05 December 2007

Azimut 68S

La casa di Avigliana esordisce alla grande nel mondo degli open. Bellissima la cabina armatoriale con vista a livello del mare. Sportiva ed elegante, per raffinati. Ha vinto il Gran Premio dell’Innovazione 2004. "Gli interni delle barche? Avete mai notato che, quando ci si trova sottocoperta della gran parte delle imbarcazioni, per quanto gli arredi siano belli o raffinati, potrebbero essere quelli di uno chalet tirolese, o di un appartamento milanese?...

Introduzione

La casa di Avigliana esordisce alla grande nel mondo degli open. Bellissima la cabina armatoriale con vista a livello del mare. Sportiva ed elegante, per raffinati. Ha vinto il Gran Premio dell’Innovazione 2004. "Gli interni delle barche? Avete mai notato che, quando ci si trova sottocoperta della gran parte delle imbarcazioni, per quanto gli arredi siano belli o raffinati, potrebbero essere quelli di uno chalet tirolese, o di un appartamento milanese? Chi si accorge che siamo sul mare?". A parlare è Stefano Righini, l’uomo che ha curato il concept, cioè l’idea, il senso del nuovo Azimut 68 S. Una barca che è stata costruita intorno alla sua grande cabina armatoriale che, ve lo assicuriamo, a chi la abita ricorda ogni istante che siamo sul mare, dentro al mare. Il particolare (si fa per dire) che fa la differenza è la finestratura: sei quadrati di cristallo, una semplicissima ma moderna, elegante geometria che offre un’emozionante vista a filo del mare. E se questa cabina è il cuore della barca, regina del Salone di Genova 2003 e premiata da Vela e Motore con Il Gran Premio dell’Innovazione, anche altri sono gli aspetti che la rendono nuova, interessante. Primo fra tutti che per la prima volta dal cantiere di Avigliana, da sempre patria delle barche col fly, arriva un open. Ed è un open particolare: «Sportivo, ma non aggressivo, che può piacere anche alle donne che possono salirci senza sentirsi a disagio. Una barca veloce, ma anche serena. Non si può imporre a tutti un modo di vivere», sempre nelle parole si Stefano Righini. Un open, quindi fuori dalla mischia, mai volgare, mai eccessivo, che se riprende un’idea già nota (quella di spostare sul ponte superiore dinette, lasciando sottocoperta solo la zona notte ) lo fa in maniera equilibrata, senza soluzione di continuità tra il dentro e il fuori. Una filosofia progettuale che è piaciuta al mercato (nove le barche vendute già al Salone) e che stata ripresa sulla sorellina maggiore, l’ 86S, appena presentato al salone di Düsseldorf.

