UN SECOLO DI VELA E MOTORE, PATRIMONIO DI TUTTI
di Alberto Mariotti
Quello che stiamo vivendo è sicuramente un momento storico anomalo ma comunque speciale. Per Vela e Motore coincide con il suo 100° anno di vita, che festeggeremo nel corso del Salone di Venezia, dal 28 maggio al 5 giugno prossimi. Si tratta di una città di tradizione per la vela italiana, pensiamo alle imprese del Moro in Coppa America (che festeggia i 30 anni della vittoria della Louis Vuitton Cup nel 1992 a San Diego, USA) ma soprattutto una porta verso l’Oriente, le novità e l’arte. E, a proposito di innovazione, l’anniversario coincide con il ritorno del Premio Barca dell’Anno intitolato al magazine: sarà in una versione dedicata alla sostenibilità e adatta ai tempi in cui tutta la nautica da diporto sta guardando questo tema con crescente interesse.
Il nostro secolo di vita è materialmente contenuto in un grande archivio: migliaia di pagine che ci permettono di rivivere la storia velica e motonautica del Paese con i suoi protagonisti e le sue vicende anche tortuose, seguendo la diffusione e lo sviluppo di un fenomeno che si è radicato nella coscienza e nel costume sociale degli italiani.
Oggi questa tradizione vive anche online, con nuovi sviluppi per Vela e Motore che continueremo a condividere nei mesi a venire.
Personalmente, di questi 100 anni i miei primi 20 trascorsi alla redazione hanno coinciso con un misto di analogico e digitale, di tempi scanditi dalle navigazioni o da risultati sportivi attesi nelle notti; poi da una velocità crescente, imposta dal digitale, che ci ha regalato la possibilità di seguire virtualmente le regate o di connetterci con dirette web anche da casa, come quelle vissute l’anno passato di pandemia a inseguire Luna Rossa e i protagonista della Coppa America o a parlare con Giancarlo Pedote durante l’ultimo Vendée Globe. Tagliare questo traguardo di vita vuol dire guardare al futuro pensando sempre a una storia importante: c’è un lunghissimo lavoro e un’unica filosofia che accomuna i tanti giornalisti che hanno arricchito le nostre pagine e trasmesso la passione per il mare e la nautica a un lettore che vuole storia e informazioni tecniche. Il nostro grazie è anche a tutti loro. Nel futuro è certamente protagonista l’industria e le sue novità.
Con il venir meno delle restrizioni abbiamo iniziato la stagione, come unico magazine italiano parte del premio European Yacht of the Year, con un test in anteprima del Bénéteau First 36 a Izola, in Slovenia invitati dal cantiere Seascape che lo costruisce. La barca segna un passaggio importante perché è un modello di serie (disegnato da Lorenzo Argento e Sam Manuard) che è facile da far andare forte, caratteristica che di solito appartiene a barche sviluppate ad hoc e costruite in pochi numeri. La trovate in copertina e all’interno con un servizio in esclusiva di otto pagine. Per re- stare in tema, siamo andati alla presentazione del Pardo Yachts GT52 che il cantiere ha organizzato a St. Tropez, in Francia. Un evento importante a cui hanno partecipato dealer e le principali riviste di tutto il mondo. Dopo aver raddoppiato la produzione con il motore, il cantiere di Forlì sembra non fermarsi più e continua a sfornare modelli di successo. Ma è con una testimonianza storica che mi piace concludere questo editoriale: di ritorno dalle Regate di Primavera organizzate dallo Yacht Club Italiano a Portofino oltre al vento, alla pioggia e al fuoco di San Giorgio sono le vicende dello yacht a vela Recluta che conquista con passione (trovate la storia nel numero di Marzo 2022). La barca armata da Charlie Badaracco affonda nell’estate del 1942 durante la regata Buenos Aires-Mar del Plata. L’armatore va da Germán Frers (padre) e commissiona una nuova Recluta. Il progetto però si blocca a causa della Seconda guerra mondiale. Dopo circa 80 anni Germán Frers Jr. ritrova i disegni del padre e costruisce l’imbarcazione che oggi rivive anche nelle pagine e nelle foto di The Story Behind Recluta scritto dalla figlia Zelmira Frers e presentato insieme a Mani Frers nella sede dello YCI a Portofino.