Fiart P54 prova in mare: come va, pregi e difetti

Dalla ricerca della funzionalità e dallo stile visionario di Stefano Pastrovich nasce Fiart P54, il modello icona del cantiere di Bacoli. Già tre unità vendute, principalmente per il charter, per uno scafo dalle forme inconfondibili, che slancia la prua verso l’alto per ricavare volumi inediti a disposizione degli ospiti

1/3

Stravolgere ogni schema per unire la ricerca della funzionalità tipica di ogni modello Fiart, allo stile visionario di Stefano Pastrovich che con il P54 ha creato una barca mai vista prima. Il debutto è avvenuto al Salone Nautico di Genova 2022, dove Fiart P54 è arrivata in banchina al secondo giorno fresca di cantiere, rispondendo così alla crescente curiosità che accompagnava l’attesa del varo.

Impossibile non notarne il profilo inedito. La prua è slanciata verso l’alto per ricavare all’interno volumetrie che difficilmente si trovano su altri 54 piedi, con ambienti e spazi che sono il vero valore aggiunto di questo modello che sta piacendo tanto alle società di charter. Le prime due unità vendute, infatti, sono destinate proprio ai professionisti delle vacanze: la prima ha attraversato l’oceano in nave per fare charter ai Caraibi; la seconda avrà lo stesso utilizzo ma in Costa Azzurra, seppur con un layout diverso sottocoperta. Venduta anche la terza unità, che resterà sempre nel Mediterraneo.

Cambiano i climi e cambiano le modalità di vivere una barca che ha tutte le dotazioni per essere una perfetta chase boat. Fiart P54 è dotato di un rollbar di serie con un hard top installabile secondo necessità, in modo da avere una barca open, oppure, sfruttando i tendalini o il tettuccio rigido, creare uno spazio centrale coperto e riparato. A poppa si può avere un’area più fresca da arredare con un tavolo da pranzo e ampi divani. Il portellone di poppa nasconde un garage per stivare un tender fino a 2,60 metri e la piattaforma bagno si immerge per il varo e l’alaggio.

1/6

DOPPIO LAYOUT PER LA ZONA NOTTE

La prima unità di P54, quella in prova e destinata al mercato americano, all’interno utilizza legni dai toni scuri e presenta la conformazione a tre cabine. Due sono a prua, una ospiti e una con due letti singoli, divisi da un sistema di armadi scorrevoli trasformabili che possono creare un’unica grande suite, con bagno con box doccia separato. A centro barca troviamo un’area living (comune a entrambe le versioni) con cucina e day toilet. A poppa c’è invece la cabina armatoriale, con bagno open space e box doccia separato. Il secondo layout, utilizzato per la seconda unità, ha due cabine armatoriali con due bagni open space con doccia separata e day toilet. Tutta la zona di prua è caratterizzata da una grande cabina. Nella versione a due cabine, ci sarà un’ulteriore area pranzo a prua, con un ribasso nel soffitto della cabina.

L’accesso sottocoperta avviene con una scalinata a L che si imbocca a sinistra della timoneria e che passa sopra la cucina. Il soggiorno presenta un divano a L sulla dritta con al centro un tavolo quadrato. Il cielino ha ampie vetrature che illuminano il locale.

1/2

UNA COPERTA SU PIÙ LIVELLI

Per raggiungere la prua bisogna necessariamente aprire il portello a pantografo ricavata nel parabrezza: ci si ritroverà così in una zona prendisole decisamente in alto rispetto alla linea di galleggiamento, tutta ricoperta da cuscini. Rientrando nella porta, che ha anche la funzione di ventilare tutto il ponte principale, ci troviamo nella timoneria (sulla dritta), dove ci sono due sedili, mentre a sinistra c’è la discesa alla zona notte. A centro barca una dinette con divani e tavoli, di cui uno pieghevole da 8 posti, mentre scendendo un gradino si arriva in un altro spazio prendisole, con sedute, chaise-longue e divani, dove il contatto con il mare è più immediato. Le cuscinerie sono disposte su tre livelli e utilizzano contrasti di colori che richiamano il mondo dell’automotive. Lo scafo può essere del colore che si preferisce. Nella murata sono incassati i pali da utilizzare per issare il tendalino.

