Bénéteau First 36 prova in mare. Come naviga, pregi e difetti

Una barca giovane, divertente e soprattutto facile da far correre. Il First 36 si distingue per la qualità di costruzione e la sua semplicità, di utilizzo e di design, firmato da Lorenzo Argento. Ha tutto ciò che serve per crociere sportive e regate avventura in coppia all’interno di un budget ragionevole

Dopo il First 53 presentato nel 2019 il First 36 è il modello con cui Bénéteau ritorna a quelle dimensioni e caratteristiche che avevano fatto apprezzare al mondo la linea First. Il 36 è un modello capace di cambiare il paradigma di un settore oggi ricco di proposte. Il punto di forza della barca è infatti la sua versatilità: può essere un velocissimo e divertente cruiser per crociere in famiglia come un racer per regate in doppio o in equipaggio completo.

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Il cantiere ha raggiunto l’obiettivo grazie anche all’eclettico quanto inedito team progettuale composto da Sam Manuard per l’architettura navale, Lorenzo Argento per il design generale, Pure Design & Engineering di Giovanni Belgrano per l’ingegneria strutturale, Gigo Design per gli interni con concept di Bénéteau e costruzione a cura del cantiere sloveno Seascape. Un mix di menti e capacità costruttive che hanno permesso di creare una barca di grande serie con una predisposizione alle prestazioni tipiche di progetti più complessi e costosi e una costruzione meno di serie.

Il cantiere doveva tenere basso non solo il dislocamento, ma anche il prezzo e per farlo ha scelto una costruzione “normale”, benché curatissima da Seascape. Non è stato utilizzato carbonio e la resina è una normale poliestere. La chiave è infatti un compromesso bilanciato tra le varie esigenze di progetto: il First è una barca per la famiglia, non un racer alla ricerca esasperata del decimo di nodo. Descriverlo come leggero e quindi veloce è riduttivo, il 36 è molto di più.

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È, prima di tutto, un’imbarcazione per la famiglia, certamente una famiglia sportiva che ama l’azione e che accetta qualche piccolo compromesso negli interni (il bagno piccolo). È anche una barca capace di prestazioni non comuni e quindi ideale per le regate lunghe, magari in coppia. Sappiamo bene che nel mercato non è l’unica a essere veloce, ma è una delle pochissime – costruita in serie – che lo fa in modo naturale, senza il “dramma” di solito legato alla ricerca delle prestazioni e di un equipaggio idoneo. Non serve infatti un team di super professionisti per farlo planare – sì perché il 36 con 9 nodi di vento reale inizia a staccare la scia e a entrare in planata –.

Basta una famiglia che vuole divertirsi in vacanza per farlo correre. Una barca che permette di navigare a vela più a lungo, perché cammina anche con vento leggero e invece di sfinire l’equipaggio e costringerlo ad accendere il motore ti invoglia a portarla a vela. Con il risultato di fare meno ore di motore, consumare e inquinare meno e godersela di più.

Tutto questo non sarebbe stato possibile senza un lavoro enorme alla ricerca dell’ottimizzazione dei pesi per un dislocamento finale di 4.800 kg abbinato a una superficie velica di 75 mq che permette al 36 di planare con estrema facilità e di spazzare via le complicazioni di solito necessarie sulle altre imbarcazioni per andar forte.

Parlando con il progettista Sam Manuard ci ha spiegato che «il punto di forza del 36 è navigare veloce, offrire un buon comfort generale e un minimo di sofisticazione tipiche delle barche da regata». Riguardo alla sua facilità di planata in condizioni normali Manuard ha detto che «i fattori principali che permettono prestazioni del genere sono sostanzialmente tre: la qualità di costruzione e ingegnerizzazione che hanno permesso di risparmiare peso ovunque possibile. Il secondo è non aver fatto compromessi sul pescaggio profondo che dona un’elevata stabilità allo scafo; non è un pescaggio esagerato per una barca da regata pura, ma per una da crociera lo è. Il terzo fattore è la forma molto efficiente delle linee d’acqua alla ricerca di una planata anticipata».

La barca è realizzata in sandwich di Corecell con infusione sottovuoto e resina poliestere con paratie in composito. Sottocoperta anche i mobili sono in composito e contribuiscono alla rigidità della barca. Nonostante l’indole sportiva il 36 è una barca per la famiglia e negli interni si è voluto dare un tocco di calore con diversi inserti in legno che richiamano quanto già fatto da Lorenzo Argento nel First 53. Anche l’isola centrale, così rara su queste dimensioni, suggerisce l’anima family cruiser della barca ed è un elemento fortemente voluto da Argento.

