Grand Soleil 72 P prova in mare: come va, pregi e difetti

Il GS 72 P (in arrivo anche la versione Long Cruise con una tuga più pronunciata) è un performance cruiser di oltre 23 metri capace di accompagnare l’armatore verso taglie da maxi. Progettato da Matteo Polli con la collaborazione di Marco Lostuzzi, Nauta Design e il coordinamento di Franco Corazza, il nuovo Grand Soleil vanta una costruzione tecnologica e regala emozioni forti

1/6

Panta rei, tutto scorre, l’eterno divenire nella concezione del filosofo greco Eraclito. Panta rei è il nome del primo esemplare di Grand Soleil 72, che abbiamo provato nella versione Performance nelle acque tra Liguria e Toscana. Già, perché la nostra prova è si partita da La Spezia, ma di acqua sotto la veloce carena di Panta rei ne è scorsa davvero tanta nel corso della giornata in mare. Spinti da una piacevole brezza tra i 10 e 14 nodi abbiamo rapidamente abbandonato il Golfo dei Poeti per arrivare in poco tempo davanti alle coste della Versilia. Lo avrete capito, non si è trattato di un test in mare da due bordi, ma di una prova nella quale questo maxi fast cruiser ha dato dimostrazione delle doti per le quali è stato progettato: macinare miglia a vela in assoluto comfort per gli ospiti offrendo al tempo stesso emozioni a chi sta al timone.

Il Grand Soleil 72 non è il primo maxi costruito dal Cantiere del Pardo, ma è il primo di una nuova gamma di maxi yacht (il 65 piedi è stato appena presentato), settore nel quale il cantiere forlivese ha scelto di ampliare la sua presenza forte del successo dei modelli di media dimensione, dal recente 40’ al 44’ campione del mondo ORC fino al 48 piedi. In particolare, questa nuova gamma si propone di accompagnare l’armatore verso un maxi yacht di alto profilo, ma senza costringerlo a un salto eccessivo rispetto a uno yacht di lunghezza inferiore. Chi abbia già esperienza di altri maxi a vela sarà piacevolmente sorpreso, chi invece possiede altri modelli di Grand Soleil ritroverà una sorta di family feeling ma declinato come si conviene a un maxi yacht.


Il Cantiere del Pardo e Pardo Yachts hanno dimostrato, negli ultimi anni, di avere un’ottima strategia industriale: non basta infatti proporre e vendere le barche, occorre produrle e consegnarle nel tempi concordarti, garantire l’assistenza e quant’altro. Così, per la nuova gamma maxi è stata creata una divisione appositamente dedicata, per beneficiare dell’esperienza di persone quali Franco Corazza, project manager per i GS Maxi, Nauta Yacht Design, che non ha certo bisogno di presentazioni, per il layout generale, la coperta e gli interni mentre per la costruzione il Cantiere del Pardo ha acquisito la maggioranza di un cantiere altamente specializzato, Adriasail di Maurizio Testuzza che adesso costruisce solo per Grand Soleil la linea maxi. A questo team si aggiungono due progettisti strettamente legati al cantiere forlivese, Marco Lostuzzi per le strutture e, soprattutto, Matteo Polli, che sta disegnando l’architettura navale di tutti i nuovi Gran Soleil e vanta un palmares invidiabile nelle regate a compenso ORC. Sono già state vendute cinque unità di GS 72, il primo esemplare è il flush deck in prova, il secondo, varato a giugno ’23 è invece in versione Long Cruise con raised saloon, gli altri sono in costruzione.

