Il futuro della mobilità elettrica nel diporto coinvolge più compartimenti del sistema propulsivo, dalla batteria ai motori di nuova generazione fino all’elettronica di gestione. Proprio quest’ultima ha un ruolo fondamentale nella gestione dell’efficienza del sistema e, purtroppo, anche nell’assorbimento di energia.
Infatti, dall’energia che esce dalle batterie a quella che effettivamente arriva all’elica, una gran parte viene dissipata in calore dal motore e dalle linee di potenza, viene assorbita dai controller, dalle pompe di raffreddamento e dai circuiti periferici. Nuove logiche di funzionamento e di riutilizzo delle energie parassite possono migliorare l’efficienza dell’intero sistema e alcune aziende si stanno impegnando in tali direzioni con risultati incoraggianti.
Ma non è solo il sistema propulsivo a essere in continua evoluzione, lo è anche l’architettura navale stessa, tesa a massimizzare l’efficienza del movimento e quindi rivolta a un tipo di navigazione nell’intorno superiore della velocità di carena. Ciò comporta la realizzazione e lo studio di linee d’acqua dalle forme diverse, l’utilizzo di materiali compositi evoluti alla ricerca della leggerezza.
Di fatto, a livello progettuale, la propulsione elettrica offre dei vantaggi che possono essere enormi in termini di sfruttamento degli spazi interni e di coperta e di controllo della disposizione dei pesi. Le batterie possono essere posizionate dove conveniente e i motori occupano poco spazio e non ingombrano la coperta e possono essere messi vicini alle eliche senza necessitare di lunghe linee d’asse o trasmissioni complesse.
In certe applicazioni, dove si ha la possibilità di disegnare una carena ad hoc, l’impiego di pod immersi può rappresentare un grande passo avanti poiché si libera la barca dall’ingombro dei motori e i motori stessi, immersi in acqua, non necessitano di raffreddamento forzato, di pompe per il ricircolo dell’acqua e tutto quello che ciò comporta. Se in più i pod sono azimutali, non si deve neppure ricorrere all’impiego di timoni.
Un altro fronte interessante è quello della realizzazione di eliche progettate apposta per essere accoppiate a motori elettrici, che possono arrivare a regimi di rotazione molto bassi senza sistemi di riduzione. Poter contare su un motore a coppia costante e in grado di girare a bassi regimi permette di realizzare eliche sensibilmente più efficienti.
Proprio in questo ambito, in alcuni prototipi, si è arrivati ad ottenere efficienze dell’elica superiori al 70%, che è un valore molto alto, soprattutto se confrontato al 50% medio che contraddistingue le eliche tradizionali montate su barche dislocanti e semiplananti.