Questa volta vi portiamo a bordo dell’Azimut 47, nuovissimo fly dei cantieri di
Avigliana e nuova Barca dell’Anno 2007 che conta già una trentina di armatori
nuovi di zecca. Il premio viene assegnato dalla nostra rivista in
collaborazione con Selmabipiemme nel corso del Salone di Genova. La prova del
47 è a Savona, la giornata non promette nulla di buono, le nuvole sono basse e
inizia anche a piovere. Siamo i primi ad avere la possibilità di navigarci e
non saranno du...
Introduzione
Questa volta vi portiamo a bordo dell’Azimut 47, nuovissimo fly dei cantieri di
Avigliana e nuova Barca dell’Anno 2007 che conta già una trentina di armatori
nuovi di zecca. Il premio viene assegnato dalla nostra rivista in
collaborazione con Selmabipiemme nel corso del Salone di Genova. La prova del
47 è a Savona, la giornata non promette nulla di buono, le nuvole sono basse e
inizia anche a piovere. Siamo i primi ad avere la possibilità di navigarci e
non saranno due gocce d’acqua a fermarci. La barca è ancora il prototipo, la
prima uscita dai capannoni Azimut. Nonostante questo è perfetta, gli interni
non hanno una sbavatura, impianti ed elettronica funzionano a dovere. Tanto che
quando saltiamo a bordo per accendere i motori e mollare gli ormeggi non c’è
neanche bisogno della rituale discesa in sala macchine per i controlli di
routine. Si accende e si parte come se fossimo in macchina. Segno che la
macchina produttiva di Azimut ha raggiunto livelli di industrializzazione
pressoché perfetti. E il processo produttivo è stato una delle chiavi della
vittoria del 47 sulle altre concorrenti.
Il progetto
Progetto
In barca come in macchina. È stato questo l’obiettivo degli ingegneri. Lo
stesso Ruggero Gandolfi, ingegnere capo del progetto, ci conferma che “oggi
essere armatori non vuol dire essere per forza appassionati di mare. Nelle
barche a motore stanno diventando due aspetti separati. È per questo che oggi
gli armatori vogliono salire a bordo e partire, come sono abituati a fare con
la macchina. Più la barca somiglia alle loro abitudini più sono felici. Abbiamo
fatto molti sforzi in questo senso, soprattutto sul 47”.
Il team di progettisti è sempre lo stesso, Stefano Righini per l’exterior
design, Carlo Galeazzi per la decorazione degli interni. Dal loro estro sono
nati i successi di Azimut, dalla linea open S ai più recenti fly. Ma il 47 non
è solo una copia di quanto già visto, innova e rinnova, stili e materiali.
Abituati a tutta questa modernità di forme e di arredo a Genova ci eravamo
presi 10 minuti per andare a vedere i modelli Azimut più datati, per capire
meglio i risultati di tutto questo lavoro. Siamo quindi entrati nel 39’ e in
effetti viene da sorridere e durante la prova abbiamo chiesto al riguardo il
parere di Gandolfi. La risposta è che “ogni anno vendiamo circa il 60% moderno,
e 40% classico. E contrariamente a quello che si può pensare il classico, legni
lucidi e saloni ovali, tira ancora moltissimo. Quindi non prevediamo un’uscita
di produzione di quei modelli, anzi. È chiaro che ogni anno vengono aggiornati
con le tecnologie più recenti.”
Materiali e impianti
Materiali e impianti
Il 47 ha una carena nuova in Grp con deadrise di 14° a poppa e 19° in mezzo
provata a lungo in vasca a Zagabria. Rispetto alle precedenti ha i tunnel
eliche ridotti, una stellatura distribuita meglio e un controllo dei pesi più
accurato. In tal senso sempre Gandolfi sostiene “di non vedere grandi
innovazioni nel mondo carene. La carena è un meccanismo semplice, una volta
trovati i parametri corretti per un dato progetto la carena è fatta, sono poi
quindi possibili soltanto affinamenti di quanto c’è già. Anche perché in
materia si è raggiunto lo stato dell’arte. Vedo molta più innovazione sugli
interni, che sono figli della moda e ogni anno vanno rivisti. Anche sui
propulsori si lavora molto, soprattutto per le barche medio-piccole. Gli Ips
sono stati una rivoluzione anche se hanno bisogno di tempo per essere accettati
e guadagnarsi la fiducia di armatori e costruttori. Ma rappresentano il
futuro.” Scafo e coperta sono costruiti in infusione insieme ai vassoi delle
cabine e della sala macchine. La carena è in sandwich, che garantisce una
miglior resistenza Strutturale. Il tutto è rinforzato con una struttura
trasversale di madieri e longheroni per formare un unico corpo molto rigido. In
sala macchine si è inoltre sfruttata la rigidezza insita dei motori per rendere
più accessibili i passascafo e facilitare la manutenzione intorno ad essi.
Tutti i portelli esterni sono stampati in Rtm Light, un metodo che consente di
avere un prodotto più compatto e resistente all’acqua e con entrambe le facce
rifinite bene. Tuga, coperta e murate sono in sandwich di Pvc espanso. Le
paratie della sala motori e quella anti-collisione di prua sono realizzate con
sandwich strutturale di legno e materiale espanso. Il gelcoat è a spruzzo di
tipo neopentilicoisoftalico e per gli strati esterni dello scafo è stata
utilizzata resina vinilestere, Azimut offre una garanzia di 5 anni contro l’
osmosi.