Il layout prevede tre cabine e un bagno verso prua, proprio questo ambiente è quello più sacrificato, una scelta però consapevole per dare più spazio al salone e non rubare troppi centimetri alla cabina di prua. Con un gruppo di quattro persone, l’assetto migliore vacanza all’insegna del comfort con il 36, una delle due cabine di poppa si trasforma in un enorme spazio di stivaggio mentre un gruppo di giovani saprà come sfruttare al meglio le larghe panche del divano salone per aggiungere altri due posti letto “volanti”.

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Navighiamo con il 36 a Izola, in Slovenia, base del cantiere Seascape dove la giornata inizia con vento molto leggero. Quando usciamo in mare ci sono appena quattro nodi d’aria, sufficienti però a farci navigare di bolina a 3,5/4 nodi. In rotta verso sud ovest il vento rafforza fino a stabilizzarsi sui 15/16 nodi prima di calare nuovamente. Con il Code 0 navighiamo sempre oltre i 9,3 con la barca in planata. Te ne accorgi subito guardando la scia che stacca e ascoltando il ronzio prodotto dallo scafo.

Questo rumore inizia intorno agli 8 nodi di velocità e intorno ai 9 la barca inizia a planare. La conduzione rimane facilissima con le ruote sempre precise e morbide anche in assetto sbandato. Quando il vento scende intorno ai 12 nodi torniamo alla bolina con un’andatura sempre oltre i 7 nodi con punto sugli 8, ma non più in planata. Guardando le due ruote del timone si può notare come siano piuttosto alte, una scelta che facilita gli spostamenti del timoniere per adattare la posizione alle esigenze di regata. Ed è proprio il pozzetto la zona migliore del First 36 grazie alla sua versatilità.

Due persone in regata troveranno subito i meccanismi e gli spazi per affrontare una regata lunga da soli. E lo stesso faranno i cinque o sei velisti per una regata con equipaggio al completo. Due box rimovibili permettono di aumentare la lunghezza delle panche una volta in crociera.

Per Paolo Portinari, il giornalista presenta a La Rochelle per le prove dell’European Yacht of the Year “il First 36 è una barca a vela pura, dalla coerenza rara, di quelle della migliore tradizione dello yachting, senza fronzoli, dove ogni dettaglio o scelta progettuale è finalizzata alla funzione. Del resto, Bénéteau ha investito non poco nel suo sviluppo, coinvolgendo nella costruzione il cantiere Seascape di Andraz Mihelin e nella progettazione Lorenzo Argento e Sam Manuard, tre personaggi che tutti insieme, a parte le numerose imbarcazioni realizzate che riempiono i rispettivi curriculum, vantano due Admiral’s Cup, cinque Minitransat e due Route du Rhum.

Il First 36 è innovativo nelle forme, nelle proporzioni e nei rapporti fra peso e potenza, eppure nasce già maturo e nulla sembra possa essere migliorabile. Ogni cosa è al suo posto, ogni manovra, winch o stopper è dove dovrebbe essere, ogni spazio o volume ha le dimensioni corrette, tanto in coperta quanto negli interni. Il risultato è una barca ben ingegnerizzata, con una qualità costruttiva molto buona: assemblaggi, vetroresine e dettagli sono ampiamente al disopra del meglio che propone il listino Bénéteau.

Gli interni sono una sorpresa, il design è tanto pulito e funzionale da essere accogliente, marino e comodo. Spicca l’assoluta simmetria fra lato di sinistra e quello di dritta che riesce ad offrire una cucina ben dimensionata e, dal lato opposto, un’area di navigazione con tanto di tavolo da carteggio. Le tre cabine hanno dimensioni più che sufficienti e il bagno con il lavabo a ribalta sembra più grande di quello che realmente è. Il grande lavoro sulle linee d’acqua, sul piano velico e sulle appendici definisce un comportamento in navigazione unico, dove la semplicità di conduzione riesce a sposare una elevata sensibilità alle regolazioni e, soprattutto, velocità medie sempre molto alte, pesino con poca aria.

Di fatto, è sopra i 12 nodi di vento che questa barca riesce a planare al lasco con una facilità disarmante e a regalare sensazioni che solitamente non si riescono a provare con barche per la crociera veloce.

