Vela e Motore

agosto 2022 | VELA E MOTORE 117 È stato uno dei grandi protagonisti dell’ultima edizione del Vendée Globe (la regata attorno al mondo in solitario e senza scalo che si disputa ogni quattro anni): quando era in terza posizione e in piena lotta con i primi, il suo Imoca 60 PRB ha infilato la prua in un’onda e lo scafo si è spezzato improvvisamente in due. «Non ho avuto il tempo di fare nulla, ma solo di inviare un messaggio al mio team: ‘Sto affondando, non sto scherzando. MAYDAY’», racconterà ore dopo Kevin Escoffier, sano e salvo in collegamento da bordo della barca di Jean Le Cam, lo skipper che lo recupererà dalla zattera al termine di una complessa operazione di ricerca coordinata dall’organizzazione della regata e che coinvolgerà diversi concorrenti in navigazione nella stessa zona di oceano del naufragio. Era il 30 novembre 2020 e la testa della flotta della regata, partita tre settimane prima da Les Sables d’Olonne, si trovava a circa 800 miglia a sud-ovest del capo di Buona Speranza (Sudafrica). Kevin Escoffier non è diventato famoso per questo incidente, lo era già. Nato a Saint Malo (Bretagna, Francia) 42 anni fa, ha vinto la VolvoOceanRace 2017-2018 (la regata attorno al mondo in equipaggio e a tappe) conDongfeng RaceTeam (con il quale si era classificato già terzo, tre anni prima) e nel 2012 era a bordo del maxi trimarano Banque Populaire V dello skipper Loïck Peyron, che conquistò il Trofeo Jules Verne, stabilendo il nuovo record (allora) di circumnavigazione a vela del globo in 45 giorni e 13 ore. Laureato in ingegneria, dopo avere frequentato università a Parigi, Montreal (Canada) e College Park (Maryland, Stati Uniti), non si limita a fare il navigatore, ma si dedica anche alla progettazione. Uno dei suoi primi progetti risale al 2005, il trimarano di 50 piedi CrêpesWhaou! 2 per suo padre Franck-Yves Escoffier, in coppia con il quale nel novembre dello stesso anno vinse di classe la transatlantica in doppio Jacques Vabre. Abbiamo incontrato Kevin Escoffier a Lorient (Bretagna), dove risiede, il giorno dopo il varo del suo ultimo Imoca 60, sempre con l’iconica livrea arancione di PRB. La barca ha una storia particolare: la sua costruzione era iniziata in un cantiere inglese per conto di uno skipper americano, che poi non ha continuato l’operazione. «Con PRB abbiamo deciso di prenderla che era ormai ultimata – racconta Escoffier –. Non mi piaceva del tutto così l’abbiamo lasciata in cantiere per avviare le modifiche che ritenevo opportune. In questo modo abbiamo una barca nuova che è costata sei milioni di euro, pronta anavigare, contro gli otto che sonomediamente necessari per un nuovo Imoca 60». La nuova PRB, quindi, a che generazione di Imoca appartiene? «La barca è stata progettata nel 2020 da Guillaume Verdier, ma quando era ancora in fase di costruzione, nel 2021, abbiamo cambiato 4,5 metri di prua e abbiamo disegnato i foil che sono come le barche della generazione 2022. È stata varata quest’anno, quindi è una barca di ultima generazione concepita con tutte le informazioni che Verdier ha raccolto dalle imbarcazioni precedenti. Anche come strutture è una barca che tiene conto di tutte le ultime innovazioni. Alla fine, è una barca del 2022». Quando hai preso questa barca, a che punto della costruzione si trovava? «Lo scafo eraultimato. Della coperta era finito solo lo stampo, ma per semplicità ho deciso di conservare quel disegno, anche se è con due coffee grinder in pozzetto invece di uno solo Kevin Escoffier, 42 anni, durante una delle prime uscite su PRB. Il navigatore francese è North Sails Performance Ambassador. Ha vinto una Volvo Ocean Race e un Tofeo Jules Verne. Nella classe Imoca dal 2018, non è riuscito a completare il Vendée Globe del 2020 che vuole tentare di vincere tra due anni.

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