Gli interni

Interni Come dicevamo, per raccontare questa barca bisogna per forza cominciare da quello che troviamo sottocoperta. Tutto il progetto si sviluppa attorno alla cabina armatoriale a centro scafo e che ne sfrutta l’intera larghezza. Il layout voluto da Stefano Righini prevede un letto matrimoniale che dalla murata di sinistra si allunga in diagonale verso il centro, mentre dalla parte opposta alloggia una zona living con un tavolo orientato per baglio e due divani contrapposti. Una disposizione semplice, ma che nasce da una volontà precisa, quella di avere una bella vista sul mare da entrambe le zone funzionali, quella del letto, e quella ufficio-lettura: «L’idea era quella di cercare di far rimanere più tempo possibile nella loro stanza, di farli alzare tardi». Il mezzo per raggiungere questo fine sono proprio le finestrature in cristallo il cui disegno non deriva da esigenze strutturali ma da una pura scelta estetica, nata osservando un castello medioevale. Si, avete letto bene, Righini ha avuto la fulminazione osservando il panorama attraverso la stretta feritoia in uno spesso muro di pietra: «Seduto davanti ad un tavolino poco differente da quello che ora è sul 68 S. Mi ha colpito l’effetto visivo che si trasformava in effetto emotivo». Alle spalle di questa cabina il bagno, lungo e stretto, intelligente filtro tra la zona notte e la sala macchine. Anche la cabina di prua, dalla tradizionale forma a V, con letto quasi interamente aggirabile, ha notevoli dimensioni e molto spazio per stivare bagagli e vestiti. Più piccola, invece, la terza cabina laterale con due lettini singoli a nostro avviso un po’ troppo stretti, una buona “stanza per i bambini”. L’altra zona regina dell’Azimut 68S è il salone principale. Qui Righini e Carlo Galeazzi (che si è occupato nello specifico della scelta dei materiali e delle decorazioni, sua l’idea degli arredi all’insegna del contrasto cromatico, con legni in wengé scuro e tessuti chiari) hanno lavorato per creare “un’osmosi tra esterno ed esterno”. Come? Prima di tutto grazie al portellone posteriore a “tutta apertura” che, grazie a un sistema a quattro ante scorrevoli in cristallo temperato e acciaio, mette in collegamento diretto il salone con il pozzetto (e tutti i mobili sono stati orientati in modo da creare un’unica grande zona di conversazione); in secondo luogo con l’hard top del quale abbiamo apprezzato molto la velocità di apertura, la silenziosità e la precisione del meccanismo (il cui principio di funzionamento è di derivazione automobilistica); in terzo luogo sfruttando l’ ampia finestratura del salone con la tradizionale forma a pinna di pescecane rovesciata (ormai simbolo della gamma); e infine grazie al bimini a scomparsa che va a coprire il pozzetto. In questo modo il dentro e il fuori diventano una sola cosa, gli spazi si sommano e raddoppiano. Semplice, geniale. La cucina è isolata da tutti gli altri ambienti e costituisce una realtà e sé, con tutto lo spazio necessario per lavorare e fare cambusa. Vi si accede dal salone principale scendendo una scala sdoppiata che conduce anche nella zona notte. Ci sembra anche qui ben riuscito l’intento dei progettisti di separare gli ambienti, in base alle specifiche esigenze funzionali. Questa soluzione di layout interni rappresenta l’unica versione per offerta dal cantiere che ha voluto distinguere e caratterizzare la linea S delle proprie imbarcazioni con uno stile inconfondibile (e siamo d’accordo con Righini quando ci dice che il vero successo commerciale nel tempo di un modello è dato in primo luogo dalla disposizione degli interni e dalla loro funzionalità, ancora prima del design esterno).

La coperta

Coperta La coperta sia come design e che nella sua organizzazione rappresenta, in maniera coerente con la filosofia del progetto, un buon compromesso tra sportività e comfort. Spiccano il bel rosso delle fiancate messo in mostra da un nuovo bianco ghiaccio (che dovrebbero contraddistinguere tutta la serie) e la finestratura sulle murate, importante elemento di riconoscimento anche dall’ esterno. Il pozzetto è il cuore di questa imbarcazione per quanto riguarda la vita all’ aperto. Come accennato sopra, questa zona è molto godibile anche per la continuità che ha con il salone. Interessante il bimini che fuoriesce elettricamente dalla struttura del rollbar e che si estende verso poppa a coprire tutta l’area living. Qui trovano posto anche un tavolo estendibile e un divanetto fisso, oltre al mobile cucina esterno con griglie, lavello e frigorifero (optional). All’estrema poppa un prendisole capace di ospitare più persone grazie alle notevoli dimensioni (275 x 237 cm) ottenute “inventandosi” una sorta di spoiler che si allunga sopra la plancia (soluzione anche esteticamente molto centrata). Sempre dal pozzetto si accede, attraverso uno stretto passauomo, alla cabina del marinaio dotata di un piccolo bagno, non prevista nella configurazione di base ma da installare solo su richiesta dell’armatore (e la barca, come abbiamo avuto modo di verificare, mostra una facilità di conduzione da non richiedere per forza un equipaggio professionista). Dalla plancia di poppa si accede al garage per il tender mentre al suo interno è nascosta la passerella idraulica a scomparsa da 3,4 metri. Nota un po’ dolente sono i passavanti, sacrificati per guadagnare spazio nel salone e con una dimensione che non va oltre i 30 cm. Il passaggio a prua risulta però sicuro grazie ad una battagliola ben dimensionata che offre un buon appiglio nei movimenti. Come ogni buon open molto spazio per prendere il sole lo troviamo sull’ampio ponte di prua. In termini di costruzione la priorità dell’azienda in fase progettuale era quella di ottenere uno scafo leggero e ben manovrabile. Quindi pesi contenuti e, soprattutto, concentrati in basso e a centrobarca. La carena e in vtr monolitica, mentre fiancate sovrastrutture sono in sandwich con anima di Pvc. Per gli strati esterni è stata utilizzata resine vinilestere, il gelocoat è neopentilico-isoftalico. La carena è a V profonda, l’angolo di uscita a poppa è di 15°, a metà carena di 19°, con pattini di sostentamento su 2/3 della lunghezza.