La coperta
Coperta
Sul fly la disposizione cambia e si sbilancia verso living e prendisole. La
consolle di guida ha quindi un ruolo quasi marginale. Sul fly bisogna prendere
il sole, rilassarsi, mangiare e se serve guidare. Sembra essere stato questo l’
approccio al suo disegno. La consolle è quindi messa in un angolo con un sedile
singolo. Il mobile bar è ingegnoso, messo al centro del fly, serve da tavolo
per i divano attorno e aprendo uno sportello a ribalta, che funge anche come
piano di lavoro, si scoprono le piastre elettriche per cucinare. Anche qui non
mancano appoggi sicuri. Per chi desidera sdraiarsi il grande cuscino con
poggiatesta è il punto ideale per prendere il sole affacciati sul mare e
godersi allo stesso tempo la navigazione.
Il roll bar è spostato all’estrema poppa, non disturba e non rovina la linea
perché rimane basso e non sporge dal profilo dal fly. Un buon lavoro di design
per un oggetto che non si sa mai come trattare, detestato dai puristi delle
linee ma utile per le antenne degli strumenti elettronici. Il pozzetto può
essere arredato con tavolo e sedie (optional) ed è ben protetto dal
prolungamento del fly. Qui si trova il portellone di accesso alla sala
macchine. L’accesso alla cabina del marinaio avviene tramite un portellone sul
divano di poppa. Sulla plancetta di poppa è possibile avere le selle per un
tender. A prua non ci sono grandi sorprese, c’è il secondo prendisole, il
verricello dell’ancora e come optional si possono montare i portaparabordi
laterali di acciaio.
Gli interni
Interni
Il 47 è una barca per la famiglia, con ambienti tutti da vivere, luminosi e
accoglienti. Il layout della zona notte è classico, con cabina armatoriale a
prua, due cabine ospiti gemelle a poppa con letti singoli e due bagni
praticamente identici come dimensioni e dotati di box doccia circolari. La loro
illuminazione è indiretta con velette retro-illuminate. Nella cabina di dritta
i letti singoli possono avvicinarsi e diventare un letto matrimoniale. L’
armatoriale è illuminata dalle due finestre orizzontale e dal passauomo. Il
letto si alza con due pistoni pnuematici per lasciare libero l’accesso ad un
grande cassettone. Bellissima la cucina, che è stata ricavata sotto al
parabrezza e gode quindi di un’ottima illuminazione naturale e di tanto spazio
in alto. E’ attrezzata con frigo da 190 litri e piano cottura a tre fuochi. Per
il décor sparisce il wengé, che aveva fatto la fortuna degli Open, sostituito
dal rovere décapé utilizzato per i mobili e gli inserti del celino, rimane il
cuoio color cognac che ricopre i piani dei top, le porte, i giroletti e i
sottodivani. I tessuti proposti per il decor sono in fibre naturali e chiari,
inoltre viene offerta una ricca scelta di circa 150 proposte declinate in tre
gamme: Classic, Exclusive e Prestige.
La prova
Prova
Siamo ormai fuori dal porto di Savona, piove sempre di più e il mare ha una
forte risacca. Siamo al minimo, senza marcia di riduzione, e navighiamo a 6,4
nodi. Nei porti è già troppo ma con il joystick non è più un problema.
Ricordiamo però che non è una dotazione standard ma un caro, utilissimo,
optional. Lasciamo scaldare ancora qualche minuto i motori, due Caterpillar Cat
C9 Acert da 575 cavalli ciascuno con eliche a 4 pale in Ni.Br.A.l e
trasmissioni V-Drive flangiate, poi iniziamo la prova vera e propria. C’è onda
lunga ma non fa niente, cerchiamo subito la velocità massima. Navighiamo tra le
onde, a volte sbattiamo forte ma la barca non si scompone e continua la sua
rotta. Arriviamo a toccare i 32 nodi (il progetto ne dichiara 31) a 2.560 giri
al minuto. Manteniamo la massima per qualche minuto, il comfort è buono anche
se i salti sono inevitabili con queste onde. Notiamo con piacere che nel salone
ci sono parecchi punti di appoggio per tenersi, corrimano e appigli. A bordo
gli ingegneri Azimut sono silenziosi e tranquilli, la barca sta dando il meglio
di sé. Anche perché per un prototipo ogni prova è importante per capire. Dopo
questo il successivo è stato sulla distanza, Savona Barcellona con 9 persone a
bordo. Superato alla grande: il 47 è pronto per la messa in produzione. Il
regime di crociera è a 2.200 giri al minuto , a cui corrispondono nel nostro
test 26 nodi. Ora il comfort è migliore, si riesce a navigare senza pensare a
dove è l’appoggio più vicino al quale aggrapparsi. Dalla plancia di guida si ha
una buona visuale davanti, meno sul dietro ed è per questo che tra gli optional
c’è anche la stazione di guida a distanza, una sorta di telecomando con un cavo
da attaccare ad una presa sulla tuga a poppa. Comodo per chi non guida il
living a sinistra della consolle di guida, due comodi divanetti con tavolo
estensibile al centro. Da qui ci si gode davvero la navigazione. Infine
proviamo anche a navigare con un motore solo, a 1.800 giri al minuto facciamo
11,5 nodi, aumentando a 2.000 giri al minuto arriviamo a 13,3 nodi. Contenuti i
livelli di rumorosità e vibrazioni negli ambienti interni.
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