In questo lungo e approfondito servizio speciale, Torqeedo viene nominata moltissime volte, e mai a caso. L’azienda tedesca è infatti uno dei leader mondiali nella produzione di sistemi elettrici per imbarcazioni da diporto e commerciali. I suoi prodotti si trovano a bordo di piccole barche e vela e superyacht (come lo Spirit 111), su catamarani e tender, kayak, barche a motore e persino traghetti. Christophe Ballin preferisce non chiamarli “motori elettrici”, perché sono molto più complessi di un semplice motore, e nell’intervista ci spiega perché.
Il 100millesimo motore elettrico è stato consegnato. Cosa significa?
«Il numero rotondo è una pietra miliare simbolica: la mobilità elettrica sull’acqua non è più una nicchia; sempre più persone scelgono l’elettrico. Quindici anni fa, quando vendemmo il nostro primo motore, ne sostituì uno a combustione interna e ridusse le emissioni di CO2. Ora, abbiamo raggiunto questo obiettivo 100mila volte. La salvaguardia del clima è sempre stata al centro della nostra missione».
Quanto era avanzata la mobilità elettrica quando ha fondato Torqeedo?
«Il termine “mobilità elettrica” non esisteva, ma si capiva che avrebbe avuto un ruolo decisivo nel nostro futuro. La popolazione mondiale era in aumento e una classe media in rapida espansione aveva creato una nuova domanda di mobilità e prodotti per il tempo libero. Allo stesso tempo, c’era un’urgente necessità di ridurre le emissioni di carbonio e limitare i cambiamenti climatici. Queste tendenze globali ci hanno reso evidente, anche allora, che c’era l’opportunità di costruire qualcosa di nuovo. È così che siamo diventati leader di mercato per la mobilità rispettosa del clima».
Come è venuta l’idea di fabbricare motori elettrici da barca?
«Mi sono trasferito a vivere vicino al lago di Starnberg, in Germania, che è uno dei tanti laghi europei con rigide norme ambientali, che noi di Torqeedo chiamiamo “laghi verdi”. Su questi laghi, le licenze per le barche a combustione sono difficili o addirittura impossibili da ottenere. Ho cercato un’alternativa, ma i prodotti sul mercato erano tecnologicamente obsoleti e offrivano prestazioni scadenti. Io e il mio co-fondatore abbiamo pensato che avremmo potuto costruire qualcosa di migliore. E così è nata l’idea del motore Travel, un piccolo fuoribordo elettrico con batteria integrata. Oggi è ancora il nostro bestseller».
Come è stata la reazione alla novità?
«Non dimenticherò mai quando abbiamo presentato i nostri prodotti per la prima volta al salone di Düsseldorf, in Germania, il più grande al mondo. Prima del lancio era difficile stimare quanto sarebbero state interessate le persone: i nostri prodotti erano nuovi. Dieci minuti dopo l’apertura la gente si è radunata nel nostro stand, e abbiamo avuto folla per tutto il periodo. Da quel momento in poi abbiamo saputo che potevamo davvero fare la differenza».
I sistemi Torqeedo sono stati sviluppati solo per le acque protette?
«No. Costruire un prodotto che permettesse ai clienti di navigare su un “lago verde” non è mai stato il nostro obiettivo. Vogliamo costruire sistemi così efficienti, facili da usare e divertenti da guidare che gli utenti li scelgano naturalmente rispetto ai motori a combustione. Questo è il punto di riferimento per un prodotto top – che le persone sono felici e orgogliose di possedere – ed è fondamentale per raggiungere i volumi su scala industriale necessari per proteggere il clima. Pertanto, non ci concentriamo su acque regolamentate, né ci concentriamo sui più grandi segmenti di mercato. Ci concentriamo sulle applicazioni in cui la mobilità elettrica ha senso oggi: costruire sistemi per marinai, barche a motore, gommoni, pescatori in kayak, traghetti e mezzi di salvataggio. Nel frattempo, seguiamo da vicino le aree di applicazione in cui le unità a basso impatto ambientale competeranno e vinceranno in futuro».
Se qualcuno le avesse detto nel 2005 che Torqeedo avrebbe spinto superyacht e traghetti elettrici entro il 2020, cosa avrebbe risposto?
«Nel 2005 non avevamo traghetti e grandi yacht all’ordine del giorno ma, anche nel nostro primo piano aziendale, avevamo ipotizzato che avremmo raggiunto cifre di vendita globali a sei cifre. E poiché molti dei nostri colleghi sono amanti della velocità, abbiamo sempre saputo che un giorno avremmo aggiunto alla nostra gamma sistemi di propulsione più potenti. Lo sviluppo dei sistemi Deep Blue ad alta potenza nel 2013 è stata un’importante pietra miliare che ci ha consentito di servire i clienti che possiedono non solo motoscafi plananti, ma anche yacht, barche da lavoro o traghetti passeggeri più grandi. Poiché i motori elettrici ad alte prestazioni che vengono utilizzati ogni giorno apportano un contributo più significativo alla protezione della qualità dell’aria e del clima, le applicazioni commerciali hanno rappresentato un nuovo importante mercato per l’azienda».
I motori elettrici marini sono migliori per la protezione del clima?
