Vela e Motore

marzo 2023 | VELA E MOTORE 79 SEMPLICE E VELOCE, MOLTO VELOCE LORENZO ARGENTO – DESIGNER FIRST 36 Il progettista Lorenzo Argento è riuscito a regalarsi la “sua” barca e ci racconta come il First 36 sia dedicato ad armatori che badano alla sostanza e che ritrovano in questo modello tutto ciò che serve per divertirsi senza tante complicazioni Cosa significa aver vinto il premio European Yacht of the Year? «Sono felice, è stato un progetto entusiasmante che ha coinvolto molte entità, il Gruppo Beneteau, il cantiere sloveno Seascape, il progettista Sam Manuard, Giovanno Belgrano, Pure Design. Un bel gruppo di lavoro, un bel progetto. È una barca di serie che esprime il meglio di tecnologia e architettura navale. Ottenere più di questo è difficile se non passando a progetti da regata utilizzando il carbonio ma con altri prezzi e budget. Su questa dimensione essere riusciti a centrare budget di peso, prezzo, performance e quindi del piacere di andare a vela è un grande risultato. Trovo che il premio sia meritato». Lorenzo siamo a bordo della tua barca, che sensazioni hai? «Aver comprato la mia barca è un sogno. Mentre la disegnavamo mi dicevo “questa barca è perfetta per me”. Le dimensioni sono azzeccate, un 36 piedi che pesa solo 5mila kg, i carichi su cime e scotte sono gestibili ed è tutto facile da manovrare, un aspetto importante per me che ho 60 anni e non sono più un ragazzino. Voglio fare miglia e navigare tanto, è un grande sogno che spero di godermi per i prossimi anni». L’identikit dell’armatore ideale? «È un armatore senza orpelli, che bada alla sostanza. È un armatore che ha già avuto barche e che vede il 36 come l’essenza di tutto ciò che serve all’interno di un budget ragionevole. Trova semplicità di manutenzione e pulizia, una barca che ti fa divertire ed esprime leggerezza, velocità e performance. E che puoi domare con le tue forze anche se non sei più un ventenne pieno di energia». Il suo punto di forza? «La barca è pensata semplice e così deve rimanere: non ci sono aria condizionata, winch elettrici, solo le cose fondamentali. Le dimensioni e il peso permettono di gestire tutto ciò molto semplicemente. Questo era l’obiettivo principale». Il mobile centrale è una tua firma già vista. «Il 36 è lungo 11 metri e largo 3,70: ha una forma triangolare con molto volume interno, l’isola centrale è un punto importante a cui attaccarsi in navigazione oltre che contenere un frigorifero generoso, che su barche di queste dimensioni è piacevole». La bolina non è il suo forte. «Per come l’ho provata io non vedo grandi problemi, queste barche si mettono sullo spigolo e navigano bene. La porterò in Grecia per l’Aegean 600 e non ho alcun timore che la barca non vada bene di bolina. È chiaro che se ti metti a fare bolina stretta con 30 virate non è il suo terreno, ma chi è che lo fa? Credo nessuno». Come si colloca First 36 nel mercato dei performance cuiser? «Le regate non erano la nostra priorità, l’obiettivo era il piacere di navigare. Se vuoi godere ad andare a vela allora il First 36 è la tua barca. Se invece vuoi regatare seriamente esistono modelli che strizzano molto di più l’occhio alle performance e che hanno già dimostrato di poter vincere tra le boe di un campo di regata. Altri modelli sono invece oggetti premiumdotati anche di una forte componente di eleganza e stile rispetto al First che è molto più semplice e con tutt’altro budget». Se potessi cambiare una caratteristica del First cosa faresti? «Mi sarebbe piaciuto avere un pozzetto più lungo di 50/60 cm, dietro la timoneria ti senti un po’ di cadere in acqua, ma vale per tutti i modelli di questa taglia. Per farlo avremmo dovuto sacrificare l’abitabilità delle due cabine di poppa ma non era nei nostri obiettivi». Credi nella propulsione elettrica? «Sono un grande sostenitore. La vedo bene in una soluzione ibrida per avere quel pizzico di potenza in più quando c’è poco vento. Ti crei un po’ di vento apparente per navigare più veloci senza dover accendere il motore. Se devi fare tante miglia è una soluzione interessante». Parteciperai a qualche regata? «Sì, ho l’ambizioso programma di partecipare all’Aegean 600, una regata lunga appunto 600 miglia e circa cinque giorni in Grecia. È un progetto ambizioso che farò insieme a sei amici con spirito di avventura. È proprio il desiderio di outdoor che mi spinge, il guadagnarsi la meta, non certo la voglia di risultati, non sono un grande regatante. Voglio fare un’esperienza diversa, è come andare in un rifugio a 3mila metri di quota, hai un livello di comfort diverso, non è l’hotel a 5 stelle che trovi a 1.000 metri. Essere sulla linea di partenza sarà già il mio risultato, perché vorrà dire di aver fatto i corsi di sicurezza, avere preparato un equipaggio in grado di navigare bene, aver portato la barca in Grecia. Quando taglierò la linea di partenza il grosso del lavoro sarà già stato fatto».

RkJQdWJsaXNoZXIy MTQ3ODg3Nw==