A poco più di 20 miglia da Dubrovnik, passato il confine con la Croazia, Herceg Novi è la porta d’ingresso a un mondo nuovo. Qui le barche che battono ogni angolo della Dalmazia estiva si rarefanno, ma qualcuna arriva ad annusare questo pezzetto di costa. Minuscoli villaggi dove, forse ancora per poco, è possibile attraccare. Pochi servizi, pochi punti carburante, ma il richiamo della scoperta. Quello che si scopre è un Paese in rapido cambiamento. Che si è affrettato ad adottare l’euro già nel 2002. Che si è auto-proclamato “primo stato ecologico”. Forse a rimarcare che qui, alla loro natura, ci tengono e che non la svenderanno… vedremo.
Natura che molto ha elargito a questa piccola nazione balcanica. Le Bocche di Cattaro con i oltre 60 mg di sviluppo costiero, la superficie di 87 kmq e la lunghezza di 20 miglia. Il Lago di Scutari, condiviso con l’Albania, uno dei più ampi d’Europa con 391 kmq. Cime oltre i 2.500 m. Il fiume Tara che si è scavato tra le aspre montagne del Durmitor uno dei canyon più profondi del continente, 1.300 metri.
È richiesto un permesso di navigazione a pagamento, come in Croazia. Acque chiuse Le Bocche di Cattaro sono uno dei ridossi naturali più grandi del Mediterraneo, quattro bacini quasi separati rinserrati da gole e da montagne che sfiorano i duemila metri. Dar fondo all’àncora non è ovvio, i fondali sono quasi ovunque elevati e variabili dai 40 ai 60 metri. L’ingresso è segnato a nord dalla sottile penisola di Prevlaka (o Vittaglina) e dalla Punta d’Ostro (o Punta Acuta), che costituisce la propaggine più meridionale della Croazia, e a sud dalla Punta d’Arza; oltre questo passaggio vi è la baia di Topla o golfo di Herceg Novi (in italiano, Castelnuovo).
Attraverso il canale di Combur il passaggio al secondo bacino, il più esteso e di forma triangolare: la baia di Tivat o Teodo. Da qui con lo stretto Le Catene lungo poco più di un miglio e ampio appena 300 m si arriva alla parte più interna, con i due golfi di Risano a NO e di Cattaro a SE. Da qui si vedono vicine - sembra di toccarle allungando un braccio - le aspre cime delle Alpi Dinariche, sopra Cattaro.
Nel bacino un tempo occupato dalla base navale austroungarica di Tivat, nella baia di Bijela, c’è Porto Montenegro, un altro mondo. Marina con tutti i servizi per la nautica internazionale, resort di lusso, un investimento del businessman canadese Peter Munk, un polo del diporto di prima grandezza con posti studiati per i superyacht.