31 March 2008

Voyage 11,20: l'usato sotto la lente

Barca di buon livello di Jeanneau poco diffusa in Italia, apprezzata dopo oltre 20 anni. Interessante il rapporto qualità/prezzo. Sempre più spesso sentiamo passeggiando in banchina, l’attribuzione di commenti gratuiti sui cantieri più grandi del mondo. Ricordiamo che ognuno ha i suoi gusti e che anche se oggi, le barche sono progettate per vivere più comodamente il mare, niente va tolto alla struttura, in particolare dei grandi modelli. E’ evidente che la nostra ...

Introduzione

Barca di buon livello di Jeanneau poco diffusa in Italia, apprezzata dopo oltre 20 anni. Interessante il rapporto qualità/prezzo. Sempre più spesso sentiamo passeggiando in banchina, l’attribuzione di commenti gratuiti sui cantieri più grandi del mondo. Ricordiamo che ognuno ha i suoi gusti e che anche se oggi, le barche sono progettate per vivere più comodamente il mare, niente va tolto alla struttura, in particolare dei grandi modelli. E’ evidente che la nostra società dei consumi sta producendo barche apparentemente meno durevoli, ma solo il tempo saprà rispondere. Tra i miei clienti appassionati di modelli francesi segnaliamo spesso i modelli Oceanis 390, la serie Voyage e la più vecchia serie dei Sun Fizz e Gin Fiz o i più recenti (12 anni di età) Sun Magic 44 o Sun Legend 41, che sono ad oggi buone barche, moderne e fatte meglio anche di qualche celebre cantiere. L’oggetto della nostra perizia è un Voyage 11.20, fratello minore del 12.50, che diede il via alla linea Sun Odyssey, infatti lo stesso fu proposto nell’ultimo anno come Sun Odyssey 42. Il progetto è di Guy Ribadeau Dumas, che ha disegnato, a nostro avviso, una delle più belle barche di tutti i tempi, il Jeanneau Trinidad 48, costruito allora in Sud Africa. Prodotto dall’88 al ’90 in circa 300 esemplari il Voyage si riconosce in banchina dai finestroni lunghi sui verticali della tuga, dagli inserti in vetro sul ponte, di color ambrato e dalla caratteristica poppa, tagliata di netto (studiata per attutire i colpi in banchina). Fu anche una delle prime barche con oblò in murata nascosti da una fascia argento. Partendo da prua sul ponte in teak da 15 mm avvitato (spesso oggetto di cura data l’età, si nota come la coperta è moderna e pulita. Il salpancore e l’ avvolgifiocco sono incassati nel gavone della catena, che quindi non è molta. Le manovre sulla tuga sono invece a vista e rinviate all’ingresso. Le lande sono divise in due attacchi, mentre la rotaia è riposta a bordo tuga. Si nota come la lunga rotaia dia ancora importanza a grandi genoa al 150%, dalla forte sovrapposizione. Il pozzetto ha dimensioni un po’ ridotte ed è perfetto per 4 persone. Comodo il classico sistema per nascondere la zattera sotto la panca della timoneria. Lo specchio di poppa è attrezzato con due gradini lunghi (alcune versioni hanno la spiaggetta bassa), non grandissimi e scaletta pieghevole. I winches sono Harken Barbarossa St 44.2 per le scotte del genoa e St32.2 per le drizze e scotta randa. Una barca da famiglia, comoda e semplice da gestire. La costruzione è uno dei primi modelli “kevlar reinforced”, usato per anni per molti modelli di Jenneau. Una zona da controllare bene è quella di attacco interna delle lande, spesso soggetta a piccoli ritiri locali (trascurabili, il kevlar tende a comportarsi in modo diverso con le altre fibre, creando piccoli assestamenti). Lo scafo non è soggetto a osmosi, la zona più ricca di umidità è a poppava della deriva. Lo skeg è parziale e il timone semibilanciato, la pinna, che caratterizza il basso pescaggio della barca è in ghisa. La struttura è priva di controstampo e realizzata con rinforzi in legno resinati a vista con stuoie da 500 gr/mq. Il grigliato è robusto e ben accessibile.

