30 November 2019

Vela e Motore di dicembre/gennaio è in edicola

Vela e Motore di dicembre 2019 | gennaio 2020 è in edicola, perché non perderlo

Editoriale (magazine vela)

RICCARDO BONADEO

LA NUOVA ROTTA È TRACCIATA

Desidero innanzitutto ringraziare Vela e Motore per l’opportunità di scrivere l’ultimo editoriale del 2019, un anno nel quale i problemi collegati alla sostenibilità sembra siano arrivati al grande pubblico il quale, con le sue scelte consapevoli, è certamente il maggior stimolo per il cambiamento dei processi industriali, per la ricerca di nuovi materiali e nuovi prodotti di minore impatto e basati sull’economia circolare.

Era solo l’ottobre del 2017 quando lo Yacht Club Costa Smeralda, del quale ho l’onore di essere Commodoro da undici anni, ha organizzato per il suo 50° Anniversario il Forum One Ocean, il primo in Italia sui temi legati alla sostenibilità e protezione del mare. La Principessa Zahra Aga Khan, Presidente del nostro Consiglio Direttivo, ci aveva indicato la strada maestra per il futuro: dare il nostro contributo per la tutela del mare, che tanto ci ha dato in passato e che oggi ha bisogno del nostro aiuto. Non si tratta di “mantenere pulita la casa in cui si abita”, ma molto di più: gli scienziati hanno compreso che dalla salute degli oceani dipende la sopravvivenza stessa del pianeta così come lo viviamo oggi. Va tutelato ad ogni costo perché siamo vicini al punto di non ritorno. Il Forum si era concluso con la firma della Charta Smeralda, il nostro codice etico per condividere principi e azioni a tutela dei mari, stilato per sensibilizzare sia l’opinione pubblica che gli addetti ai lavori, evidenziando il senso di urgenza nell’affrontare i problemi più pressanti degli oceani e degli ecosistemi marini e costieri.

Sono stati proprio l’approccio scientifico del Forum One Ocean e il suo successo oltre ogni aspettativa a darci lo stimolo a proseguire, dando vita nel marzo del 2018 alla One Ocean Foundation. Guardando a quanto è stato fatto, sembra che non siano trascorsi soltanto due anni scarsi, ma decisamente di più, grazie all’aiuto di tutti: dagli yacht club firmatari della Charta Smeralda ai nostri Ambassador, tra i quali i velisti Mauro Pelaschier e Paul Cayard, l’apneista Davide Carrera e l’esploratore Alex Bellini, a tutti gli amanti del mare, dalle aziende nostre partner senza il cui aiuto economico nulla sarebbe stato possibile, al Comitato scientifico della Fondazione e ai media che hanno divulgato la nostra voce assieme alle altre che si battono per il medesimo scopo. Tutti hanno contribuito con azioni utili, dal senso civico individuale nelle piccole azioni quotidiane alle altre iniziative di maggior risalto, quali il giro d’Italia a vela che Mauro Pelaschier ha compiuto lo scorso anno, divulgando l’urgenza di cambiare rotta, testimoniando lo stato di inquinamento, da plastica in particolare, in ognuna delle dodici tappe, proseguite poi durante l’inverno presso le scuole, perché sono i giovani, i più attenti e disponibili a cambiare per salvare il loro futuro.

Il 2019 si chiude con un altro importante tassello, il primo progetto di ricerca Business for Ocean Sustainability, realizzato in collaborazione con SDA Bocconi, McKinsey & Company e CSIC (The Spanish National Research Council), recentemente presentato e disponibile per chiunque, aziende, associazioni e singoli, sul sito della Fondazione: www.1ocean.org. Questo rapporto, basato su un lungo lavoro di ricerca e analisi dei dati che ha visto coinvolte oltre 200 aziende, esamina come valorizzare il potenziale degli ecosistemi marini e costieri creando nuove opportunità di business in modo sostenibile. In particolare, l’attenzione viene rivolta alla consapevolezza, alle strategie e alle pratiche innovative adottate dalle imprese, evidenziando il contributo dell’innovazione, sia tecnologica che organizzativa, alla sostenibilità. Questa prima edizione è focalizzata sul Mediterraneo, ma gli studi proseguiranno, così come altre azioni.

L’attività della One Ocean Foundation vuole essere il lascito per le generazioni future da parte dello Yacht Club Costa Smeralda e anche mio personale.

Riccardo Bonadeo

Commodoro dello YCCS e Vicepresidente della One Ocean Foundation

Editoriale (magazine motore)

SAVERIO CECCHI

ALLARME PORTI TURISTICI

I porti turistici italiani vivono una situazione di forte instabilità e ingiusta vessazione da parte dello Stato, che alimenta il rischio di un vero e proprio collasso del comparto. La vicenda riguarda ventiquattro fra le principali marine turistiche del Paese, in contenzioso con lo Stato dal 2007 contro l’applicazione retroattiva dell’aumento dei canoni demaniali. La legge Finanziaria di quell’anno ha modificato i canoni annuali per le strutture della nautica da diporto, con aumenti fino a cinque-otto volte degli importi fissati all’atto di firma delle concessioni-contratto. Il tutto applicando retroattivamente la nuova norma, inizialmente prevista per le spiagge, per quanto queste prevedano importi e investimenti decine di volte inferiori.

