Una norma fortemente voluta da Confindustria Nautica per evitare i procedimenti di riscossione, il blocco dei correnti e la revoca delle concessioni agli operatori in contenzioso con lo Stato a causa della legge finanziaria approvata dal governo Prodi del 2006, che, modificando retroattivamente le concessioni-contratto in essere per la realizzazione dei porti turistici, ha stabilito l’aumento retroattivo dei canoni demaniali anche fino al 700%.
Nell’art.34 del decreto Milleproroghe recita la nota di Confindustria Nautica: «non è esplicitamente indicato che sono comprese anche le concessioni iscritte a ruolo. Con l’importante conferma di oggi, l’Agenzia delle Entrate chiarisce che la relazione illustrativa del provvedimento evidenzia che la disposizione ha il fine di “ridurre il contenzioso in essere […] in sede amministrativa e giudiziaria in ordine ai pagamenti” dei canoni in parola».
«Tale circostanza – recita la nota dell’Agenzia delle Entrate – può indurre a ritenere che ai sensi del medesimo articolo 34, il pagamento dei canoni riferiti alle concessioni (…) demaniali marittime per la realizzazione e gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto debba considerarsi sospesa anche nei casi in cui le somme dovute a questo titolo siano oggetto di recupero coattivo, anche a seguito di iscrizione a ruolo».
Prosegue, comunque, il lavoro di Confindustria Nautica in coordinamento con Assomarinas e Assonat finalizzato alla risoluzione a stralcio del contenzioso. In questo senso, positivo l’incontro con il Sottosegretario al Turismo, Lorenza Bonaccorsi, che sta seguendo la conversione del Milleproroghe, e con l’on. Umberto Buratti, che si è fatto promotore delle istanze della portualità turistica alla Camera dei Deputati.
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