La prova

La prova La giornata ci ha regalato 8 nodi di vento e mare calmo, sufficienti per raggiungere i 4.5 nodi di bolina, seppur le vele non erano ottimali nella forma, ormai deteriorate dall’uso. Il timone a ruota è un po’ inappropriato, nel senso che fa più barca, che utilità e forse con una barra il pozzetto sarebbe stato più grande e comodo. Il 50 cavalli Yanmar in linea d’asse e l’elica tripala fissa spingono la barca a 6.5 nodi in regime da crociera. Le vibrazioni sono modeste, il rumore forse un po’ eccessivo. L’albero ha poca regolazione, ha infatti solo una crocetta ed è appoggiato in coperta. Interni e impianti Gli interni dell’esemplare visto erano come nuovi, in teak, massello e una tapezzeria color crema è lo standard per questa barca. Seppur ci sia molto vetro, la barca è fresca, perché sulla coperta ci sono molti oblò. La disposizione interna prevede una soluzione classica e ricercata. Negli anni di diffusione nautica, come in Italia i nostri cantieri cercavano di inserire tre cabine e due bagni, i francesi tentavano il contraccolpo e questo 11 metri è uno dei pochi con 3 cabine doppie e un bagno. La dinette è molto avvolgente e contrapposta alla struttura. Inutili se si è in pochi i lavelli nelle cabine, ma se si è in tanti, si risparmia la coda alla toilette. Gli unici due problemi che balzano all’occhi sono gli scollamenti della tappezzeria e qualche infiltrazione dagli oblò in murata e dai passauomo che hanno la cornice in teak non trattato. Gli impianti sono ottimizzati e molto ben accessibili. Conclusioni Il Voyage è una buona barca, ma rara da trovare in Italia. Ha un prezzo accettabile che si attesta sui 75.000 euro con qualche lavoretto da fare che in genere non incide molto sul prezzo. Un’ottima alternativa ai prodotti più comuni, come il Gran Soleil 39 o il Comet 111. In navigazione la coperta risulta pulita, i passavanti sono larghi. Anche con poco vento la barca si difende bene.La linea d’asse è sospesa con braccetto. E’ un punto da verificare bene. L’elica a pale fisse crea molta resistenza su questa lunghezza di barca ed è suggeribile sostituirla con una a pale abbattibili. Il pozzetto è ben protetto e di dimensioni contenute, ideale per quattro persone. Le vetrate sulla tuga sono avvitate e sigillate con il Sikaflex. Non sono mai stati rinvenuti vetri rotti, ma può esserci cristallizzazione. I vetri portano discreta luce all’interno, ma non eccessiva. La zona di prua è ampia, con bitte grandi, un po’ pericolose per chi corre a prua a piedi scalzi. Il tamburo dell’avvolgifiocco è incassato, così come il salpàncora. Questo riduce un po’ lo spazio per la catena. Gli interni hanno buona altezza. Tutte le cabine sono dotate di lavandino. Uno solo il bagno. In cucina, l’allestimento di serie prevede scaldabagno. Gli oblò sono tanti per garantire un’ottima aerazione. Design classico, generoso utilizzo di teak. Tipica la dinette con divani semicircolari, notare le vetrate sul cielino. L’armatore tipo Una barca consigliata a chi vuole iniziare a navigare e portare a spasso la famiglia o a una coppia di giovani. I difetti Più che difetti cronici è bene cercare di capire il tipo di manutenzione da eseguire. Da verificare: il gioco della boccola timone, lo stato della deriva in ghisa, del manicotto di scarico fumi e acqua del motore, lo stato del fonoassorbente del vano motore, le cornici degli osteriggi e le zone limitrofe agli oblò, inoltre provate a sedervi per controllare la consistenza della tapezzeria. Gli strumenti elettronici se si guastano sono difficilmente riparabili per assenza di pezzi sul mercato, quindi considerarli nuovi. Le modifiche Nelle prime versioni la poppa ha due gradini laterali e spiaggetta, nelle ultime due gradini lunghi.

Tutti i dati

I dati Lunghezza f.t. m 11,20 Lunghezza al gall. m 8,98 Larghezza massima m 3.65 Bordo libero avanti m 1,4 Pescaggio m 1,55 Disloc. max pieno carico kg 5.500 Zavorra kg 1,800 Materiale zavorra: ghisa Altezza interni m 1,85 Larghezza cuccette m 0,80 Larghezza media passavanti 0,45 m Superficie max del genoa 45 m2 Superficie della randa 30 m2 Superficie max sloop 75 m2 Motore: Yanmar cv 50 Serbatoio nafta: lt 350 Serbatoio acqua: lt 115 Winches scotte genoa: Harken Barbaraossa St 44 Albero: Francespar Link utili www.jeanneau.fr/2005/gamme www.jeanneau-owners2.com www.ribadeau.com/Voyage1120.html
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