Sottocoperta questo 80 FD è il più Mylius di tutti, con i mobili di teak alternati al bianco dei divani e dei dettagli laccati e tanto carbon look, come paratie, lavandini, porte e molto altro. Il merito del cantiere è di aver creato negli anni uno stile originale e molto riconoscibile, oggi diventato un marchio di fabbrica e uno dei migliori punti di forza di queste barche. Il layout prevede la zona ospiti a prua, con tre cabine di cui quella riservata all’armatore con due letti doppi a murata.
Verso poppa c’è una quarta cabina, utilizzabile tanto per gli ospiti quanto per il marinaio (che volendo trova posto anche a estrema prua), e la cucina, ricavata sulle mura di sinistra. Con le sezioni di poppa modificate, rispetto ai “vecchi” 76 piedi tutta la zona posteriore della barca è più essenziale, senza il passaggio che metteva in comunicazione la cucina con l’alloggio del marinaio.
Per la cottura c’è un piano basculante a induzione a quattro zone e forno elettrico, tutto Siemens; per quanto riguarda il “freddo” c’è un frigorifero casalingo da 400 litri con freezer integrato, una cantinetta per i vini e un ice maker da 18 kg al giorno. Bellissimo il top di acciaio inox lucidato.
Per quanto riguarda il piano di coperta, albero e boma sono di carbonio ad alto modulo della Hall Spars, a poppa il paterazzo è sdoppiato e rinviato con rapporto 3:1 su due winch dedicati.
Per il cantiere questo è un anno importante nel quale vedremo anche il primo Mylius 60 CK con kanting keel. Una vera e propria macchina da regata voluta dall’armatore italiano Guido Paolo Gamucci.