10 September 2013

Vela e Motore di dicembre/gennaio 2014 è in edicola!

Leggi la nostra guida alla scelta di otto undici metri a vela, tutti provati sul campo. Troverai anche 8 test di barche a motore, a vela e gommoni e scoprirai come sarà prossima Coppa America nell'intervista in esclusiva di Bruno Troublé...

Contenuti

Perché salire a bordo con noi del numero di dicembre/gennaio di Vela e Motore? Per tanti buoni motivi. Ve ne sveliamo alcuni in anteprima…

 

Cominciamo con la nostra guida alla scelta di otto undici metri a vela, tutti provati sul campo. Ci sono barche che nascono per rendere comoda e facile la crociera come il Bavaria 37 Cruiser, lo Jeanneau Sun Odyssey 379 e il catamarano Lagoon 39. Altre progettate per correre lontano, come il Dehler 38, il Grand Soleil 38, lo Sly 38, e l’Xp 38 e poi ottimi compromessi come il Solaris One 37. Tra prezzi, prestazioni e dati in navigazione a voi al scelta.

 

Ricca la sezione prove con ben otto novità tra cui selezionare la barca per la prossima stagione. Salpiamo con il Fairline Squadron 48, protagonista della nostra copertina, un fly britannico ideale per la crociera in Mediterraneo.

Per gli appassionati dei viaggi lunghi a bassi regimi Azimut propone il Magellano 53.  

 

Robusta, la sezione dei “piccoli” scafi: dal Flyer 550 SD by Selva per chi vuole iniziare a navigare a un prezzo competitivo (poco più di 22mila euro).

Il Bayliner Element, un entry level ideale per principianti e non solo. Per gli irriducibili dei gommoni, Nuova Jolly lancia il Freedom 590, pensato per l’estate con la famiglia.

 

Concludiamo con la sezione vela con il nuovo Bavaria 41 Cruiser, 12 metri disegnato da Bruce Farr che stupisce per le prestazioni oltre che per il prezzo.

Lasciamoci cullare dal sogno a bordo del Lagoon 52, un catamarano per crociere indimenticabili dove comfort e prestazioni vanno a braccetto.

 

Come sarà la prossima Coppa America? Ce lo spiega Bruno Troublé, l’anima della Louis Vuitton Cup, in un’intervista in esclusiva per Vela e Motore.

 

Per arrivare pronti alla prossima stagione, la nostra guida alla patente nautica.

A vela e a motore entro e oltre 12 miglia, è necessaria per governare barche con più di 40 cv, allontanarsi oltre le 6 miglia dalla costa e anche per divertirsi con le moto d’acqua o per lo sci nautico.

 

Buon anno a tutti!

 

Vela e Motore è disponibile anche in formato digitale, per smartphone, tablet e computer.

Sommario

1         EDITORIALE

 

5         CONTRO

           EDITORIALE

 

12       La voce dei lettori

 

           PROTAGONISTI

14       Anton F. Albertoni, o si cambia o si affonda

           di Massimo Bacchetti

18       Barbara Amerio, family team

            di Tommasino Gazo

 

 

           LE NOSTRE PROVE

 

54       Azimut Magellano 53 

           di Alberto Mariotti

60       Fairline Squadron 48

           di Maurizio Zacchetti    

68       Flyer 550 SD by Selva 

           di Valerio Pandolfini

70       Bayliner Element

           di Fabio Petrone

72       Nuova Jolly Freedom 590

           di Maurizio Zacchetti

74       Fb Honda BF80/100

           di Fabio Petrone

76       Lagoon 52 

            di Matthias Negri da Oleggio

82       Bavaria 41 Cruiser

           di Tommasino Gazo

 

 

           NEWS

22       Barche e novità

30       La voce dei cantieri

32       Dal mondo

           di Olimpia De Casa

34       Leggi, balzelli & Co.

            di Christian Signorelli

36       Saloni

 

           SPECIALE 38’ VELA

38       Guida all’acquisto: 8 modelli provati da Vela e Motore 

           di Alberto Mariotti

 

90       Bruno Troublé:  «La mia verità sulla Coppa America»

94       Notiziario sportivo

100     Motonautica

 

 

           PAGINE AZZURRE

110     Pagine Azzure News

           di Olimpia De Casa

113     Letti e visti per voi

           di Marta Gasparini

 

           IL GIORNALE DEL NAVIGANTE

103     Patente nautica: come e dove

           di Valerio Pandolfini

106     Motori e impianti

108     Porti e approdi

114     Eventi

116     Scafi d’epoca

118     In barca e oltre

120     Boston Whaler Outrage 370

           di Piero Ragazzi

124     Piccoli annunci

134     Elenco prove: dal 1970 al 2013

Editoriale

AVANTI TUTTA

Si fa fatica a condividere la speranza di una ripresa del comparto nautico in base ai timidi dati registrati da Ucina. Stefano Pagani, responsabile dell’Ufficio studi dell’associazione, ci spiega come i segnali di ripartenza si fondano solo sull’export che, nell’ultimo periodo, ha raggiunto il 90 per cento dell’intero fatturato nazionale. Un dato positivo, ma paradossalmente preoccupante, che si traduce nella certificazione della paralisi del mercato interno. Nelle pagine seguenti in un’intervista che ci è stata rilasciata, il presidente di Ucina, Anton Francesco Albertoni, protagonista della revisione del Codice della Nautica, affronta questo problema dopo ben otto anni dall’inizio dell’iter legislativo.