Abbiamo provato la barca a La Rochelle in due giornate dalle condizioni molto diverse, con poco vento e onda lunga e con 12 nodi di vento e onda corta. Con a bordo un corredo velico standard completo di gennaker e Code0 e, soprattutto, niente meno che costruttore e progettisti, siamo riusciti ad apprezzare le grandi qualità sia in termini di prestazioni pure, sia in termini di qualità nautiche in generale.

Ci ha stupito il fatto che nonostante l’onda fastidiosa, prima lunga e poi ripida, e linee d’acqua dalle sezioni di prua piene e potenti, lo scafo non sbatta mai appoggiandosi dolcemente sulle onde, complice una velocità sempre alta e che non risente di beccheggio e rollio. Con gennaker a riva si può stringere l’angolo al vento quanto si vuole e i timoni non perdono mai la presa, merito anche di una tendenza orziera che cresce poco all’aumentare dell’angolo di sbandamento. Ci ha stupito anche la silenziosità a motore, non certo tipica di imbarcazioni di questa categoria e dimensione”.

AUSTRIA | Roland Duller, YachtRevue
È l’unico performance yacht di un grande produttore che può planare sotto gennaker con venti moderati e con un equipaggio ridotto. Navigarla è un triplo divertimento.

DANIMARCA | Morten Brandt-Rasmussen, Bådmagasinet
Anche se il First 36 è ben lungi dall’essere la barca più grande del rinato programma First del cantieri francese, è l’ammiraglia della flotta. Perché? Grazie alle scelte fatte dai progettisti e dal cantiere per garantire un peso contenuto, uno scafo e un armo rigidi, un layout funzionale della coperta e del pozzetto e un interno minimalista ma accogliente. Tutte le virtù che vuoi da un vero performance cruiser.

SPAGNA | Diego Yriarte, Nautica y Yate
Il First 36 è un vero cruiser-racer. Può essere utilizzato sia per le regate con equipaggio completo che per quelle con equipaggio ridotto. Ma offre comunque interni abitabili per navigare con la famiglia e gli amici. In ogni caso sarà sempre un fast cruiser, in quanto la costruzione è super leggera e rigida, mentre i doppi timoni permettono una navigazione stabile anche in condizioni di forte vento dove mostra tutta la sua personalità. È una barca dallo spirito giovane e agile. Molti saranno sorpresi di scoprire che è in grado di navigare con vento leggero e raggiungere facilmente velocità a doppia cifra!

FINLANDIA | Pasi Nuutinen, Vene
È il cruiser-racer universale. Che si tratti di navigazioni pomeridiane sportive, scappatelle a corto raggio per i fine settimana, vacanze complete con la famiglia o gli amici, il First 36 vince. Il suo potenziale di velocità è evidente e, cosa più importante, la facilità di manovrabilità lo rende tutto alla portata degli equipaggi amatoriali. Il prezzo è ragionevole e lo diventa ancora di più poiché l’interno risulta offrire uno spazio abitativo piuttosto piacevole.

FRANCIA | Loic Madeline, Voiles & Voiliers
Una grande barca, forse non la più adatta per la crociera, nemmeno la più elegante e non sappiamo ancora come si comporterà nelle regate contro barche con lo stesso rating. Ma offre sicuramente più divertimento ed è quella che vorresti per navigare con gli amici. Il punto positivo è che puoi produrre una barca planante efficiente senza utilizzare materiali di fascia alta. Vetro, schiuma e poliestere nello scafo, ghisa per la zavorra e alluminio per l’albero possono rendere una barca molto eccitante. Ma hai bisogno di un ottimo design e di un processo di costruzione molto preciso. Con il First 36, hai senza dubbio entrambi.

GERMANIA | Jochen Rieker, YACHT
In una categoria piena di fantastiche barche, chi è arrivato al vertice è stato in realtà il più modesto, almeno in termini di stile e, soprattutto, di peso. Con un discreto margine il First 36 si è aggiudicato il primato essendo l’unico vero yacht planante con vento moderato. Offre anche il miglior pozzetto funzionante, con winch, bozzelli e timoni posizionati in modo ideale e che supportano altrettanto bene la navigazione a corto raggio e con equipaggio completo. Anche i suoi interni sembrano generosi, nonostante due difetti: la mancanza di spazio di stivaggio facilmente accessibile nel salone e il bagno piuttosto piccolo. Eccolo quindi: il fast cruiser moderno che osa essere diverso e che ancora pochi cantieri non hanno osato costruire. Il First 36 senza dubbio lascerà ampi sorrisi sui volti di chiunque una volta che il vento si sarà alzato e le scotte saranno state allentate.