«La risposta breve è sì, sicuramente. Per una risposta più dettagliata si devono considerare due fattori: la quantità di CO2 emessa durante la produzione e le emissioni del funzionamento. Come regola generale, se i motori elettrici sono più leggeri di un motore a combustione comparabile o se l’imbarcazione viene utilizzata abbastanza frequentemente da sfruttare le minori emissioni operative, sono sempre più rispettosi del clima.
Se i pesi sono comparabili, le emissioni durante la produzione sono approssimativamente uguali, ma i motori elettrici hanno emissioni operative molto più basse. Se il sistema elettrico è molto più pesante, le maggiori emissioni di produzione sono più che compensate dalle minori emissioni operative nelle imbarcazioni che vengono utilizzate di frequente.
Ma credo che ci sia un altro fattore, ancora più importante: la mobilità sarà neutrale dal punto di vista climatico solo se saremo capaci di generare e distribuire energia in modo neutro dal punto di vista climatico. Questa è la grande sfida. Chiunque abbia familiarità con i processi di cambiamento su larga scala sa che non riusciremo tutto in una volta.
Non ci sveglieremo un giorno in un mondo con mobilità ecologica al 100 per cento. Invece, il cambiamento è più graduale: attualmente circa l’uno per cento delle barche ha sistemi di propulsione ecologici. Presto ci sarà il quattro per cento. Quindi otto e così via. Allo stesso tempo, i metodi ecologici per la generazione e la distribuzione di energia sono già in competizione e vincono in tutto il mondo. Ogni parco eolico o solare che costruiamo è un passo nella giusta direzione. Ogni veicolo elettrico che mettiamo sulla strada, o sull’acqua, ci aiuta a creare il cambiamento necessario».
Quali innovazioni potrebbero accelerare la transizione?
«Attualmente stiamo lavorando a numerose innovazioni nella tecnologia delle batterie, dei motori, nell’elettronica e nei software. Questi contribuiscono alla percentuale complessiva di adozione della mobilità elettrica nei nostri e in altri segmenti di mercato. Tuttavia, anche le innovazioni nella costruzione navale come la fibra di carbonio e i compositi moderni, che stanno rendendo le imbarcazioni più leggere e robuste, nonché i design degli scafi altamente efficienti svolgono un ruolo significativo.
I foil delle barche di Coppa America, sono lo sviluppo più rivoluzionario per i motori elettrici nel mercato nautico. Queste ali sottomarine, alcune delle quali sono controllate elettronicamente, sollevano lo scafo della barca fuori dall’acqua e riducono la resistenza di circa l’80 per cento. Con la tecnologia foiling puoi raddoppiare il range a velocità elevate, il che sicuramente aiuta a vendere la mobilità elettrica! I primi motoscafi elettrici foiling sono ora disponibili in commercio in quantità limitate».
Perché parla di “sistemi” e non di motori?
«I sistemi elettrici sono molto più di un semplice motore. Includono batterie, tecnologia di ricarica, interfaccia utente, inverter e convertitori capaci di fornire carichi da hotel, se necessario. Vogliamo rendere più semplice possibile per i costruttori di barche e gli utenti passare alla mobilità elettrica offrendo sistemi plug-and-play pronti all’uso. Quando si costruisce una barca elettrica, qualcuno deve non solo assicurarsi che i singoli componenti facciano il loro lavoro, ma anche garantire la loro interazione affidabile e sicura. Ciò richiede un significativo lavoro di sviluppo, che potrebbe non essere utile per un singolo cantiere. Ecco perché ci assumiamo il compito».
Chi ha “vinto” il 100millesimo motore?
«Il cantiere Spirit Yachts in Inghilterra. Lo Spirit 111 da 34 m è equipaggiato con il nostro sistema Deep Blue Hybrid da 100 kW ed è uno dei più grandi e moderni yacht a vela full elettric. Il 100millesimo motore - un Cruise 10.0 Tiller – alimenterà invece il tender. È un abbinamento perfetto: i moderni yacht d’altura come lo Spirit 111 generano la propria energia consentendo all’elica di girare durante la navigazione, un processo chiamato idrogenerazione. Il fotovoltaico solare aiuta anche a soddisfare il fabbisogno energetico dello yacht. I generatori diesel sono disponibili per le emergenze ma sono ridotti a un ruolo di backup».
Come cambierà la mobilità elettrica nei prossimi 15 anni?
«Siamo fiduciosi che l’adozione aumenterà man mano che le nostre società ed economie si muoveranno in una direzione più neutrale dal punto di vista climatico. Il numero di yacht a vela, barche a motore e piccole navi passeggeri che sono alimentati da elettricità continuerà a crescere. I progetti ai quali stiamo lavorando ora, come i nuovi progressi nella tecnologia delle batterie e la possibile integrazione delle celle a combustibile a idrogeno, garantiranno che la mobilità elettrica sia competitiva in ancora più applicazioni in futuro.
Potremmo vedere il primo uso diffuso di celle a combustibile sulle barche, non sulle automobili, poiché le barriere infrastrutturali attuali sembrano più facili da superare sulle acque interne che sulle strade. Una delle sfide più significative dei prossimi decenni sarà trovare modi neutrali dal punto di vista climatico per mantenere la nostra mobilità. Lavoriamo in tale direzione ogni giorno».