Oyster 495 prova in mare: come va, pregi e difetti

Il 495 è il più piccolo della flotta Oyster e mantiene la qualità di costruzione, personalizzazione e performance dei modelli più grandi. A cui aggiunge la capacità di poter essere condotto con equipaggio ridotto. Un vero bluewater compatto che eredita tutto il Dna del cantiere

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Con una lunghezza fuori tutto di 16,10 metri (15,15 quello dello scafo), il 495 è il più piccolo della flotta Oyster ma non chiamatelo “entry level”. Grazie alle sue qualità di comfort, costruzione, performance e anche tenuta del valore nel futuro, il 495 potrebbe benissimo essere la barca definitiva e il coronamento del sogno di una vita per tanti armatori. Anche il prezzo gioca un ruolo importante, al momento si parte infatti da £ 1.375.000 (ex Vat) che equivalgono ad oltre un milione e mezzo di euro + Iva. Tanti? Sì, ma la qualità ha sempre un costo e il rialzo dei prezzi è purtroppo comune a tutti i cantieri, fornitori, accessoristi, manodopera.

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Il primo dell’era Hadida

Varato all’inizio dello scorso anno, il 495 è anche il primo interamente sviluppato sotto la direzione del nuovo proprietario del cantiere, l’imprenditore inglese Richard Hadida che lo ha acquistato nel 2018 salvandolo dal fallimento. Disegnato da Humphreys Yacht Design, si è presto distinto per il suo Dna: uno yacht che eredita tutto il “pacchetto” luxury e comfort dei modelli più grandi a cui si aggiunge il vantaggio delle dimensioni, perfette per una coppia di appassionati giramondo. Anche le ampie autonomie dei serbatoi di acqua e carburante, rispettivamente 600 e 800 litri, raccontano uno yacht che nasce per lunghe navigazioni oceaniche.


Il 495 è stato nominato, vincendola, in categoria Luxury Cruiser insieme al Bénéteau Oceanis Yacht 60 e all’italiano Ice 62 Targa. Non è facile definire la parola “lusso” quando si tratta di imbarcazioni a vela. Già soltanto andar per mare potrebbe essere definito come lusso. Ma quali differenze ci sono nel farlo su una di queste tre imbarcazioni? Con tutte e tre si finisce ben oltre il milione di euro (e non è difficile sfiorare i due, in alcuni casi), accessori e Iva compresa. A cambiare sono qualità e materiali di costruzione, con Ice Yachts che stacca Oyster e Bénéteau grazie alla sua costruzione semi custom.


Dopo la rinascita il cantiere inglese ha affidato la supervisione del suo operato all’agenzia Lloyd’s tornando ai livelli di affidabilità e cura che hanno reso il brand conosciuto in tutto il mondo. Anche quello dell’Oceanis Yacht 60 è lusso, certamente più abbordabile e dedicato ad una fascia di armatori diversa.

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Armatoriale con vista

Il 495 è progettato con un layout (e quattro décor) studiato intorno a comfort e volumi di salone e cabina armatoriale di poppa. La cucina gode infatti di un suo spazio lungo le mura di sinistra, senza dover servire anche da passaggio verso l’armatoriale. Una condizione che la elegge ad ambiente principe di questo layout, in cui peraltro non si sente l’esigenza di avere una seconda scelta sulla disposizione. Per accedere agli spazi dell’armatore si passa quindi lungo le mura di dritta, dove si trova anche il tavolo da carteggio e che insieme alla cabina diventa uno spazio armatoriale degno di un’imbarcazione di taglia maggiore. La cabina ha infatti le caratteristiche finestre panoramiche con tre vetrate a sviluppo verticale, una zona relax con doppio divano, bagno privato con box doccia separato e guardaroba importante. Agli ospiti è dedicata la zona di prua, che conta di una Vip arredata con letto matrimoniale e una ospiti con letti a murata.

Entrambe condividono il medesimo bagno. Peccato che a bordo manchi uno spazio dedicato alle cerate bagnate. La posizione dell’albero, subito a prua del divano, non disturba i movimenti degli ospiti in salone. Nonostante sia impossibile sentirsi “al chiuso” grazie alle numerose aperture, la vista del mare rimane preclusa a causa dell’altezza delle vetrate della tuga. La versione così personalizzata nella quale navighiamo potrebbe non incontrare il gusto di molti, è indubbio che testimoni bene le capacità di personalizzazione del cantiere e di venire incontro ad esigenze decorative anche estreme.

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Navigazione affidabile

Navighiamo con il 495 a Port Ginesta, in Spagna, luogo della tappa mediterranea delle prove EYOTY (quella atlantica si è svolta in Francia, a La Rochelle). Ed è qui che abbiamo navigato anche con le altre due imbarcazioni della categoria Luxury, in condizioni quindi identiche. Il modello in prova è lo scafo numero #2, che appartiene ad Eddie Jordan, mentre le barche vendute sono già 20. L’eclettico imprenditore irlandese spiega di non aver mai apprezzato molto le imbarcazioni bianche e ha scelto una decorazione che non passa certo inosservata. La barca si chiama Tortuga e, come racconta lo stesso Jordan “la tartaruga è un animale che nuota negli oceani di tutto il mondo, come vorrei fare anche io con questo nuovo Oyster, un modello adatto anche a giovani armatori che vogliono capire cosa vuol dire il bluewater sailing. La sua grafica forte è anche un segnale molto chiaro in difesa dell’ambiente”.


La versione standard è armata con albero di alluminio, randa avvolgibile nell’albero e genoa con scarsa sovrapposizione per una superficie velica di 120 mq, mentre nel caso di randa full batten si arriva a 127,57 mq. Non è un piano velico troppo potente (tanto per fare un paragone il Solaris 50, che è un performance cruiser, arriva a 160 mq), ma è equilibrato e funzionale al tipo di navigazione tipica dello yacht. Le prestazioni non sono in fatti al centro del progetto, lo sono molto di più la capacità di offrire al suo armatore ottime doti marine con una grande stabilità e un passaggio sull’onda affidabile e confortevole. Navighiamo con un vento leggero tra 6 e 7 nodi che di bolina si trasformano in una velocità tra 4 e 4,5 nodi e un angolo al vento reale di 50°. In queste condizioni il diagramma delle polari racconta una velocità di circa 5,5/6 nodi. Le due ruote del timone non brillano per sensibilità mentre notiamo la grande protezione del pozzetto centrale e la facilità con cui ci si muove verso la zona timoneria, separate dal living, e l’area a estrema poppa. Dalle due consolle si gestiscono comodamente gli avvolgitori elettrici di randa e genoa oltre che della catena dell’àncora. Il winch della randa è subito dietro alla timoneria di sinistra, mentre i due primari per il genoa sono sistemati in un grandino ricavato sui paramare, verso poppa si trovano altri due winch per il gennaker mentre con quelli accanto al tambuccio e all’albero si controllano vang e drizze.


Quando chiudiamo il genoa in favore del Code 0 il vento sale leggermente e ora soffia tra i 7 e i 8 nodi con la velocità che si attesta tra 6 e 7 nodi.

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