Introduzione
Linea moderna e nuova filosofia degli spazi. Cucina e soggiorno open space,
armatoriale full beam. Layout con tre cabine e due bagni.
Il cantiere di Avigliana con questo 58 piedi fly esprime una novità forte nel
settore delle barche “medie”. Segue il 47 presentato lo scorso anno nel filone
dell’innovazione stilistica e funzionale.
Esprime una personalità decisa e soprattutto nel decor che “industrializza” l’
uso della lacca, che sta tornando con prepotenza in casa e in barca. La prima
conferma di alto gradimento è venuta già nei primi tre giorni di salone: dieci
unità vendute e primo anno di produzione esaurito.
Nella gamma media dei fly ci sono oggi i modelli di nuova generazione - il 43,
il 47 e il 58 - e quelli della precedente che hanno subito diversi
aggiornamenti contraddistinti dalla sigla E (Evolution) come i 39E, 42E, 46E,
55E, 62E e 68E. Modelli che nonostante abbiano qualche stagione alle spalle
continuano a mantenere appeal sul mercato. Il mondo è fatto anche, e ancora, da
saloni ovali, legni lucidi e un po’ di radica.
Progetto
Che cosa dire del team che lo ha disegnato? E’ sempre il medesimo,
collaudatissimo: Stefano Righini ha tracciato l’idea, la carena e gli esterni,
Carlo Galeazzi ha pensato il design degli interni.
Per quanto riguarda questi ultimi, la novità più interessante è la posizione
della cucina. Non più appartata come nel 47 - era a un livello intermedio tra
salone e zona notte ma al centro del ponte principale.
Una tendenze sempre più diffusa. Gli armatori stanno riguadagnando spazi che
prima erano off limits. Oggi non solo acquistano con più cognizione tecnica ma
desiderano anche avere un ruolo più attivo a bordo, alla guida ma anche in
cucina, ambiente che è sinonimo di convivialità. Si prepara per gli ospiti, si
servono gli aperitivi rimanendo sempre a contatto con loro. Entro il limite dei
60’ gli armatori gradiscono meno la figura del marinaio che spunta con cibi e
bevande dalla cucina di servizio. Qui i protagonisti vogliono essere loro, gli
armatori.
Le dimensioni hanno permesso di ricavare una bella suite armatoriale a centro
barca con finestre panoramiche quadrate, per la prima volta anche apribili.
Gli esterni ricalcano la strada percorsa già con il 47, prua squadrata, grandi
vetrate dal desing nuovo (confrontate con quelle a goccia o pinna di squalo dei
modelli precedenti) e fly con hard top rigido (optional), che sebbene ricordi
quello delle belle ammiraglie del cantiere non ha forme esaltanti. Il 58 fly
esce con un pacchetto di dotazioni con un pacchetto di dotazioni standard
completa, gli optional riguardano accessori come aria condizionata, generatore
17 kW, teak in coperta, elica di poppa e joystick, televisioni negli ambienti,
impianti home theatre e I-Boat (si collega un I-Pod in cabina e si ascolta la
propria musica), decor exclusive.
Prova
A Varazze (il nuovo centro consegne di Azimut) la giornata è calda e
soleggiata, il mare tranquillo. Un piacere essere in mare.
La plancia di comando fa un certo effetto, i due grandi schermi E120 di
Raymarine (un altro è sul fly) per la cartografia, radar, ecoscandaglio e le
telecamere di sala macchine e fly danno tutte le informazioni di navigazione,
al centro ci sono i display dei motori (consumo, regime, allarmi di sicurezza),
digitali e i classici analogici rotondi. Sedere sulla poltrona del comandante è
una bella sensazione.
Usciamo dal porto con l’aiuto del joystick sviluppato in casa Azimut, un
optional in grado di dare un grande aiuto in manovra, è per esempio in grado di
farlo ruotare su se stesso di 360° in un minuto scarso, e se è installata anche
l’elica di poppa (altro optional) è davvero possibile eseguire tutti i
movimenti, anche quelli di traslazione. Per chi preferisce guidare la barca da
solo è una sicurezza non indifferente.
Navighiamo in assetto “leggero”, con serbatoio dell’acqua vuoto, un quarto di
carburante e cinque persone a bordo. La barca monta due motori Man R6 da 800 cv
ciascuno accoppiati ad eliche Sbm 4 pale in NiBrAl e trasmissioni in linea d’
asse, una potenza adeguata secondo i dati di progetto ad assicurare una
velocità massima di 32 nodi e una di crociera di 28. Valori che trovano
conferma durante la prova.
Cerchiamo subito la velocità massima, i flap sono neutri e raggiungiamo i 32,4
nodi a 2.360 giri. A questo regime il consumo è di 305 litri/ora, calcoliamo l’
autonomia in circa 9 ore di navigazione e circa 300 miglia di range. Dando un
po’ di flap si perdono due nodi, ma l’assetto di navigazione migliora.
Scendiamo a 2.200 giri, regime di crociera sostenuto, viaggiando a 29,6 nodi
con un consumo di 311 litri/ora, un’autonomia di 10,5 ore e un range di 311
miglia. A 2.000 giri si viaggia a 25,7 nodi.
Partendo da fermi a 1.000 giri sembra voler entrare in planata, ma sforza
ancora un po’, bisogna aspettare i 1.700 giri perché esca dall’acqua. Scendendo
invece a 1.000 giri da regimi superiori lo scafo mantiene agevolmente la
planata. Proviamo anche a navigare con un motore solo, a 1.000 giri si fanno
8,5 nodi, a 1.500 si naviga a 11,2 e a 1.800 si raggiungono i 13,5 nodi.
A bordo si sta bene anche a velocità sostenute, benché con mare mosso l’
equilibrio sia diverso.
Spettacolare la vista dalla cabina dell’armatore con la finestra panoramica a
pelo d’acqua. E’ un bel vedere. Tutte le cabine hanno oblò apribili, danno
luce e aria ma anche acqua, quindi ricordarsi di fare sempre un giro di
controllo. Rientriamo in porto a Varazze e ancora una volta non possiamo non
apprezzare la facilità di manovra con il joystick. Ormeggiare un 58’ è
diventato un gioco da ragazzi.