Nonostante i pronunciamenti favorevoli ai porti turistici, le sentenze dei Tribunali Civili, delle Corti di Appello, dei TAR, del Consiglio di Stato - che ha giudicato economicamente insostenibili gli aumenti - e perfino la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato non ammissibile la retroattività dell’aumento dei canoni, la pubblica amministrazione (Demanio e Agenzia delle Entrate) ha deciso di fare cassa a tutti i costi a spese del comparto. I primi fra i ventiquattro porti turistici in causa, colpevoli solo di aver avuto ragione in tutti i gradi di giudizio, si vedono ora recapitare cartelle esattoriali milionarie da parte dell’Agenzia delle Entrate e subiscono il blocco dei propri conti correnti, trovandosi nell’impossibilità di operare.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso e che rischia di innescare proteste eclatanti da parte degli operatori, non ultimo il ventilato blocco dell’imboccatura del porto commerciale di Genova, è la “ritorsione” - non ci sono altre possibili parole - attuata con la revoca della concessione che colpisce le prime due società - Marina Piccola s.r.l. e Marina di Cattolica s.r.l. - fra quelle che hanno vinto i numerosi ricorsi.

Questo atteggiamento è irresponsabile e mette a rischio i 2.225 posti di lavoro di questi porti turistici, oltre agli introiti dei canoni demaniali ordinari, l’Irpef, l’Irpeg e l’IVA generati direttamente e l’importante indotto sui territori. C’è infine un serio danno d’immagine per la ricettività turistica e per tutto il Paese. Chi investirà in futuro sapendo che lo Stato cambia unilateralmente e retroattivamente le regole?

Alla data di pubblicazione di questo editoriale sarà già stata varata la legge di bilancio, e già sapremo se la drammatica situazione che vivono le principali marine turistiche italiane avrà trovato una soluzione positiva oppure se, al contrario, saremo giunti a una nuova grave crisi del comparto.

Saverio Cecchi

Presidente UCINA Confindustria Nautica

I contenuti

Doppiamo l’anno con un’edizione speciale: un numero doppio, un magazine dedicato solo alla vela e uno al motore, più ricco di pagine e argomenti.

Iniziamo con Giancarlo Pedote. Il nostro super velista si getta a capofitto nella preparazione del Vendée Globe, il giro del mondo in solitario e senza scalo. Ecco come si sta preparando.

Tra le prove spicca il supertest del Baltic 112 Liara. Uno sloop full carbon di 34 metri di lunghezza nato per la crociera a lungo raggio e la regata. Veloce e facile da gestire.

Siamo volati fino a Port Ginestra a Barcellona per scoprire il Grand Solei 42 LC il terzo Long Cruise di Cantiere del Pardo. Un blue water con rollbar, pozzetto enorme e prestazioni raffinate.

Proseguiamo in Francia per il test del J-Boat J99. Un cruiser racer versatile e facile dacondurre. È adatto alle regate offshore in doppio e a quelle in equipaggio tra le boe. Ha buone capacità di crociera grazie anche agli interni con due cabine doppie a poppa, bagno e cucina.

Chiudete gli occhi e pensatevi a bordo del Southern Wind 102 Farfalla tra i fiordi della Norvegia. Una meta dove ogni stagione ha il suo fascino e le coste sinuose e frastagliate sono le più spettacolari al mondo.

Il 2019 sarà ricordato anche per i cento anni del Cantiere Feltrinelli. Una storia affascinante che risale al 1600 con la costruzione prima di barche da lavoro e da pesca, poi da diporto e da competizione. e, oggi, riferimento per la vendita dei motoscafi del cantiere austriaco Frauscher.

Tra le prove a motore partiamo dal Benetti Metis, un cinque ponti di 63 metri che conferma l’eccellenza del Made in Italy. Tra gli atout la palestra personalizzata sul fly deck, la piattaforma touch and go per l’elicottero e la suite armatoriale di oltre 160 mq.

Parla italiano anche il nuovo Drifter Amer F 100. Regina di luce è l’ultima nata nel cantiere Amer Yachts da sempre in prima linea per l’abbattimento di consumi ed emissioni. Con quattro Ips1200 Volvo Penta superati i 30 nodi di velocità massima.

Ecco la proposta del cantiere Bluegame: il BGX70. Nato da un’idea di Luca Santella e firmato da Bernardo e Martina Zuccon, è lungo 21,86 metri, e si caratterizza per la poppa aperta con il tender a vista e il profondo legame tra interni ed esterni.

Gli irriducibili dei multiscafi potranno saziare i loro appetiti con la lettura del Fountaine Pajot MY 40. Terzo modello della gamma a motore, si distingue per i grandi spazi all’aperto e le prestazioni. con due motori Volvo Ips500 tocca i 26 nodi di massima.

Il Brabus Shadow 500. Dalla collaborazione tra Brabus e Axopar nasce Shadow 500. Una lussuosa e veloce imbarcazione di 9 metri, creata per le crociere giornaliere o come tender per grandi yacht.

Nei gommoni lo Scanner Envy 1400. Un battello per la crociera con diverse possibilità di motorizzazione. Il test nella versione entrobordo diesel, è disponibile anche con fb a benzina.

Per concludere l’Invictus CX270 barca dalle forme innovative che mira al lusso anche nel segmento dei natanti. Lunga otto metri, offre una cabina doppia con bagno e un grande prendisole. Con un Suzuki DF350a raggiunge i 43 nodi di velocità massima.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le ultime prove