La prova

La prova L’Azimut 68S è una barca equilibrata e facile da condurre che, nonostante le dimensioni, difficilmente può creare problemi a chi la conduce. Ci si sente subito a proprio agio, l’accelerazione è graduale, la risposta del timone è precisa e non si avverte il senso della velocità. Abbiamo apprezzato come il cantiere non abbia esagerato con le potenze a tutto vantaggio della facilità d’uso generale. Lo scafo si è ben comportato anche con mare formato e, nonostante i quasi 35 nodi raggiunti, non ha mai battuto eccessivamente sull’ onda. La scia è pulita, la derapata è minima. Le linee di carena centrate e una costruzione intelligente, mirata prima di tutto a contenere e a concentrare in basso i pesi, portano a non dovere utilizzare quasi mai i flaps e ad aver un raggio di virata ragionevole. La rumorosità rientra nella media per questo genere di imbarcazioni anche se si fa sentire un po’ troppo il fischio delle turbine che costituiscono buona parte del rumore di fondo durante la navigazione. La visibilità che ha il timoniere in navigazione quando la prua sale non è delle migliori, ma il cantiere ha già provveduto ad alzare la seduta di 10 cm sui modelli successivi a quello della prova. Sempre nell’ottica della facilità di conduzione è disponibile (come optional) un joystick di manovra che serve per gestire i movimenti dello scafo durante le fasi di attracco. Questo dispositivo permette di attivare contemporaneamente i propulsori e i bow-thruster per effettuare uno spostamento nella direzione voluta, la barca riesce così a spostarsi lateralmente e ruotare sul posto. In sintesi Una delle regine indiscusse dell’ultimo salone. Segna l’ingresso di Azimut nel mondo degli open, e lo fa con successo. Un progetto costruito intorno alla cabina armatoriale, un gioiello di architettura di interni dominato dalle basse finestrature laterali. Costruzione moderna, pesi contenuti e baricentro basso. Facile la conduzione nonostante la mole.

Tutti i dati

Dati Progetto Stefano Righini (exterior styling, interior lay-out, concept), Carlo Galeazzi (Interior Designer) Misure Lunghezza fuori tutto metri 20,74 – lunghezza al galleggiamento metri 19,92 larghezza massima metri 5,20 immersione con eliche metri 1,58 – capacità serbatoio carburante litri 3.200 – capacità serbatoio acqua dolce litri 950 dislocamento a vuoto kg 27.000 – posti letto 6 + 2 portata omologata 14 persone categoria di progettazione B. Misure interne Salone: altezza cm 196, lunghezza x larghezza cm 420 x 390 – cabina di prua: altezza cm 192, letto 210 x 177 cabina centrale: altezza cm 200, letti 192 x 63 e 183 x 63 cabina di poppa: altezza cm 197, letto 206 x162. Altezza bagni cm 196. Motori Due MTU 12V 183 TE93 da 1.150 cv con trasmissione V-Drive – 4 cilindri diesel iniezione diretta – 12 cilindri a V90° – alesaggio x corsa mm 128 x 142 – cilindrata lt 1.83. Dotazioni standard Generatore Kohler da 6,5 kW – teak in coperta – radar autopilota – tridata – gps vhf radio CD. Dotazioni optional Aria condizionata – gruppi elettrogeni da 9 fino a 17 kW dissalatore da 60 lt/h circuito telecamere di controllo verricelli tonneggio in pozzetto frigorifero e grill in pozzetto lavastoviglie – tendalino a scomparsa per il pozzetto. Indirizzi Costruttore Azimut via M. L. King 9-11Avigliana, Torinotel. 011 93161fax 011 9367270 www.azimutyachts.net Le prestazioni Le condizioni della prova: vento a 15-20 nodi, mare formato, 6 persone a bordo, serbatoio dell’acqua al 90%, serbatoio gasolio pieno per ¾.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le ultime prove