11 August 2016

Usato sotto la lente la prova, Sun Odyssey 54 DS

Il 54 DS ha segnato lo sdoganamento dei deck saloon in Mediterraneo. Un modello confortevole che si adatta anche al charter grazie ai vari layout disponibili. La versione più diffusa è quella con tre cabine e tre bagni. In navigazione non è lenta, ma per qualche soddisfazione ci vogliono almeno 12 nodi di vento

Usato sotto la lente la prova, sun odyssey 54 ds

Il deck saloon per i diportisti mediterranei è sempre stato sinonimo di motorsailer e in molti li vedevano solo come barche dotate di ampie vetrate squadrate, alte sull’acqua e un po’ tozze costruite per navigare in Nord Europa.

La situazione ha preso una piega diversa nel 2004, quando Vittorio Garroni iniziò una collaborazione con il cantiere Jeanneau, realizzando una barca che riscosse un grande successo: il Sun Odyssey 54 DS. Un modello ben riuscito, nonostante l’apparenza un po’ massiccia. Il 54 DS è lungo oltre 16 metri e ha segnato l’ingresso del cantiere francese in una fascia di mercato più alta. Inoltre è comodo e ben progettato, adatto sia per il charter che per i privati.

Grazie a questi obiettivi centrati, nel 2002 si è aggiudicato il Premio Barca dell’Anno di Vela e Motore. È stato in produzione fino al 2009, con circa 600 esemplari prodotti in cinque anni, la maggior parte di color blu e finitura in gelcoat.

Costruzione

La struttura è robusta e tradizionale: lo scafo è laminato in pieno, mentre la coperta è in sandwich di balsa. Nelle ultime versioni si è usato il controstampo.

La carena di Jacques Faroux è larga, con una poppa a forma di pera, ha una pinna in ghisa a scarpone e un timone modesto. Il pescaggio non supera i m 2,30 (esiste anche una versione da due metri), mentre la larghezza è imponente con 4,87 metri in coperta e 4 metri al galleggiamento.

La barca ha entrate piatte, ma larghe per creare abitabilità interna. Avendo un’opera viva grande, il piano velico è abbastanza generoso, ma mai esasperato, in quanto in cantiere si rivolge anche al noleggio. Il 54 DS uttavia manca un po’ di grinta, sia per le forme che per il dislocamento importante (a vuoto è di kg 17.500, in crociera sui kg 24.000), infatti “scatta” meglio sopra i 12 nodi di vento.

La coperta è alta sia per la forma tutto tondo del pozzetto e della deck house sia perché la murata è alta. Sempre fornita di teak sui passavanti, a prua c’è una cabina marinaio con letto per baglio e wc all’estrema prua. L’ambiente ha spazi accettabili, ma spesso è sfruttato come gavone.

La barca ha un dimensionamento dell’attrezzatura che è adeguato alla tipologia con un largo musone di prua, grandi bitte, albero passante (e spesso fonte di copiose infiltrazioni), osteriggi Lewmar, di serie con plexiglass verde e frequentemente difettoso in quanto cristallizza rapidamente.

Le vetrate della deck house soffrono pochi problemi di scollamento, ma con il tempo qualche problema sorge comunque.

Per l’albero ci sono due opzioni: uno Sparcraft con tre crocette e randa full batten o un Marechal con sistema avvolgibile, in genere dipinto di bianco.

In pozzetto ci sono due prendisole, le panche con tavolo centrale e la timoneria. Il passaggio a terra dal pozzetto avviene con un gradino sul paramare che si rende necessario a causa del dislivello.

Le manovre sono rinviate al timoniere per le scotte genoa, mentre drizze e randa vengono gestite dai winch in tuga. Spiccano i passavanti di lunghezza corretta – circa cm 50 – per passaggi sicuri da poppa a prua (e viceversa).

Prova

La barca con una brezza tesa raggiunge facilmente i 7/8 nodi di velocità, ma nelle andature portanti ci vuole il gennaker per farla muovere in maniera soddisfacente.

Il passaggio sull’onda non è dei peggiori, potremmo dire una barca molto neutra, tranquilla, che impone di ridurre le vele dai 18 nodi di vento in su.

Lo sbandamento è sempre contenuto. L’albero è alto 22 metri e la barca ama il genoa grande.

La differenza tra la randa avvolgibile e quella tradizionale è che quest’ultima ha sei metri quadrati di tela in più. Per quanto riguarda la navigazione a motore, con l’entrobordo da 100 cv, si raggiungono velocemente gli 8 nodi.

Interni e impianti

Sottocoperta ci sono tre cabine oppure quattro, ma la tre cabine è la più diffusa.

Il layout prevede l’armatoriale a prua, due gemelle a poppa, tutte con i rispettivi bagni. I letti delle cabine di poppa possono essere divisi (come nel disegno a destra). La cucina ha due frigoriferi e piano lavoro in simil corian.

Il motore Yanmar da 100 cv è sotto la scala, mentre il generatore è sul fondo della deck house.

La barca è in genere ben dotata di accessori e questo può spaventare chi viene da una barca più piccola, ma la semplicità della costruzione francese permette di essere veloci a capire dove sono e come funzionano tutti gli impianti. Il difetto principale nella barca della prova, era che la landa di dritta aveva una perdita e l’acqua entrava dal tirante, bagnando i mobili e allagando alcuni vani.

I dati

Lunghezza scafo m 16,38

Larghezza m 4,87

Pescaggio m 2 o 2,3

Dislocamento a pieno carico kg 24.000

Zavorra kg 5.000

Superficie velica m² 139 (R+G 130%)

Motore cv 100

Serbatoio carburante lt 410

Serbatoio acqua lt 970

Quotazione

da € 130.000

a € 155.000

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