Vela e Motore

ħijƞħœŜ΄̑̏̑̑ | VELA E MOTORE ̘̐̏ anno saranno sostituiti anche i foil e tra due anni arriveranno le vele nuove, in tempo per un altro giro del mondo. L’idea di questa trasformazione di Prysmian Group, inevitabile e necessaria, ce la racconta lo stesso Pedote. Come è stato modificato Prysmian Group lo scorso inverno in cantiere? «È stata ricostruita l’opera viva della prua per una lunghezza di sei metri, partendo dal dritto verso poppa. Nel frattempo, già che eravamo in cantiere, ci siamo portati avanti per la prossima stagione e abbiamo rinforzato il fondo dello scafo in previsione dell’arrivo dei nuovi foil, l’anno prossimo». Con che materiali lo avete rinforzato? «Abbiamo sostituito il Nomex con della schiuma ad alta densità per avere unamaggiore resistenza agli impatti cui sarà soggetto lo scafo proprio con i nuovi foil. Il lavoro ha coinvolto una superficie di 20 metri quadri e non è tanto diverso da quello realizzato da tutti i team che, prima di noi, hanno affrontato una modifica del genere finalizzata a evitare problemi dovuti all’urto della barca sulla superficie dell’acqua (slamming, il termine tecnico utilizzato da Pedote nell’intervista, ndr)». Altre modifiche quali sono? «La nuova prua ha un dritto che si trova più in alto rispetto a prima, quindi la briglia si attacca con un angolo più stretto al bompresso. Conseguentemente è stato necessario sostituire quest’ultimo con uno più robusto, con una sezione maggiore per resistere ai carichi sicuramente aumentati. La stessa briglia è stata sostituita per rispondere ai nuovi sforzi. Poi, abbiamo cambiato la struttura del punto d’attacco della mura del J3 in modo che possa alloggiare un perno con sensore (load pin, il termine utilizzato da Pedote, ndr) per visualizzare i carichi sull’albero. Infine, sono stati cambiati i winch delle scotte, anche questi nell’ottica dei nuovi sforzi cui saranno sottoposti quando la barca sarà dotata dei nuovi foil e anche perché quelli di prima erano ormai usurati al termine del Vendée Globe». Abbiamo parlato molto di strutture, resistenza agli impatti e nuovi carichi. Il motivo della radicale trasformazione della forma di prua, invece, qual è? «Unicamente la performance. Ho voluto cambiare la prua per ottenere un comportamento diverso dall’imbarcazione con l’unico scopo di renderla più competitiva. Ma non si può fare un lavoro del genere senza preoccuparsi dell’affidabilità del mezzo e rischiando di compromettere l’equilibrio della barca». Come è iniziata l’idea di una modifica così importante di Prysmian Group? «Dopo il Vendée Globe, Prysmian Group era già stato in cantiere, non per sottoporsi a modifiche, ma a verifiche del suo stato in vista del programma di regate 2021. In quel momento è iniziata per me anche una fase di comparazione in ottica di futuri possibili scenari: una barca nuova, una usata diversa da quella che ho adesso oppure, come poi ho preferito insieme al mio sponsor Prysmian Group, alla luce delle cifre risultate dallo studio, modificare quella in mio possesso». L’idea di modificare Prysmian Group è nata prima o durante il Vendée Globe, nel corso del quale hai avuto modo di conoscere la barca molto in profondità? «Come modificare la barca l’ho maturato per il 70% durante il giro del mondo e per il 30% già prima. Nel periodo prima del Vendée GloAŜƖŜ΄AåœāĮ΄BåʼnijƵĎʼnͥBƞƼåĈĎƂͲ ĎƂőƞĈĎƊ΄̐̏̏̏΄šåāĎ Nella foto grande, il navigatore italiano al termine della sua prima regata dell’anno nella classe Imoca, ʼnå΄ ĎƂőƞĈĎƊ΄̐̏̏̏΄ šåāĎ͚΄åʼnʼnå΄ƁƞåʼnĎ΄ si è classificato all’ottavo posto. Prysmian Group era uscito dal āåœƖijĎƂĎ΄ƊŜʼnŜ΄̐̐΄ giorni prima. Qui, Giancarlo Pedote naviga su Prysmian Group che presenta l’opera viva radicalmente modificata. AŜƖŜ΄AåœāĮ΄BåʼnijƵĎʼnͥBƞƼåĈĎƂͲ ĎƂőƞĈĎƊ΄̐̏̏̏΄šåāĎ

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