GRAN BRETAGNA | Toby Hodges, Yachting World
Uno yacht che riporta l’attenzione sulla vela. Il First 36 è stato mantenuto invitante e accessibile e, a differenza di molti yacht che possono planare, il look è modesto e non aggressivo. È semplice, senza fronzoli e il risultato è un piacere per tutti da navigare e timonare. È tutto riguardo a ciò che non puoi vedere, il design e l’ingegnerizzazione dovrebbero garantire una domanda a lungo termine. Creare uno yacht prodotto in serie con questo peso e con questa qualità con anima in schiuma, e uno che può regalare così tanto divertimento, è un fiore all’occhiello del marchio First.

OLANDA | Marinus van Sijdenborgh de Jong, Zeilen
Le menti unite del designer Sam Manuard, del cantiere Seascape e di Bénéteau, il più grande costruttore di yacht al mondo, hanno creato l’opportunità di concepire uno yacht come il First 36. Progettato come puro performance, senza mai scendere a compromessi sul piacere di navigare di un velista medio che sale a bordo. Non c’è bisogno di essere un professionista per regatare su questo yacht, perché lo yacht fa emergere il regatante in ognuno. È veloce ma facile, preciso ma non nervoso e leggero, ma confortevole. L’unica cosa che delude è un lavabo a scomparsa molto poco pratico. Oltre a ciò, semplicemente non c’è altro da desiderare. Il First 36 è chiaro, veloce, semplice e puro piacere di navigare.

NORVEGIA | Axel Nissen-Lie, Seilmagasinet
Una barca con proprietà a tutto tondo che può planare, perfetta per la crociera e dal prezzo ragionevole. La barca sembra solida, con finiture elevate nonostante il suo peso ridotto. Hai tre belle cabine, una cucina innovativa, tavolo da carteggio tradizionale ma un piccolo bagno. Il pozzetto è enorme e funziona bene, ma personalmente avrei preferito un timone a barra.

SVIZZERA | Lori Schüpbach, Marina.ch
Con il First 36 Bénéteau vuole offrire ancora più divertimento in barca a vela per un pubblico ancora più vasto. Sviluppato e costruito da Seascape, lo yacht si avvia facilmente con vento leggero e può essere governato con precisione al limite del vento. E quando la brezza si alza, il divertimento aumenta ancora di più. Grazie al sistema a doppio timone, una errore è quasi impossibile anche al limite delle andature portanti. Questo, a sua volta, potrebbe incoraggiare le persone in crociera a esplorare in sicurezza i limiti del First 36. La speranza del boss di Seascape Andraž Mihelin - “vogliamo motivare le persone a navigare di più” - potrebbe avverarsi.

SVEZIA | Joakim Hermansson, Praktiskt Båtägande
Da quando lo stesso André Bénèteau ha progettato il primo modello First nel lontano 1977, è stato seguito da innumerevoli fratelli del colosso francese sempre con l’intenzione di combinare caratteristiche di regata eccellenti con un comfort accettabile per la navigazione insieme alla famiglia. Il nuovo First 36 è disegnato da Samuel Manuard e Lorenzo Argento, ma con tante soluzioni smart firmate dal team creativo del cantiere sloveno Seascape. Lo scafo e la coperta, così come la paratia e la piattaforma da bagno (che pesa soltanto otto chili, incredibile) sono costruiti con una struttura a sandwich iniettata sottovuoto che consente di risparmiare diverse centinaia di chili di peso. Il fatto che manchino quasi del tutto i pesanti dettagli in legno massello contribuisce a un peso complessivo di poco inferiore alle cinque tonnellate e alla possibilità di planare con lo spinnaker asimmetrico di 120 metri quadrati anche con un vento moderato di dodici nodi. E, nonostante ciò, sottocoperta sono disponibili tre comode cabine.

Lunghezza f.t. m 11,98
Lunghezza al gall/scafo m 10,66/11,00
Larghezza m 3,80
Pescaggio std m 2,25
Dislocamento a vuoto kg 4.800
Zavorra kg 1.550
Serbatoio acqua/carburante lt 200/70
Superficie velica bolina mq 80
Motore cv 29
Omologazione CE categoria A/6
Architettura navale Sam Manuard
Design Lorenzo Argento

Ingegneria strutturalePure Design & Engineering

Interni Gigo Desgin
Concept e R&D Bénéteau & Seascape

Indirizzi

Bénéteau, Francia. Lista dealer su www.beneteau.com

Prezzo listino da 238.813 euro IVA esclusa f.co cantiere con motore 29 cv

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