Test Fountaine Pajot Isla 40: come naviga, pregi e difetti

Un cat sensibilmente rinnovato. Nuove prue e nuovi interni per l’entry level del cantiere francese che da oltre quarant’anni segna la strada nel mondo dei multiscafi. In soli 12 metri vanta una grande comodità. Ideale per l’armatore privato e la sua famiglia

Nel suo saggio Il cigno nero, l’epistemologo Naseeb Talim (filosofo della scienza) spiega: “finché non si è scoperto il primo cigno nero, si è tutti scientificamente convinti che i cigni siano solo bianchi”. Vale a dire: si ritiene corretta in modo assoluto una certezza che però è sbagliata! Parlando di multiscafi il mio cigno nero sono stati i catamarani da crociera.

Finché non sono stato a bordo di un cat destinato alle navigazioni a lungo raggio ero convinto che la prima dote di un multiscafo fosse la velocità. Responsabile fu l’idea che avevo di queste barche, basata sui cat da spiaggia, su quelli da regata e su i mostri da record: tutti attrezzi progettati e costruiti per andare il più forte possibile. La loro larghezza è la loro forza: a parità di lunghezza rispetto a un monoscafo possono mandare a riva più tela (perché la barca è più stabile) e al contempo, limitare il dislocamento, perché gli scafi possono essere molto più stretti.

Navigazione e interni: tutte le foto del Fountaine Pajot isla 40

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In realtà la ratio che c’è dietro a una barca come il Fountaine Pajot Isla 40 è totalmente differente ed è la stessa che sovrasta tutta l’offerta di catamarani da crociera. La larghezza non serve per andare più veloci, serve per avere più spazio. Il primo fine è insomma la comodità. Il comfort che una barca del genere è in grado di offrire a chi sceglie un multiscafo rispetto a un monoscafo. In questo senso il più recente modello a vela del cantiere francese è un esempio ben riuscito.

L’Isla 40 è la porta di ingresso nel mondo Fountaine Pajot, un marchio che sforna multiscafi a vela e a motore dal 1976. Nasce da un restyling del predecessore, il Lucia 40, che lo attualizza senza stravolgerlo. A partire dalle prue, ora rovesce. Una soluzione modaiola (oggi si verticalizzano e si rovesciano un po’ tutte le prue delle barche “moderne”) che ha più il fine di ringiovanire l’aspetto e aumentare la velocità di banchina (quella che si immagina la barca possa raggiungere quando la guardi all’ormeggio) che migliorare effettivamente le prestazioni a vela: i vantaggi della prua rovescia, come la riduzione del rischio ingavonamenti alle alte velocità, l’effetto di wave piercieng, di forare le onde invece che di salirci e scenderci sopra ecc. non sono percepibili navigando alle velocità e con le modalità di un normale cat da crociera. Il risultato è comunque piacevole.

Ponte di coperta

Per il resto l’impostazione non cambia. La vita in coperta si svolge su tre livelli, oltre a quello più basso della spiaggetta presente su ogni scafo. Il primo è quello del pozzetto, in perfetta continuità con il quadrato salone. Per spostarsi verso prua si cambia di livello, salendo due scalini. Qui, attraverso i larghissimi passavanti in cui i passauomo sono installati a filo calpestio (tranne i due posti all’estrema prua di ogni scafo) si arriva alla zona prodiera con il grande sun pad per tre e la rete.

Dal passavanti di dritta si raggiunge la zona timoneria/manovre. Qui, in una sorta di minipozzetto per due, sono sistemate la grande ruota servita da una poltroncina, le due manette dei motori da 30 cavalli l’uno e i tre winch elettrici su cui confluiscono tutte le manovre, eccezion fatta per il rollafiocco, che si aziona dalla falchetta. Comodo e funzionale con due migliorie possibili. La prima semplice: la finitura del contenitore in vetroresina che raccoglie il cordame attaccato alla tuga; la seconda un po’ più complessa. Il timoniere, alla sua sinistra ha, alle spalle, la scaletta per accedere alla sommità della tuga, altro immenso spazio vivibile, esattamente di fianco alla scala di connessione col pozzetto. Dare una spanna in più accanto al piede sinistro di chi sta al timone sarebbe utile (oltre che comodo) per non limitarlo troppo nei movimenti.

Interni

Il lavoro di restyling ha riguardato anche il salone. Nuovi colori, con pagliolato scuro e arredi che alternano impiallacciature chiare e le bianche superfici della resina con effetto laccato. Questa soluzione, l’unica disponibile, insieme alle vetrate su tutto l’orizzonte e persino in mezzo al cielino garantisce un’ottima luminosità degli interni.

I due grandi oblò rettangolari sui vetri prodieri e la grande porta offrono anche una buona ventilazione interna. Sotto al tavolo da carteggio sono stati installati due frigoriferi a cassetto per servire interno ed esterno con la stessa agilità. Tale spostamento ha dato più agio alle sedute dell’area living che hanno una pianta a C grazie alla chaise longue aggiunta nell’Isla 40 rispetto al Lucia, accanto alla quale è installato un ulteriore frigo. Dal salone si scende verso la zona notte.

Due sono le opzioni di interni messe a disposizione dal cantiere: una a tre e l’altra a quattro cabine. L’esemplare in prova era con la versione Maestro con lo scafo di sinistra destinato alla suite armatoriale mentre quello di dritta ospitava le due ulteriori cabine, con bagno in comune anche in questo caso con grande box doccia.

Come va a vela

Come già detto in esordio, un cat da crociera non si sceglie per le prestazioni in navigazione; ma perché oltre al maggiore spazio di un monoscafo di pari misura è infinitamente più stabile, sia in navigazione (non sbanda) sia all’ormeggio (non rolla). Le prestazioni a vela sono secondarie. La prova effettuata nel golfo di La Spezia si è svolta con 8 nodi d’aria e mare calmo. In bolina larga, a 60 gradi di vento apparente, quindi sfruttando al massimo le vele bianche, si viaggiava intorno ai 4 nodi: non medie da urlo.

Di sicuro da questo punto di vista la prova sarebbe stata più soddisfacente con l’anemometro in doppia cifra. Per di più il test è stato ampiamente falsato dalla rottura della drizza randa che, dopo pochi minuti, si è spezzata ammainando nostro malgrado la tela e obbligandoci a rientrare in porto. Si può supporre che senza questo accidente anche gli unici risultati ottenuti sarebbero stati migliori. Interessante il prezzo che parte da una cifra di poco inferiore ai 300 mila euro.

Scheda tecnica e prezzo

Prezzo di listino

Euro 299.637 Iva esclusa con motori Volvo D1 20 cv versione Maestro con 3 cabine e 3 bagni. Euro 302.439 + Iva versione Quatuor 4 cabine e 4 bagni.

I dati

Lunghezza f.t. m 11,93

Larghezza m 6,63

Pescaggio m 1,21

Dislocamento a vuoto kg 9.500

Serbatoio acqua 2 x 265 lt

Serbatoio carburante lt 300

Motori Volvo Penta 2 x D1 20 cv

Omologazione CE categoria A/8

Superficie velica mq 59

Superficie genoa mq 36

Indirizzi

Fountaine Pajot, Francia. Lista dealer italiani

sul sito www.fountaine-pajot.com

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