Ci scostiamo dall’ormeggio all’inglese con impressionante facilità grazie al sistema Dock and Go, basato su un pod orientabile a 360° e un bow thruster: è sufficiente orientare il joystick nella direzione voluta e la barca trasla allontanandosi dalla banchina.
Proviamo a evolvere nello specchio d’acqua ristretto e a simulare un ormeggio di poppa, la barca gira su sé stessa ma occorre prendere la mano: il tempo necessario al pod per orientarsi nella posizione voluta comporta un piccolo ritardo di cui tener conto, così come è viceversa intuitivo utilizzare l’abbrivio una volta avviata la manovra. In un futuro prossimo il Dock and Go sarà probabilmente interfacciato con sistemi automatici per l’ormeggio autonomo, rendendo ancora più facili le manovre in porto.
Usciamo in mare e apriamo le vele: la configurazione su questo esemplare prevede la randa rollabile – l’albero è di altezza ridotta mentre quello standard è il medesimo del First 53 ma con randa di superficie velica inferiore – e fiocco al 105%.
Pur essendo la randa rollabile di gestione più semplice, pensiamo che un po’ di tela in più e il profilo più efficiente della randa tradizionale (che offre come sempre il sistema di presa rapida di terzaroli dal pozzetto) offrano quel tanto di potenza in più da mettere meglio in evidenza le eccellenti caratteristiche della carena.
Si tratta in ogni caso di scelte personali dettate dal proprio livello di esperienza e dal tipo di navigazione prescelto. Il fiocco leggermente sovrapposto all’albero, al 105% della J, sopperisce alla minor potenza della randa, consentendoci di navigare di bolina a ben 7 nodi con 12,6 di vento a 34° di vento apparente, mentre stringendo ulteriormente fino al ragguardevole angolo di 31° la velocità era di 6,7 nodi.
Le sensazioni al timone sono di una barca sicura e facile da condurre, che perdona eventuali distrazioni. Il maggior peso della versione Oceanis non sembra influire troppo sulle linee d’acqua, grazie al fatto che erano già state progettate per il First 53 in vista di un aumento del dislocamento complessivo in allestimento più crocieristico.
A bordo è installato il nuovo sistema Harken AST, che permette sia la regolazione automatica delle vele rispetto all’angolo al vento che di virare in autonomia, lascando il fiocco e cazzandolo sulle nuove mure. I puristi inorridiranno, ma il sistema è utile in caso nessuno degli ospiti a bordo sappia come effettuare la manovra o semplicemente preferisca godersi la navigazione senza alcun lavoro fisico. Pensiamo a un armatore con esperienza su barche a motore che voglia passare alla vela per una scelta più green, questa soluzione è ideale.
Non solo, c’è anche la possibilità di scegliere un angolo di sbandamento oltre il quale si ritiene scomodo navigare: l’AST lascherà automaticamente le vele per mantenere la barca nella posizione prescelta, ricazzandole nel caso il vento calasse, decisamente l’ideale per navigare nel comfort, prendendo il sole oppure pranzando in pozzetto con l’autopilota.