22 April 2020

Usato sotto la lente Bénéteau 57

Lo Studio Farr ne ha disegnato le linee, Franck Darnet l’allestimento degli interni. Il risultato è un’imbarcazione dalla lunghezza di 17,60 metri senza compromessi. La crociera e le lunghe traversate sono i punti forti di questo 57’ che non deluderà i suoi nuovi armatori
Un progetto fuori dagli schemi come quello del Bénéteau 57 deve essere costato uno sforzo non indifferente. In prima battuta il cantiere, circa 15 anni fa, decise con questo modello di entrare nel campo dei big e di farlo con un pozzetto centrale, con parabrezza (poi messo in optional) e timoneria laterale. Una concorrenza ai cantieri nordici, ma anche al cantiere francese Amel, infatti la barca richiama per certi aspetti il Super Maramu. Una buona copia o un’operazione di marketing centrata, visto che i numeri hanno dato ragione al gruppo francese.

La scelta dello Studio Farr per la carena è stata ottima, infatti la barca è veloce anche con arie medio leggere. Due i pescaggi disponibili: da 2,20 metri e da 2,60: il primo in piombo, il secondo in ghisa nella parte alare e piombo. Il timone è profondo, tanto che nella versione a pescaggio ridotto, ha la stessa immersione della pinna.

Le linee d’acqua stringono a poppa e la prua è ben immersa, non per altro la barca ha una buona sentina dove sono alloggiati i serbatoi strutturali dell’acqua. Ha anche un buon passo di bolina sull’onda.
L’opera morta è un po’ retrò con la poppa rovesciata munita di specchio a ribalta servoidrualico, mentre la prua mantiene uno slancio modesto, diciamo dallo stile un po’ datato per il 2003, anno di nascita del modello. Il gusto è quello classico, una di quelle barche che guardi e che non ti stanchi perché va oltre le mode. Spesso lo scafo è blu, in gelcoat, e negli anni è necessario pensare a una riverniciatura per rinvigorirlo.

La struttura dello scafo è classica: laminazione manuale con controstampo incollato e fascettato nella zona della deriva.
Molte di queste barche hanno girato il mondo, anche perché sono facili da condurre in due e non vi sono cronici difetti strutturali, l’essenziale è non andare a scogli.
Il ponte è stato ottimizzato dal designer Frank Darnet creando uno spazio prendisole a poppa, l’alloggio della zattera sotto allo specchio di poppa a ribalta (non proprio immediato), ampi gavoni a poppa, cala vele a prua, profondo gavone dell’àncora.

Si apprezzano i dettagli come la massiccia falchetta in teak, i pochi gradini per entrare in pozzetto, l’ampio musone dell’àncora.
Il teak sui passavanti può richiedere un serio intervento se è stato mal tenuto, come ad esempio i chiodini che sporgono dalle doghe.
Il pozzetto prevede un tavolo fisso e timoneria a murata su un sedile da pilota. Di certo non è uno stile che piace al regatante, ma in crociera va più che bene, tranne quando la seduta tende a incastrarsi sotto alcune rientranze laterali.

Da qui, comunque si comanda bene la barca che ha avvolgitori elettrici e randa nel boma o nell’albero. Il sistema non è sempre affidabile, in particolare quello nel boma, che richiede un angolo preciso, cosa non facile durante una mareggiata.

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L’interno è luminoso, con buone altezze e funzionale. La dinette è divisa in due living e la cucina a U, molto ergonomica, ospita tutti gli accessori. Lungo il corridoio, tra il salone e la cabina armatoriale di poppa, c’è un bagno giornaliero e la cabina dello skipper con la lavatrice, perché la barca nasce anche per il mercato del charter di lusso. A prua due cabine con letti a murata con bagni dedicati. Nel complesso il Bénéteau 57 è proposto in diversi layout per ospitare da 5 a 9 passeggeri.

Per una barca da viaggio gli impianti sono adeguati, grande autonomia grazie alla riserva d’acqua, un po’ più modesta (lt 480)per il carburante (esiste un terzo serbatoio optional da 200 litri), considerando la motorizzazione importante (Yanmar da 160 cv).
La sala macchine è grande e presenta apertura frontale e laterale, solo l’accesso al generatore è un po’ sacrificato. Sul modello in prova era stata effettuata una modifica all’astuccio dell’elica, inserendone uno lubrificato a olio e con tre boccole, eliminando l’anomalo consumo della boccola esterna, in quanto l’asse e l’elica pesano molto.
La barca ha molta tela, circa 175 mq che con un dislocamento di circa 21.000 kg sono anche ben proporzionati in crociera.
Il genoa è grande e serve una trinchetta per i venti medio forti, mentre se è presente la randa avvolgibile serve un Code Zero per quelli leggeri. Scelta questa attrezzatura posso dire che la barca è polivalente e veloce. Con 8-10 nodi d’aria si raggiungono subito i 7,2-7,5 nodi senza onda. Il motore Yanmar da 160 cv deve spingere bene una barca da quasi 25.000 kg (il valore letto dalla bilancia del travel lift), così apprezziamo l’elica Gori a passo variabile che spinge la barca a 7,5 nodi sui 2.200 giri e 9 a 3.500.
Senza dubbio possiamo sbilanciarci e considerare il Bénéteau 57 una valida alternativa ai prodotti del Nord Europa e anglosassoni.
L’armatore tipo
Per chi è alla ricerca di una barca da viaggio semplice, ragionevolmente economica e con molti posti.

I dati
Lunghezza f.t. m 17,60
Larghezza m 4.98
Pescaggio m 2,20-2.60
Dislocamento a vuoto kg 21.500
Zavorra kg 7.500-6.900
Superficie velica m2 175
Motore1 x 160 cv
Carburante lt 480
Acqua lt 1.000

i difetti
Usura del teak
Usura verniciatura blu
Avvolgiranda
Poca accessibilità alla timoneria
Quando questa barca è nata, il prezzo di partenza era di circa e 500.000 e in acqua costava 700.000 full optional. Oggi si può comprare bene spendendo da e 200.0000 a 250.000 se il teak e le murate sono in buono stato. Se è un ex charter il prezzo può scendere a e 170.000, una cifra interessante per un modello di 17 m, con circa quindici anni alle spalle, di fascia media e con linea moderna.
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