navigare a 6-8 nodi in modalità economica e fino a 16 nodi a piena potenza. Il primo esemplare è attualmente in costruzione e dovrebbe essere varato nel 2024. I pannelli da 40kWp (kilowatt-picco) forniscono energia sufficiente per coprire i carichi dei servizi di hotellerie, con generatori e batterie agli ioni di litio da 800kW che azionano motori elettrici da 340kWad alta efficienza, offrendo un potenziale di crociera per miglia illimitate. www.silent-yachts.com SILENT 120 EXPLORER NAVIGARE TRA CIELO E ABISSI La nuova ammiraglia di Silent Yachts non solo si presenta con spazi notevoli per la vita a bordo ma imbarca tra i vari toys anche un velivolo a decollo verticale e un sottomarino privato NEWS | BARCHE E NOVITÀ

marzo 2023 | VELA E MOTORE 29 Sirena Yachts promette qualcosa di nuovo, nello specifico un entry level, il Sirena 48, che mira ad avvicinare la nautica a una generazione di diportisti più giovani. La prima unità sarà varata al Cannes Yachting Festival 2023. Sono disponibili diverse opzioni di layout, con personalizzazioni che si estendono fino alla piattaforma bagno. Ad esempio, si può scegliere un’area di stivaggio al posto della cabina equipaggio. Ci sono più opzioni anche per il flybridge, SIRENA 48 PUNTA AI DIPORTISTI PIÙ GIOVANI dove l’armatore che vorrà pilotare da solo la sua barca troverà una timoneria facile e intuitiva, circondata da una grande area social, ideale per cene e aperitivi all’aperto. Sirena 48 offrirà agli armatori uno scafo semidislocante ef ficiente in modalità dislocante e con prestazioni di planata veloci. Gli interni sono voluminosi, per offrire molto spazio per la famiglia. www.sirenayachts.com

30 VELA E MOTORE | marzo 2023 Ferretti Yachts InFYnito, che ha nel nome le iniziali del brand (FY), è una gamma ispirata agli explorer vessel, creando un contatto indissolubile con l’ambiente circostante, un legame diretto con il mare e il cielo. La principale innovazione riguarda infatti una continuità visiva tra interno ed esterno, che connette come mai prima la barca e l’orizzonte, con una zona di prua aperta sul mare o più riservata quando serve privacy. Primo modello della nuova gamma è Ferretti Yachts InFYnito 90. Con una lunghezza fuori tutto di 26,97metri, ma con una lunghezza scafo entro i 24 metri, e un baglio massimo di 7,33 metri, offre ambienti outdoor e indoor che si fondono in un continuum di oltre 100mq di aree dedicate alla vita all’aperto (quasi il 50% in più della media del segmento) e oltre 140 mq di spazi interni (oltre il 25% in più rispetto alla media), tra i quali un main deck e uno skylounge dai volumi particolarmente significativi. Con due motori MAN V12 fino a 1.800 mHp (optional), può raggiungere una velocità massima di 22 nodi e una velocità di crociera di 17 nodi. www.ferretti-yachts.com FERRETTI INFYNITO 90 L’ORIZZONTE NON FINISCE MAI Contatto tra cielo e mare a 360 gradi e una prua che può essere l’estensione verso l’ambiente circostante o una zona riservata, da godersi nell’intimità della Jacuzzi di bordo NEWS | BARCHE E NOVITÀ

marzo 2023 | VELA E MOTORE 31 Da Open a Coupé. Al Boot di Dusseldorf è stata esposta la nuova versione Coupé del De Antonio D50, l’ammiraglia di De AntonioYachts, il cantiere spagnolo conosciuto in tutto il mondo per le sue linee eleganti e moderne e per l’innovativo sistema propulsivo con i motori fuoribordo nascosti sotto il prendisole di poppa. Dopo il modello in versione Open, varato nel 2021, è arrivata la versione Coupé, a raddoppiare la possibilità di scelta per chi opta per l’ammiraglia di una gamma che si estende da 28 a 50 piedi. Il D50 Open può montare due, tre o quattro motori fuoribordo nascosti e sorprende per gli spazi e i layout degli interni disponibili. Partendo da poppa, sul ponte superiore si trova un’ampia plancetta, disponibile anche con il sistema up & down idraulico, e il prendisole che nasconde i fuoribordo e il tender garage. www.deantonioyachts.com DE ANTONIO D50 COUPÉ L’AMMIRAGLIA METTE L’HARD TOP Dopo il successo ottenuto dalla versione Open, l’ammiraglia di De Antonio Yachts, D50, si presenta anche in versione Coupé, con un hard top a riparare il ponte di coperta

32 VELA E MOTORE | marzo 2023 NEWS | BARCHE E NOVITÀ Dalla prestigiosa matita di Ted Mannerfelt nasce il Pirelli 30 che arricchisce la gamma delle imbarcazioni a marchio Pirelli di Tecnorib. Pirelli 30 è un walkaround di 10 metri di lunghezza che presenta a poppa sedute contrapposte con tavolo abbattibile per offrire la possibilità di trasformare la zona pranzo in un unico grande prendisole. A prua sono disponibili due differenti configurazioni: una completamente walkaround che permette il passaggio attorno alla barca ed è ideale per fruire di momenti di socialità a bordo, e un’altra che presenta un’ampia e confortevole area prendisole a tutto baglio. In entrambe le versioni all’interno della consolle è presente un bagno completo di lavandino e wc. Avrà due motori da 300 cv Mercury, mentre le altre motorizzazioni proposte sono 2x200 e 2x250. www.tecnorib.it PIRELLI 30 Ultime prove inmare per Zeelander 5. La new entry del cantiere consente un facile imbarco attraverso le porte nelle murate, offre un nuovo prendisole sul ponte di prua e una piattaforma da bagno grande quasi il doppio rispetto allo Z44. I 4 piedi in più di lunghezza dello scafo sono stati messi in risalto nella generosa cabina armatoriale, con bagno e doccia separati. Capace di prestazioni esaltanti, con velocità fino a 40 nodi grazie a tre motori Volvo Penta IPS-650, lo Zeelander 5 riesce comunque a essere 2 dBA più silenzioso del suo predecessore. A causa dell’elevata domanda, Zeelander ha aumentato leggermente la capacità produttiva, pur mantenendo il suo status di costruttore di yacht boutique. Il primo Zeelander 5 sarà consegnato nella primavera del 2023. www.zeelander.com ZEELANDER 5 Hylas, costruttore di vele e barche a motore apprezzate in tutto il mondo, ha presentato un nuovo modello al Miami International Boat Show 2023: Hylas M49. Il nuovo arrivato nella gamma del cantiere racchiude tutte le migliori qualità di uno yacht da crociera: è spazioso, a basso consumo, veloce e ben realizzato. L’M49 è stato progettato in collaborazione con lo studio neozelandese Salthouse, che per le linee dello scafo si è ispirato ai pescherecci d’altura. Il risultato è uno yacht di lusso, confortevole in navigazione, che ispira fiducia al timone, robusto e in grado di resistere a quasi tutti i mari. Ha una cucina di poppa spaziosa, ampie zone giorno, interni in legno fatti a mano, due cabine, due bagni e due motoriYanmar da 370 cv. www.hylasyachts.com HYLAS M49

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