«Il design e le linee filanti – dice Stefano Pastrovich – ricordano lo stile di un Itama o di un Magnum; l’ispirazione arriva dai motoscafi, non dalle navette. La volumetria è decisamente generosa. Scopo di questa barca è l’esperienza a bordo, che viene amplificata grazie alle dimensioni di ogni cosa: tutto è più grande. Si ha un’ottima vivibilità sul ponte, una completa sicurezza da prua a poppa, dove ventilazione e protezione sono garantite grazie all’hard top innovativo». La falchetta è larga e segue le forme curvilinee dello scafo. Per questo sono state ricavate delle zone antiscivolo dato che, in caso di ormeggio all’inglese, l’imbarco avviene su una superficie in vetroresina inclinata (e pure bagnata, nel caso del giorno della prova).

Con Simone Lorenzano, direttore generale di Fiart, abbiamo parlato di tempi di consegna. «Da quando lo scafo è disponibile – spiega Lorenzano – i tempi di produzione sono di quattro mesi. Ma il vero problema sono i tempi di consegna della componentistica. P54 si adatta a un pubblico molto variegato, sia per l’armatore che la vuole utilizzare come daycruiser, è perfetta per una crociera di più giorni, sia per essere utilizzata come charter».

1/6

LA DANZA SULLE ONDE

Fiart P54 non disdegna le andature sostenute. Con i suoi due motori Volvo Penta IPS D11 950 sfiora i 34 nodi e naviga a una velocità di crociera che si attesta intorno ai 25 nodi, con un regime di 2.000 rpm e un consumo di 195 litri/ora. La giornata piovosa che ci accoglie a Genova presenta un mare calmo, dove impieghiamo solo 6 secondi ad entrare in planata, a circa 1.300 rpm e 11,5 nodi. Da fermi, invece, in 29 secondi, raggiungiamo la velocità massima di 32,6 nodi, a 2.450 rpm (è il range massimo) e un consumo di 283 litri/ora.

In navigazione si è dimostrata un’ottima barca, stabile in virata e con una postazione di guida rialzata, in cui ci si sente sicuri e con tutto sotto controllo, ma con qualcosa da rivedere. Il montante del parabrezza, infatti, è troppo spesso e, timonando in piedi, resta proprio all’altezza degli occhi, limitando la visuale. Un problema risolto a partire dalla seconda unità, dove il parabrezza è stato rivisito, con spessori ridotti. I tempi di consegna del primo esemplare non permettevano di intervenire ulteriormente. I nuovi parabrezza hanno un pezzo unico e perderanno una parte del sistema di montanti, migliorando il campo visivo di chi è al timone.

Quello che più colpisce a bordo è lo spazio. Le varie zone sono distanti ma tutte comunicanti e la prua è molto alta, per lasciare spazio ai volumi sottocoperta, dove alcuni ambienti ricordano quelli di una villa al mare. Merito di Pastrovich e della sua matita visionaria. E, come conferma Giancarlo Di Luggo, amministratore delegato di Fiart, «la serie P si amplierà con altri modelli e presto P54 avrà delle sorelle».

PRESTAZIONI

Regime

giri/min

Velocità

nodi

Consumi

lt/h

6005,510,6
8007,720,9
1.0009,535,1
1.20010,657,1
1.40012,489,3
1.60015,6116,0
1.80019,2145,0
2.00023,8184,0
2.20027,9225,0
2.45032,6283,0

Note: 7 persone a bordo, 2.320 l di carburante e 500 l di acqua

I DATI

Lunghezza f.t.: m 16,65

Larghezza: m 5,1

Pescaggio: m 1,35

Dislocamento a vuoto: t 30,50

Serbatoio acqua: lt 1.000

Serbatoio carburante: lt 2.900

Cabine: 2/3

Motori: 2 x Volvo IPS D11 950

Omologazione CE categoria: B/14

Progetto: Stefano Pastrovich

Prezzo di listino: a partire da 1.620.000 euro, Iva esclusa

con motorizzazione 2 x Volvo Penta D11 IPS 950

INDIRIZZI

Fiart Mare Spa – www.fiart.com

Via Lucullo 71, Bacoli (NA)

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le ultime prove