La casa di Avigliana esordisce alla grande nel mondo degli open.
Bellissima la cabina armatoriale con vista a livello del mare. Sportiva ed
elegante, per raffinati.
Ha vinto il Gran Premio dell’Innovazione 2004.
"Gli interni delle barche? Avete mai notato che, quando ci si trova
sottocoperta della gran parte delle imbarcazioni, per quanto gli arredi siano
belli o raffinati, potrebbero essere quelli di uno chalet tirolese, o di
un appartamento milanese?...
Introduzione
La casa di Avigliana esordisce alla grande nel mondo degli open.
Bellissima la cabina armatoriale con vista a livello del mare. Sportiva ed
elegante, per raffinati.
Ha vinto il Gran Premio dell’Innovazione 2004.
"Gli interni delle barche? Avete mai notato che, quando ci si trova
sottocoperta della gran parte delle imbarcazioni, per quanto gli arredi siano
belli o raffinati, potrebbero essere quelli di uno chalet tirolese, o di
un appartamento milanese? Chi si accorge che siamo sul mare?".
A parlare è Stefano Righini, l’uomo che ha curato il concept, cioè l’idea, il
senso del nuovo Azimut 68 S.
Una barca che è stata costruita intorno alla sua grande cabina armatoriale che,
ve lo assicuriamo, a chi la abita ricorda ogni istante che siamo sul mare,
dentro al mare. Il particolare (si fa per dire) che fa la differenza è la
finestratura: sei quadrati di cristallo, una semplicissima ma moderna, elegante
geometria che offre un’emozionante vista a filo del mare.
E se questa cabina è il cuore della barca, regina del Salone di Genova 2003 e
premiata da Vela e Motore con Il Gran Premio dell’Innovazione, anche altri sono
gli aspetti che la rendono nuova, interessante. Primo fra tutti che per la
prima volta dal cantiere di Avigliana, da sempre patria delle barche col fly,
arriva un open.
Ed è un open particolare: «Sportivo, ma non aggressivo, che può piacere anche
alle donne che possono salirci senza sentirsi a disagio.
Una barca veloce, ma anche serena. Non si può imporre a tutti un modo di
vivere», sempre nelle parole si Stefano Righini. Un open, quindi fuori dalla
mischia, mai volgare, mai eccessivo, che se riprende un’idea già nota (quella
di spostare sul ponte superiore dinette, lasciando sottocoperta solo la zona
notte ) lo fa in maniera equilibrata, senza soluzione di continuità tra il
dentro e il fuori.
Una filosofia progettuale che è piaciuta al mercato (nove le barche vendute già
al Salone) e che stata ripresa sulla sorellina maggiore, l’ 86S, appena
presentato al salone di Düsseldorf.
Gli interni
Interni
Come dicevamo, per raccontare questa barca bisogna per forza cominciare da
quello che troviamo sottocoperta.
Tutto il progetto si sviluppa attorno alla cabina armatoriale a centro scafo e
che ne sfrutta l’intera larghezza. Il layout voluto da Stefano Righini prevede
un letto matrimoniale che dalla murata di sinistra si allunga in diagonale
verso il centro, mentre dalla parte opposta alloggia una zona living con un
tavolo orientato per baglio e due divani contrapposti. Una disposizione
semplice, ma che nasce da una volontà precisa, quella di avere una bella vista
sul mare da entrambe le zone funzionali, quella del letto, e quella
ufficio-lettura: «L’idea era quella di cercare di far rimanere più tempo
possibile nella loro stanza, di farli alzare tardi».
Il mezzo per raggiungere questo fine sono proprio le finestrature in cristallo
il cui disegno non deriva da esigenze strutturali ma da una pura scelta
estetica, nata osservando un castello medioevale. Si, avete letto bene, Righini
ha avuto la fulminazione osservando il panorama attraverso la stretta feritoia
in uno spesso muro di pietra: «Seduto davanti ad un tavolino poco differente da
quello che ora è sul 68 S. Mi ha colpito l’effetto visivo che si trasformava in
effetto emotivo».
Alle spalle di questa cabina il bagno, lungo e stretto, intelligente filtro tra
la zona notte e la sala macchine. Anche la cabina di prua, dalla tradizionale
forma a V, con letto quasi interamente aggirabile, ha notevoli dimensioni e
molto spazio per stivare bagagli e vestiti. Più piccola, invece, la terza
cabina laterale con due lettini singoli a nostro avviso un po’ troppo stretti,
una buona “stanza per i bambini”.