1/8

Lo yacht

Le linee d’acqua del GS 72 riprendono infatti la filosofia progettuale di Polli, basata essenzialmente su un attento studio per minimizzare la superficie bagnata, con entrate di prua fini che si avviano verso una poppa a calice che offre un’ottima stabilità di forma a barca sbandata. La pala del timone è singola, lunga ben 3,20 m e in posizione avanzata. La chiglia a T rovesciata è proposta con tre pescaggi fissi oppure in versione lifting (da 4,40 m può essere ritratta fino a 2,70 m). La versione da noi provata aveva la chiglia da 3,70 con siluro da 9 tonnellate ma esistono il pescaggio ridotto a 3,20 m oppure quella lunga di 4,40 m per le maggiori performance. Il GS 72 è costruito con la cura e l’attenzione necessarie per un maxi, in particolare si è cercato il miglior rapporto possibile tra performance e comfort. Il materiale è un sandwich di fibra di vetro in matrice di resina vinilestere a base epossidica impregnata con infusione sottovuoto. Il materiale interno al sandwich è PVC a cellula chiusa e densità differenziata, in modo da offrire maggior robustezza in aeree a maggior carico e leggerezza dove sia preferibile averla. Ma la finezza sta nelle fibre di carbonio unidirezionali con cui sono costruite la trave centrale di chiglia e le traverse su cui scaricano albero e sartie. I madieri e i longheroni sono rinforzati con fibra di carbonio. La barca disloca 31,5 tonnellate a vuoto, 36 in assetto di navigazione.


L’albero è un Axxon in carbonio passante, con sartiame e strallo – con avvolgitore incassato – in tondino mentre il paterazzo in tessile è sdoppiato a V. Inoltre è previsto uno stralletto per la trinchetta. Anche il piano velico riprende la filosofia di Polli, con l’albero arretrato per avere un triangolo di prua con maggior superficie, dunque più tela con aria leggera, e al tempo stesso una randa meno impegnativa. Il fiocco è autovirante con sovrapposizione al 110% ed è regolabile elettricamente dal timoniere con un pulsante sulla plancia.


A bordo, il pozzetto è caratterizzato da due zone prendisole davanti alle ruote del timone, i divani e i due tavoli sdoppiati convergono verso il tambuccio creando un piacevole effetto prospettico. Tutto è particolarmente curato e proporzionato. La bassa tuga flush deck, molto elegante, prevede uno spayhood ripiegabile utile sia nelle lunghe navigazioni che in rada.

1/3

In navigazione

La nostra prova è iniziata con una bolina in 7-8 nodi di brezza, dove Panta rei ha facilmente raggiunto i 7,5 nodi di velocità stringendo a 32° di vento apparente secondo gli strumenti di bordo. La barca si è subito rivelata morbida e piacevole da condurre, agile anche con poca aria, situazione tipica delle estati mediterranee. Le virate con il fiocco autovirante sono immediate e facili, soprattutto se si ha l’accortezza di sfruttare l’abbrivio nel letto del vento per rendere fluida la manovra. L’esemplare in prova era dotato di Code 0 avvolto e non di gennaker per cui ci siamo divertiti tra la bolina larga e il lasco stretto con prestazioni pari alla velocità del vento (7,4 di velocità con 7,4 nodi di vento con un angolo reale di 98° e un apparente di 48°). La brezza è poi salita a 11 nodi, con i quali Panta rei sotto Code 0 ha iniziato a cavalcare a quasi 10 nodi. Nella bolina larga di rientro il vento è salito a 15 nodi e la barca ha passato i 10 di log a 45° di apparente. In queste condizioni si assapora il puro piacere della vela, con la pala del timone che trasmette sulle mani tutta la forza dell’acqua. La conduzione si fa più impegnativa ma la barca è sempre perfettamente sotto controllo.


Infine, la navigazione a motore: lo Yanmar da 195 CV a 2.200 giri permette di navigare a 8,8 nodi che salgono a 10 a 3.200 giri. Sottocoperta la barca rimane sempre silenziosa anche a motore, nell’armatoriale di prua, ad esempio, si sente solo un borbottio che non impedisce di godere dello sciabordio dell’acqua sulla carena.

SCHEDA TECNICA

Lunghezza f.t. m 23,75
Lunghezza al gall. m 19,84
Lunghezza scafo m 22,00
Larghezza m 6.20
Pescaggio std m 3.70
Dislocamento t 31
Superficie velica mq 327
Serbatoio acqua lt 1.000
Serbatoio carburante lt 1.000
Motore cv 175
Omologazione CE categoria A
Architettura navale Matteo Polli
Strutture Marco Lostuzzi
Coperta e interni Nauta Design

Prezzo listino su richiesta

CANTIERE

Cantiere del Pardo, Forlì (FC), tel. 0543 782404
info@cantieredelpardo.com
www.cantieredelpardo.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le ultime prove