«Le semplificazioni amministrative che la revisione del Codice renderà possibili – spiega Albertoni – sono la testimonianza della volontà del Governo di ridare slancio al settore anche potenziando le possibilità di ripresa del mercato interno». La revisione, d’altronde, è condizionata alla "stabilità", alla durata della legislatura che, in caso di prematura conclusione, provocherebbe il "rimpallo" da un governo all’altro senza dare risultati, comunque sempre a rischio per gli interventi dei burocrati ministeriali in grado di indebolirne l’efficacia con i regolamenti attuativi.

E non vale neppure la speranza di "presunti profeti" che promettono la fine della crisi entro pochi mesi, puntualmente contraddetti dalla realtà dei fatti. Per il momento, come avverte il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, la situazione è critica, i prezzi calano e la domanda è inesistente. «L’Italia si trova in un preoccupante stato di deflazione – è l’analisi di Squinzi –. Le ultime stime della Commissione europea confermano le previsioni di Confindustria di un pil a -1,8% quest’anno e +0,7% l’anno prossimo». Dati che potrebbero anche essere corretti al ribasso, un’eventualità da scongiurare con l’azione governativa mirata alle misure per facilitare l’attività imprenditoriale.

Ma fino a quando non ripartirà anche la domanda interna, non si potrà parlare di vera ripresa del Paese. Per farla decollare da subito occorre che i nuovi dirigenti politici, oltre a eliminare gli sprechi, la corruzione nel pubblico, ridurre i dipendenti statali, regionali e comunali, modificare un atteggiamento sessantottino verso il lavoro, riescano a creare il volano per dare lavoro vero a tutti gli abitanti del centro-sud. Come? Semplice! Il volano può essere dato riattivando un vecchio progetto della rivista Vela e Motore, un progetto portato avanti anche da Giovanna Vitelli di Azimut Benetti (vedi contro editoriale nella pagina seguente): avanti tutta allora con La Rete dei Porti, da sempre bloccata da invalicabili logiche locali e personali da chi vuole mantenere l’Italia nella continua incertezza economica.

Vale ricordare l’esempio positivo degli inglesi di Camper & Nicholson che hanno messo in rete alcuni porti dell’Adriatico e del Tirreno (Cala Ponte Marina in Puglia, Marina di Pineta Mare a Napoli, e Porto San Rocco a Muggia), come quello negativo di Italia Navigando, che come ricorda Albertoni, «ha speso cifre enormi senza produrre risultati importanti». 

 

Marta Gasparini

 

Controeditoriale

Una rete dei porti nell'interesse del Paese

 

Sin da piccola sono stata allevata tra barche e porti. Il mio primo incarico nel Gruppo Azimut Benetti fu nel Marina di Varazze, che abbiamo costruito in tre anni. Mi sono inserita a lavori cominciati tra il 2004-2005 e l’inaugurazione è avvenuta nel maggio 2006, dopo ben venticinque anni di lotte burocratiche da quando mio padre (Paolo Vitelli n.d.r.) aveva iniziato l’iter.

Ho avuto la fortuna e il privilegio di vivere la fase centrale della costruzione e della commercializzazione, oltre all’apertura del porto. Un’esperienza indimenticabile. Ricordo che mio padre, ispirato da Massimo Bacchetti (direttore editoriale di Edisport), mi parlò dell’idea della Rete dei Porti di Vela e Motore, un progetto che ci coinvolgeva perché era una via per proporre il nostro modo di concepire il diporto.

Abbiamo il paese più bello del mondo, che però non riusciamo a sfruttare né via terra né via mare. All’estero tutto è valorizzato, in Italia questo non accade. Eppure abbiamo il privilegio di vivere in un vaso di Pandora: cultura, sole e mare, coste infinite.

L’Europa e il mondo, in generale, con una popolazione che invecchia sempre di più, avranno sempre più bisogno di tutto ciò, ma occorre capire che la domanda vuole servizi adeguati e al giusto costo.

Per quel che ci riguarda da vicino, per attirare questi utenti sarebbe necessario creare un network di porti che andasse oltre l’Italia ed esteso al resto del Mediterraneo.

Noi di Azimut ci siamo impegnati sul nostro territorio. Analizzati i marina, (eravamo agli inizi del Duemila) avevamo constatato che le strutture del versante Adriatico avevano un migliore rapporto qualità/prezzo rispetto a quelle del Tirreno, quindi ci eravamo accordati con Assomarinas (l’associazione di categoria) perché sviluppasse un network in Adriatico e noi sul Tirreno. In seguito, il progetto era di unire le forze e creare una centrale per gestire le prenotazioni lungo tutta la costa.

Avevamo cominciato a contattare i maggiori marina della Liguria per proporre l’idea e, personalmente, avevo visitato molte strutture francesi già in rete tra di loro. Abbiamo invitato a Varazze una delegazione di marina francesi per creare una continuità tra Liguria e Francia. Avevo anche esaminato i porti da Napoli in giù, la parte più bella d’Italia e c’era un grande lavoro da fare.

Abbiamo, in seguito, illustrato il progetto, portato l’esempio francese, ipotizzato anche come doveva funzionare il sistema centrale di prenotazioni e individuato una società incaricata della parte operativa per far capire la facilità del sistema, ma non c’è stato verso. Tutto veniva bloccato dai campanilismi e prevalevano sempre le logiche locali.

Forse oggi i tempi sono cambiati, ma la salvaguardia dei diritti acquisiti resta sempre un problema, così come riunire intorno a un tavolo gestione privata e pubblica.

Con la Rete dei Porti si allungherebbe, inoltre, anche la stagionalità e di conseguenza il ritorno in termini economici nell’interesse del nostro Paese.

 

 

Giovanna Vitelli

del Gruppo Azimut Benetti

 

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