06 September 2017

Gli oggetti ritrovati in mare di chi sono?

Come comportarsi in caso di ritrovamenti di oggetti in mare? Il Codice della Navigazione parla chiaro: ogni oggetto rinvenuto in mare o sul litorale va denunciato all’Autorità Marittima entro tre giorni dal ritrovamento, o dal momento in cui si arriva a terra
Se il ritrovamento avviene in navigazione sarebbe comunque meglio avvisare con il Vhf l’Autorità Marittima. A questo punto l’Autorità prende in consegna il materiale ritrovato e compila un verbale con descrizione generale dell’oggetto in questione e del suo ritrovamento e ne valuta la conservabilità.

Per chi ha ritrovato l’oggetto è previsto il rimborso delle spese e un premio pari a un terzo del valore degli oggetti se il ritrovamento è avvenuto in mare, o a un ventesimo se è avvenuto su terreno demaniale come una spiaggia, un tratto di costa. Il compenso è a carico del proprietario dell’oggetto ritrovato o se questo non viene individuato della stessa Autorità che si occupa della sua vendita dopo aver affisso per almeno tre mesi un Avvisi di ritrovamento.

Passati i tre mesi e comunque entro i sei mesi se il proprietario non è passato a riprendere l’oggetto l’Autorità passa alla vendita, il ricavato (tolte le spese di custodia e il compenso) viene depositato in una banca e se entro due anni il proprietario non fa valere i suoi diritti la somma viene devoluta alla Cassa Nazionale per la Previdenza Marittima. Nel caso, e solo in questo, L’Autorità può disporre la donazione degli oggetti a chi li ha ritrovati.

Attenzione alle leggende, gli oggetti in mare non appartengono a chi li ritrova, il Codice della Navigazione prevede in questi casi il reato di appropriazione indebita o furto ai danni dello Stato con pesanti sanzioni.
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