Vela e Motore

60 VELA E MOTORE | marzo 2023 PROVA | OYSTER 495 Con una lunghezza fuori tutto di 16,10 metri (15,15 quello dello scafo), il 495 è il più piccolo della flotta Oyster ma non chiamatelo “entry level”. Grazie alle sue qualità di comfort, costruzione, performance e anche tenuta del valore nel futuro, il 495 potrebbe benissimo essere la barca definitiva e il coronamento del sogno di una vita per tanti armatori. Anche il prezzo gioca un ruolo importante, al momento si parte infatti da £ 1.375.000 (ex Vat) che equivalgono ad oltre unmilione e mezzo di euro + Iva. Tanti? Sì, ma la qualità ha sempre un costo e il rialzo dei prezzi è purtroppo comune a tutti i cantieri, fornitori, accessoristi, manodopera. IL PRIMO DELL’ERA HADIDA Varato all’inizio dello scorso anno, il 495 è anche il primo interamente sviluppato sotto la direzione del nuovo proprietario del cantiere, l’imprenditore inglese Richard Hadida che lo ha acquistato nel 2018 salvandolo dal fallimento. Disegnato da HumphreysYacht Design, si è presto distinto per il suo Dna: uno yacht che eredita tutto il “pacchetto” luxury e comfort dei modelli più grandi a cui si aggiunge il vantaggio delle dimensioni, perfette per una coppia di appassionati giramondo. Anche le ampie autonomie dei serbatoi di acqua e carburante, rispettivamente 600 e 800 litri, raccontano uno yacht che nasce per lunghe navigazioni oceaniche. Il 495 è stato nominato, vincendola, in categoria Luxury Cruiser insieme al Bénéteau OceanisYacht 60 e all’italiano Ice 62Targa. Non è facile definire la parola “lusso” quando si tratta di imbarcazioni a vela. Già soltanto andar per mare potrebbe essere definito come lusso. Ma quali differenze ci sono nel farlo su una di queste tre imbarcazioni? Con tutte e tre si finisce ben oltre il milione di euro (e non è difficile sfiorare i due, in alcuni casi), accessori e Iva compresa. A cambiare sono qualità e materiali di costruzione, con IceYachts che stacca Oyster e Bénéteau grazie alla sua costruzione semi custom. Dopo la rinascita il cantiere inglese ha affidato la supervisione del suo operato all’agenzia Lloyd’s tornando ai livelli Se fuori questo Oyster si fa riconoscere per la grafica dai colori accesi, dentro non è affatto da meno e dimostra le capacità e l’attitudine alla personalizzazione del cantiere inglese. La cucina (a sinistra) sfrutta uno spazio dedicato e senza passaggio verso l’armatoriale, che avviene sulle mura opposte. Ha quindi doppio piano di lavoro e ampi volumi per lo storage della cambusa.

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