Vela e Motore

L’OPINIONE di Antonio Vettese Lo scrivo subito: sono coinvolto nella organizzazione del Salone Nautico di Venezia come consulente dell’Ufficio Stampa. Questo tuttavia non mi impedisce, lo affermo con serenità e non perché sono di parte, di riportare sensazioni e percezioni positive raccolte all’interno dell’Arsenale, luogo incantato dove per la seconda volta si è svolta una mostra nautica. Nonostante le difficoltà imposte dalle restrizioni dovute alla pandemia espositori e visitatori sono arrivati. Gli espositori hanno sostanzialmente raddoppiato i numeri della prima edizione, 220 barche e 160 espositori. I visitatori sono cresciuti in maniera significativa, anche grazie al prolungamento del periodo di esposizione e la estensione a due week end che comprendono il ponte del 2 giugno. Bel tempo, Venezia in ripartenza e di fronte alle barche la Biennale Architettura con un tema impegnativo “How will we live togheter” che trova una risposta anche nel mondo delle barche. La pandemia ha fatto ritrovare ai nostri oggetti galleggianti la funzione di spazio intimo e privato, dove vivere assieme ai propri affetti: figli, famiglie, mariti, mogli, compagni. Navigare in sicurezza tutti insieme per vivere la felicità del mare, della scoperta. Venezia è stata una buona occasione per verificare la solidità di questi sentimenti, gli scettici (qualche espositore arrivato “per prova”) si sono convinti che un Salone primaverile, che oltre alle novità asseconda la voglia post invernale di barca, ha un significato forte. Inoltre si rivolge a un mercato e un bacino di consumatori sostanzialmente orfano di saloni di qualità: tutto il Mediterraneo Orientale, con armatori del blocco est europeo, vive con difficoltà la distanza dal tradizionale bacino espositivo con la “triplice” autunnale Cannes Genova Montecarlo e si trova bene a Venezia. A questo si aggiunge la vocazione della Serenissima a dare spettacolo: non solo la Biennale Architettura ma tutte le Fondazioni e i palazzi che ospitano eventi di qualità. Il week end veneziano non fa rimpiangere nulla dell’offerta tradizionale. Anzi, sembra il complemento corretto per completare l’offerta espositiva per i nostri cantieri. Una volta di più va detto che il mercato Mediterraneo può essere ben coperto dai nostri saloni italiani, che i nostri cantieri dovrebbero esporre nei salone stranieri che insistono su mercati lontani. La pandemia ha cambiato la relazione tra evento e pubblico, smorzando l’ansia verso la relazione diretta e infinita con il pubblico. Sono i bilanci a imporlo, in tanti hanno venduto bene senza il supporto delle grandi feste. C’è chi ha voglia di tornare al vecchio regime, con una restaurazione che sa di libertà tuttavia la lezione è imparata: meno eventi ma di qualità. Venezia è una città d’acqua: nasce dall’acqua e non si affaccia sull’acqua come tante città di mare. Può sembrare una differenza marginale, invece i risultati sono una cultura e una relazione con la navigazione diverse. Il Salone Nautico Venezia può quindi assolvere più funzioni sbaragliando il campo dove la comunicazione moderna vuole incontrare il pubblico: il piano emozionale. Il Salone tornerà l’anno prossimo nello stesso periodo, a cavallo del ponte della Repubblica. A VENEZIA LA BARCA È LUOGO INTIMO 4 VELA E MOTORE giugno 2021

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