21 July 2012

Sun Light 31, usato sicuro

È il primo progetto per la grande serie del designer Daniel Andrieu. Veloce e con grandi spazi sottocoperta, è un modello riuscito. Due i layout degli interni, con cucina a L o a murata due piani velici, crociera o performance...

Sun Light 31 introduzione

Il cantiere Jeanneau ha prodotto a partire dal 1986 al 1990 il Sun Light 31 e dall’1989 al 1992 il Sun Light 31 (la differenza è un modesto allungo di 30 centimetri, fatta eccezione per la versione “export”, allungata con spoiler di circa 1 metro).

Disegnato da Daniel Andrieu (www.andrieudesign.com), abile progettista di Coppa America, specializzato in cruiser-racer e barche da regata, ha anche

firmato per lo stesso cantiere lo Jod 35, ma più recentemente il Sun Odyssey 40 e 43, realizzati anche in versione deck saloon.

Restano famosi i modelli Sun Magic 44, Sun Dance 36, Sun Fast 40 e Sun Odyssey 33, di cui il Sun Light 31 è l’embrione.

La carena prevede due pescaggi: 1,45 metri e 1,78, oltre a una versione “dériveur lesté” (deriva retrattile) con un pescaggio che va da 1,10 metri a 2, e Il nome Sun Light, infatti, non celebra tanto le qualità in termini di leggerezza, quanto le doti velocistiche e il buon passo.

Eccellente alle andature portanti, lo Jeanneau Sun Light 31 si muove anche con brezze leggere e il timone a barra è sempre docile. 

La prova

Con 8 nodi reali da Nord Ovest, la barca sbanda e parte subito, ben bilanciata anche di bolina, nonostante un fiocco spanciato e datato. Una regolazione fine delle vele permette di poter contare sulla randa per contrastare qualche rafficuccia, ma in reatà è uno sfizio perché la barca è ben stabile di rotta.

Alle andature larghe un gennaker sarebbe meglio, ma dobbiamo accontentarci e tocchiamo comunque i 4 nodi al lasco, un’ottima prestazione per una carena stretta e lunga come questa.

La barca con un motore di 20 cavalli supera i 5,5 nodi e notiamo che la trasmissione in linea d’asse non comporta grossi sacrifici in termini di vibrazione.

Costruzione e coperta

Lo scafo è stratificato a mano con madieri in legno rivestiti di stuoia e paratie resinate allo scafo.

La coperta è invece in balsa e nel tempo può presentare qualche “ragnatela” nei punti di maggior stress e in generale un certo ingiallimento del gelcoat, in particolare nella zona della fascia gialla (vedi foto).

La deriva ha un profilo ellittico ed è imbullonata allo scafo, il timone è sospeso con una protezione parziale, eliminata poi nelle versioni più recenti. Qualche esemplare può essere soggetto ad alta umidità odosmosi.

Data l’età consigliamo sempre di effettuare un controllo. In coperta il pozzetto è di dimensioni generose, spesso rivestito in teak, così come lo spoiler per la discesa in mare. Con la barra alzata, in posizione di riposo, c’è molto spazio. Le manovre sono rinviate in pozzetto, ma per drizze e borose è bene aiutarsi andando all’albero.

La ventilazione non è perfetta, anche perché la tuga è bordata da una vetrata di plexiglass molto grande che, seppur slanciando la barca, non lascia la possibilità di montare un numero adeguato di oblò. A prua il gavone dell’àncora ha il verricello elettrico, con apposita mensola, è a scomparsa.

L’albero è a due ordini di crocette e l’attacco lande in coperta è centrale sul passascafo e ne limita leggermente il passaggio.

Interni e impianti

Gli interni hanno un layout molto classico con le due cabine di prua e di poppa, ma la peculiarità è nella cucina che può essere a L, vicino all’ingresso e contrapposta a una zona carteggio (di dimensioni superiori rispetto a modelli della stessa categoria) oppure sulla murata di sinistra dove è disposta sulla lunghezza.

Quest’ultima è la versione più diffusa ed è chiamata “propriétaire”, mentre l’altra si chiama “team”.

Ottimo e spazioso il gavone a poppa. L’essenza tipica è il teak e il colore della tappezzeria originale è il giallo.

A prua l’altezza è limitata, ma l’ambiente in generale è comunque confortevole. Le finiture del cielino possono presentare qualche distacco dello sky, così come il sole può aver cotto i rivestimenti delle mastre degli oblò e quindi l’impiallacciatura può essere scollata.

L’impiantistica richiederà qualche manutenzione, dall’antirombo del motore, a qualche tubo maleodorante, ma si tratta di piccoli lavori fai da te. Essenziale la dotazione di strumenti elettronici, con un pilota a barra, log ed eco.

Dati e quotazione

I DATI

Lunghezza f.t. m 9,30

Lunghezza scafo m 9,15

Lunghezza al galleggiamento m 7,70

Larghezza m 3,23

Pescaggio max m 1,78

Dislocamento kg 3.300

Zavorra kg 1.180

Superficie velica mq 48 (R+G 140%)

Motore Volvo 20 cv o 14 cv

Serbatoio carburante lt 48

Serbatoio acqua lt 100

I DIFETTI

Il teak può essere usurato e quindi richiedere qualche intervento. I rivestimenti delle murate si possono scollare. Gli impianti possono essere da sostituire.

QUOTAZIONE

Da 25.000 a 35.000 euro 

L’ARMATORE TIPO

È una barca adatta a chi vuole iniziare e divertirsi con un modello marino e sicuro. Adatta anche a un amante del fai da te.

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