L’altra zona regina dell’Azimut 68S è il salone principale. Qui Righini e Carlo
Galeazzi (che si è occupato nello specifico della scelta dei materiali e delle
decorazioni, sua l’idea degli arredi all’insegna del contrasto cromatico, con
legni in wengé scuro e tessuti chiari) hanno lavorato per creare “un’osmosi tra
esterno ed esterno”.
Come? Prima di tutto grazie al portellone posteriore a “tutta apertura” che,
grazie a un sistema a quattro ante scorrevoli in cristallo temperato e acciaio,
mette in collegamento diretto il salone con il pozzetto (e tutti i mobili sono
stati orientati in modo da creare un’unica grande zona di conversazione); in
secondo luogo con l’hard top del quale abbiamo apprezzato molto la velocità di
apertura, la silenziosità e la precisione del meccanismo (il cui principio di
funzionamento è di derivazione automobilistica); in terzo luogo sfruttando l’
ampia finestratura del salone con la tradizionale forma a pinna di pescecane
rovesciata (ormai simbolo della gamma); e infine grazie al bimini a scomparsa
che va a coprire il pozzetto. In questo modo il dentro e il fuori diventano una
sola cosa, gli spazi si sommano e raddoppiano.
Semplice, geniale.
La cucina è isolata da tutti gli altri ambienti e costituisce una realtà e sé,
con tutto lo spazio necessario per lavorare e fare cambusa. Vi si accede dal
salone principale scendendo una scala sdoppiata che conduce anche nella zona
notte. Ci sembra anche qui ben riuscito l’intento dei progettisti di separare
gli ambienti, in base alle specifiche esigenze funzionali.
Questa soluzione di layout interni rappresenta l’unica versione per offerta dal
cantiere che ha voluto distinguere e caratterizzare la linea S delle proprie
imbarcazioni con uno stile inconfondibile (e siamo d’accordo con Righini quando
ci dice che il vero successo commerciale nel tempo di un modello è dato in
primo luogo dalla disposizione degli interni e dalla loro funzionalità, ancora
prima del design esterno).
La coperta
Coperta
La coperta sia come design e che nella sua organizzazione rappresenta, in
maniera coerente con la filosofia del progetto, un buon compromesso tra
sportività e comfort. Spiccano il bel rosso delle fiancate messo in mostra da
un nuovo bianco ghiaccio (che dovrebbero contraddistinguere tutta la serie) e
la finestratura sulle murate, importante elemento di riconoscimento anche dall’
esterno.
Il pozzetto è il cuore di questa imbarcazione per quanto riguarda la vita all’
aperto. Come accennato sopra, questa zona è molto godibile anche per la
continuità che ha con il salone. Interessante il bimini che fuoriesce
elettricamente dalla struttura del rollbar e che si estende verso poppa a
coprire tutta l’area living. Qui trovano posto anche un tavolo estendibile e un
divanetto fisso, oltre al mobile cucina esterno con griglie, lavello e
frigorifero (optional). All’estrema poppa un prendisole capace di ospitare più
persone grazie alle notevoli dimensioni (275 x 237 cm) ottenute “inventandosi”
una sorta di spoiler che si allunga sopra la plancia (soluzione anche
esteticamente molto centrata).
Sempre dal pozzetto si accede, attraverso uno stretto passauomo, alla cabina
del marinaio dotata di un piccolo bagno, non prevista nella configurazione di
base ma da installare solo su richiesta dell’armatore (e la barca, come abbiamo
avuto modo di verificare, mostra una facilità di conduzione da non richiedere
per forza un equipaggio professionista).
Dalla plancia di poppa si accede al garage per il tender mentre al suo interno
è nascosta la passerella idraulica a scomparsa da 3,4 metri. Nota un po’
dolente sono i passavanti, sacrificati per guadagnare spazio nel salone e con
una dimensione che non va oltre i 30 cm. Il passaggio a prua risulta però
sicuro grazie ad una battagliola ben dimensionata che offre un buon appiglio
nei movimenti.
Come ogni buon open molto spazio per prendere il sole lo troviamo sull’ampio
ponte di prua.
In termini di costruzione la priorità dell’azienda in fase progettuale era
quella di ottenere uno scafo leggero e ben manovrabile. Quindi pesi contenuti
e, soprattutto, concentrati in basso e a centrobarca. La carena e in vtr
monolitica, mentre fiancate sovrastrutture sono in sandwich con anima di Pvc.
