Vela e Motore

marzo 2023 | VELA E MOTORE 103 dei nuovi modelli. Trent’anni fa una barca di 12 metri era larga tre metri, oggi quattro. Per non parlare dei multiscafi. Tutta la parte delle infrastrutture e la stessa idea di porto deve cambiare e riadattarsi a esigenze e utilizzi diversi, ad esempio ci vogliono ovunque colonnine per la ricarica delle auto elettriche. Non puoi arrivare in un porto e non avere un servizio del genere». Il catamarano amotore è una tendenza in continua crescita. Come vede il settore? «Siamo i primi al mondo ad aver affrontato seriamente il tema del cat a motore, fino ad oggi erano modelli a vela a cui, per logiche di produzione, veniva tolto l’albero e aggiunto una motorizzazione più potente senza grandi modifiche. Il mondo del motore vale nove volte quello della vela e i clienti hanno le loro specificità. Cosa cerca un utilizzatore medio e come può rispondere, eventualmente, il catamarano amotore? Crediamo al suo potenziale e l’abbiamo affrontato a 360° con relativi investimenti, non guardandolo soltanto come opportunità di mercato. Abbiamo presentato l’M48, che è stato un grandissimo successo, e ora il nuovo M8, che costruiamo aMonfalcone. In 70 piedi di barca ritrovi gli spazi di un normale 100 piedi e visto che a un certo livello cerchi tanto spazio, una sorta di real estate sull’acqua, il cat è la risposta perfetta». Sostenibilità, come la interpretate? «Noi non ne parliamo, la facciamo. Ed è già una grande differenza con chi dice di farla. In ognuno dei segmenti dove siamo presenti stiamo lavorando a propulsioni alternative. Abbiamo soluzioni full electric per alcuni modelli o ibride in altri. Poi c’è tutta la parte dei materiali compositi, che ha un peso specifico elevatissimo. L’ultima novità al riguardo è la collaborazione tra Jeanneau e Multiplast per la costruzione del Sun Fast 30 One Design che sarà la prima barca di serie al mondo realizzata con il 100% di resine riciclabili. E altri modelli arriveranno nel prossimo futuro. Inoltre, utilizziamo già più del 30% di fibre naturali e resina biologica in tutte le piccole parti delle nostre imbarcazioni. Una pratica che ha permesso di risparmiare le emissioni equivalenti a quelle di 1.500 auto che circolano per un anno, e l’abbiamo fatto senza far rumore». L’obiettivo per il futuro? «La sostenibilità diventerà un riferimento finanziario, come la lettura di un bilancio. Dobbiamo quindi lavorare insieme agli altri per creare degli indicatori uniformi per tutto il ciclo di vita, che è composto da quattro fasi: quella a monte, la costruzione, la vita stessa del prodotto e il suo riciclaggio. La cantieristica a livello globale deve impegnarsi per migliorare alcuni coefficienti e trovare degli standard prima che questi ci vengano imposti dall’esterno. Anche perché il secondo step sarà quello della “tassonomia verde”, un sistema di classificazione per definire in maniera univoca quali attività economiche sono sostenibili. Ovviamente siamo ancora tutti nella fase iniziale della creazione di una cultura green». Il settore era quasi tornato allo stato pre-Covid-19 già nel 2021 e la tendenza continua anche quest’anno nonostante crisi energetica, inflazione, potere d’acquisto ridotto, guerra e aumento dei costi di materiali e componenti. La stagione 2021 ha segnato un più 4,9% del fatturato e un tasso di esportazione della produzione finora ineguagliato, pari al 79%. Un incremento corroborato dal buon andamento di tutti i comparti e in particolare quello dei multiscafi in crescita di quasi il 10%, ma anche dell’usato +17%, Risultati che hanno spinto il leasing con un balzo in avanti dal 10% al 14%. «L’attività all’aperto sull’acqua è un toccasana per il mondo post Covid. – ha dichiarato Jean-Paul Chapeleau, Presidente della FIN (Fédération des Industries Nautiques) - La crisi sanitaria, economica, sociale, ambientale ha trasformato la nautica in un rifugio sicuro, sinonimo di fuga, libertà e relax. In questo contesto sta emergendo una generazione di consumatori su cui bisognerà riflettere e lavorare per non disperdere i nuovi fruitori, più giovani e attenti alle tematiche ambientali, ma anche meno esperti». Dopo un calo del 10,6% nel 2020 per l’impatto della crisi sanitaria, il fatturato generale della produzione di imbarcazioni da diporto a vela e motore è tornato a crescere con un incremento del 2,9% raggiungendo 1,221 miliardi di euro nel 2021. La produzione di barche a vela, punta di diamante dell’industria transalpina, dopo una flessione nel 2019/2020 a 779,9 milioni di euro di fatturato (-8,4%) ha registrato un aumento del 5,8% a 825,2 milioni di euro, di cui oltre 81% destinato all’esportazione. Il segmento dei monoscafi ha incassato un leggero incremento dello 0,4% e raggiunto un fatturato di 297,6milioni di euro. Nello stesso periodo, il segmento dei multiscafi, in cui la Francia è anche leader mondiale, ha registrato un forte aumento a 523,1 milioni di euro (+9,5%). La produzione di barche a motore, in controtendenza con gli altri comprati, è invece calata del 2,6%, a 396,5 milioni di euro con una presenza all’estero sempre molto significativa, pari al 75% del fatturato. (Fonte: Nautisme & Plaisance, Le chiffres clés 3020/2021, Édition 2022). Nel numero di luglio di Vela e Motore, pubblicheremo uno speciale dedicato alle imbarcazioni a vela Made in France. L’industria nautica francese in cifre

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