24 April 2008

Catamarani del futuro

L’impressionante imbarcazione, sviluppata all’interno del progetto Wam-V, rappresenta l’ultima idea partorita dalla fervida mente di Ugo Conti, ingegnere italiano trapiantato da anni in California. Dietro all’acronimo WAM-V (Wave Adaptive Modular Vessel) si cela un progetto radicalmente innovativo, il cui scopo è rivoluzionare il concetto di imbarcazione. L’idea alla base di questa realizzazione è la modularità; i catamarani Wam-V, infatti, sono in grado di adatta...

Catamarani del futuro

L’impressionante imbarcazione, sviluppata all’interno del progetto Wam-V, rappresenta l’ultima idea partorita dalla fervida mente di Ugo Conti, ingegnere italiano trapiantato da anni in California. Dietro all’acronimo WAM-V (Wave Adaptive Modular Vessel) si cela un progetto radicalmente innovativo, il cui scopo è rivoluzionare il concetto di imbarcazione. L’idea alla base di questa realizzazione è la modularità; i catamarani Wam-V, infatti, sono in grado di adattarsi ad un ampio range di applicazioni, soddisfacendo le esigenze di utilizzatori specifici o di singoli progetti. La caratteristica principale degli esemplari Wam-V, oltre all’estrema leggerezza della struttura, è che, contrariamente alle imbarcazioni tradizionali, sono in grado di adattare il proprio profilo alla superficie del mare, senza frangere le onde, ma scivolando letteralmente sopra di esse. Questa vera e propria ‘danza’ sulla superficie del mare viene attuata grazie a due pattini gonfiabili, realizzati in fibre di poliuretano, lunghi fino a 30 metri, formati da differenti componenti collegati tra loro, ma in grado di muoversi uno indipendentemente dall’altro. I due pattini sono uniti tra loro da due lunghi archi in titanio, al cui centro è posizionata la cabina, sospesa ad un’altezza di otto metri. Il modo di avanzare sulla superficie del mare dei modelli Wam-V, potrebbe, però, causare notevoli stress all’equipaggio o ai carichi eventualmente trasportati. Per ovviare a questo problema, la struttura sovrastante è connessa ai pattini attraverso un sistema di molle in grado di assorbire gli urti, di concezione del tutto simile ai sistemi di ammortizzazione a balestra in uso sugli autoarticolati. I motori sono due, allacciati allo scafo con perni speciali in grado di mantenere costantemente i motori immersi nell’acqua. La propulsione è assicurata da due motori Cummins (tra gli sponsor del progetto) della serie Quantum da 260 chilowatt.
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