Per gli strati esterni è stata utilizzata resine vinilestere, il gelocoat è
neopentilico-isoftalico.
La carena è a V profonda, l’angolo di uscita a poppa è di 15°, a metà carena di
19°, con pattini di sostentamento su 2/3 della lunghezza.
La prova
La prova
L’Azimut 68S è una barca equilibrata e facile da condurre che, nonostante le
dimensioni, difficilmente può creare problemi a chi la conduce.
Ci si sente subito a proprio agio, l’accelerazione è graduale, la risposta del
timone è precisa e non si avverte il senso della velocità. Abbiamo apprezzato
come il cantiere non abbia esagerato con le potenze a tutto vantaggio della
facilità d’uso generale. Lo scafo si è ben comportato anche con mare formato e,
nonostante i quasi 35 nodi raggiunti, non ha mai battuto eccessivamente sull’
onda.
La scia è pulita, la derapata è minima. Le linee di carena centrate e una
costruzione intelligente, mirata prima di tutto a contenere e a concentrare in
basso i pesi, portano a non dovere utilizzare quasi mai i flaps e ad aver un
raggio di virata ragionevole. La rumorosità rientra nella media per questo
genere di imbarcazioni anche se si fa sentire un po’ troppo il fischio delle
turbine che costituiscono buona parte del rumore di fondo durante la
navigazione.
La visibilità che ha il timoniere in navigazione quando la prua sale non è
delle migliori, ma il cantiere ha già provveduto ad alzare la seduta di 10 cm
sui modelli successivi a quello della prova. Sempre nell’ottica della facilità
di conduzione è disponibile (come optional) un joystick di manovra che serve
per gestire i movimenti dello scafo durante le fasi di attracco. Questo
dispositivo permette di attivare contemporaneamente i propulsori e i
bow-thruster per effettuare uno spostamento nella direzione voluta, la barca
riesce così a spostarsi lateralmente e ruotare sul posto.
In sintesi
Una delle regine indiscusse dell’ultimo salone. Segna l’ingresso di Azimut nel
mondo degli open, e lo fa con successo.
Un progetto costruito intorno alla cabina armatoriale, un gioiello di
architettura di interni dominato dalle basse finestrature laterali. Costruzione
moderna, pesi contenuti e baricentro basso. Facile la conduzione nonostante la
mole.
Tutti i dati
Dati
Progetto
Stefano Righini (exterior styling, interior lay-out, concept),
Carlo Galeazzi (Interior Designer)
Misure
Lunghezza fuori tutto metri 20,74 – lunghezza al galleggiamento metri 19,92
larghezza massima metri 5,20
immersione con eliche metri 1,58 – capacità serbatoio carburante litri 3.200 –
capacità serbatoio acqua dolce litri 950 dislocamento a vuoto kg 27.000 – posti
letto 6 + 2 portata omologata 14 persone categoria di progettazione B.
Misure interne
Salone: altezza cm 196, lunghezza x larghezza cm 420 x 390 – cabina di prua:
altezza cm 192, letto 210 x 177 cabina centrale: altezza cm 200, letti 192 x 63
e 183 x 63 cabina di poppa: altezza cm 197, letto 206 x162. Altezza bagni cm
196.
Motori
Due MTU 12V 183 TE93 da 1.150 cv con trasmissione V-Drive – 4 cilindri diesel
iniezione diretta – 12 cilindri a V90° – alesaggio x corsa mm 128 x 142 –
cilindrata lt 1.83.
Dotazioni standard
Generatore Kohler da 6,5 kW – teak in coperta – radar autopilota – tridata –
gps vhf radio CD.
Dotazioni optional
Aria condizionata – gruppi elettrogeni da 9 fino a 17 kW dissalatore da 60 lt/h
circuito telecamere di controllo verricelli tonneggio in pozzetto
frigorifero e grill in pozzetto lavastoviglie – tendalino a scomparsa per il
pozzetto.
Indirizzi
Costruttore
Azimut via M. L. King 9-11Avigliana, Torinotel. 011 93161fax 011 9367270
www.azimutyachts.net
Le prestazioni
Le condizioni della prova: vento a 15-20 nodi, mare formato, 6 persone a bordo,
serbatoio dell’acqua al 90%, serbatoio gasolio pieno per ¾.
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