Vela e Motore

marzo 2023 | VELA E MOTORE 141 A sinistra, Charles Caudrelier, 49 anni, skipper di Gitana 17. A destra, il maxi multiscafo della classe Ultim con il quale ha vinto lo scorso novembre la Route du Rhum. Costruito nel 2017 su progetto di Team Verdier. Alcuni suoi componenti sono stati realizzati in Italia da Re Fraschini (foil) e Persico (carenature delle traverse). Ha una lunghezza di 32 metri e una larghezza di 23 m. Pesa 17 tonnellate e ha una superficie velica di 435 mq di bolina e di 660 mq alle andature portanti. Foto Eloi Stichelbaut-polaRYSE/GITANA S.A. eranomolto leggere e, devo dire, anche pericolose. Gitana 17, nonostante faccia impressione per le sue dimensioni e la sua complessità, è una barcamolto sicura. Per esempio, abbiamo sistemi automatici affidabili che lascano le vele quando la barca sbanda troppo e autopiloti molto efficienti». Quindi, quando regati, puoi essere totalmente concentrato su navigazione, strategia e tattica? «Assolutamente. Sono a bordo di Gitana 17 da tre anni e non homai provato il sentimento della paura. Quando navigavo sui MOD70, per citare un’altra classe di multiscafi, ogni volta che il vento era superiore a 20 nodi d’intensità, ero preoccupato». Il più bel ricordo che hai con Gitana 17? Partendo dall’ultimo, ovviamente la vittoria della Route du Rhum. La sognavo da quando ero bambino. Purtroppo ho perso mia madre poco prima e lei nonha potuto condividere questamia gioia. Ho voluto dedicare il successo alla famiglia Rothschild e a Franck Cammas, con il quale nel 2021 ho vinto la Transat Jacques Vabre e che mi ha lasciato il posto per la Route du Rhum. Avrebbe potuto vincerla lui. Ma con Gitana 17 ogni mese succede qualcosa di straordinario. Quando la scorsa estate abbiamo montato dei nuovi foil, la sensazione è stata fantastica». Il più brutto? «Quando abbiamo dovuto interrompere la nostra corsa per il Trofeo Jules Verne (il record assoluto di circumnavigazione del globo a vela, in equipaggio, n.d.r.) nonostante fossimo partiti molto forte. Avevamo perso il nostro armatore, Benjamin de Rothschild, e volevamo vincerlo per lui. Due giorni dopo che era morto (il 15 gennaio 2021, a 57 anni, per infarto nella sua casa in Svizzera, n.d.r.) abbiamo passato il Sudafrica ed eravamomolto avanti sulla tabella di marcia del record (40 giorni e 23 ore, stabilito nel 2017 da Idec Sport di Francis Joyon, n.d.r.), ma poi uno dei nostri timoni si è rotto e ci siamo dovuti fermare. Il ritorno a casa è stato molto lento e frustrante». Hai delle tecniche particolari per rendere al massimo nelle regate in solitario? «Dormire bene è molto importante. Ho imparato a stare nella giusta posizione, conoscere gli orari, alimentarmi bene. Chiudo gli occhi per brevi periodi, al massimo 20 minuti, ogni volta che ne ho la possibilità. Per far questo, si deve avere la capacità di addormentarsi subito, per non perdere tempo». Hai fatto anche allenamenti specifici per la respirazione? «Lavoro con Arnaud Jerald (primatista mondiale d’immersione, n.d.r.). Adoro immergermi e la trovo un’attività importante per gestire la calmamentale. Abbiamo passatomolto tempo insieme e ho trovato benefici per la respirazione, il rilassamento e la gestione delle energie fisiche, perché durante le immersioni devi imparare a compiere un’azione conpoco ossigeno. Quali sono le peggiori condizioni meteo per navigare con Gitana 17? «Al lasco con mare formato. Di bolina la vita a bordo è più scomoda, ma non presenta particolari difficoltà. Al lasco, invece, devi sempre regolare le vele e impostare la rotta». Per mare formato cosa intendi? «Non è tanto l’altezza delle onde che ti mette in difficoltà, perché anche quando sono di 3metri non te ne accorgi. È il periodo. Se le creste sono vicine, stare sui foil è più complicato». Invece, le tue condizioni favorite quali sono? «Quelle di tutti (ride): 20 nodi di vento e acqua piatta». Chi è per te il navigatore oceanico che ha realizzato l’impresa più grande? «Èmolto difficile sceglierne uno, ce ne sono così tanti nella storia! Il record di François Gabart che nel 2017 ha completato il giro del mondo in solitario in 42 giorni (sul trimarano di 30 metri Macif, n.d.r.) è pazzesco. Non vorrei passare per arrogante e irrispettoso nei confronti dei grandi protagonisti del passato, ma anche il nostro successo con Dongfeng Race Team alla Volvo OceanRace 2017-2018 è stato formidabile.Tutti i teamhanno spinto le barche al massimo emai prima c’era stata una competizione così serrata negli oceani del sud, con la vittoria che si è poi decisa proprio nelle miglia finali del giro del mondo» Il record di Gabart è battibile con i mezzi di oggi? «Lo scopriremo presto, dato che il 7 gennaio 2024 partiremo per la prima regata della storia in solitario e senza scalo attorno al mondo riservata alla classe Ultim. Parteciperemo alla Arkea Ultim Challenge, con partenza e arrivo a Brest. Certo, nei tentativi di record c’è il vantaggio di decidere autonomamente il giorno della partenza in base alla finestra meteo ritenuta più favorevole, ma questa regata sarà sorprendente».

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