Un’idea, un gesto ispirato alla silhouette curva dei delfini quando sono a filo d’acqua: 80 metri di scafo, con una sagoma bassa sul galleggiamento che può essere declinato sia a vela che a motore.
Siamo lontani dalla pomposità di alcuni yacht che manifestano la loro opulenza con esagerate sovrastrutture. In questo progetto va in scena un design affusolato e armonico nelle proporzioni, che vuole integrarsi con la natura per stabilire un mutuo rapporto di rispetto, imbarcando quanto di più avanzato in termini di ridotto consumo e minimo spreco energetico.
La permanenza a bordo del Dart 80 deve essere un’esperienza da sogno, dove il massimo delle comodità grazie a studio e tecnologia riescono ad avere il minimo impatto ambientale.
Lo scafo quindi viene coibentato e le vetrate coperte con pellicole riflettenti per il massimo dell’isolamento termico (nella gran parte dei super yacht il 50% dell’energia di bordo viene spesa per scaldare o raffreddare gli ambienti); le microturbine mandano in pensione il rantolo, le vibrazioni, le emissioni inquinanti dei generatori diesel; la leggerezza dello scafo, i vetri curvi che pesano il 40% in meno e le sovrastrutture in carbonio permettono l’utilizzo di potenze minori per la propulsione.
Uno yacht con questi presupposti è una sfida, che la penna dello studio britannico Andrew Whinch Design forse faticherebbe a raccogliere senza l’esperienza del cantiere olandese Royal Huisman.
Doppia anima a vela e a motore
Sopra un identico scafo in alluminio con prua inversa e poppa che degrada fino al mare, in cui è incastonata una piscina d’acqua dolce di 5,5 metri, si possono sviluppare in alternativa la versione a vela o a motore. Le forme del Dart 80 sono moderne, eleganti con un baglio di prua affilato che ammicca al retrò e uno specchio di poppa libero da vani tecnici per un facile accesso al mare, ulteriormente agevolato da una spiaggetta retrattile e da una scaletta.
Leggi tutto il servizio nel numero di Vela e Motore febbraio 2015. Per richiedere gli arretari 02 38085402.