Il 48 è lungo 14,96 metri per una larghezza massima di 7,30 metri e ha un pescaggio variabile tra 0,57 e 2,20 metri grazie alle due derive di carbonio. L’albero è di carbonio mentre il boma è di alluminio con traliccio per raccogliere la randa in ammainata. I due scafi hanno prue inverse dal design moderno e sportivo con entrate sottili e poca superficie bagnata. Durante la nostra prova, con 16/17 nodi di vento, il 48 tende ad alzare lo scafo sopravento con una scia sempre pulita e senza trascinamento.
Di bolina navighiamo sempre sugli 8/9 nodi con punte fino a 10 e a Port Ginesta, anche nelle giornate con vento leggero, è sempre stato il catamarano più veloce tra quelli in acqua. Anche l’angolo di risalita al vento è soddisfacente grazie anche alle due derive, la cui gestione non desta particolari pensieri anche perché, nella maggior parte delle situazioni, vengono lasciate abbassate per un’efficienza migliore.
Con il Code 0 murato sul musone di prua voliamo tra 10 e 13 nodi toccando perfino a 13,9. Al timone è sempre reattivo e la manovrabilità è ottima, peccato davvero per l’assenza di una coppia di winch elettrici che, lo ripetiamo, su un catamarano di questa taglia e con un programma di navigazione ambizioso avrebbero fatto la differenza. Ma, come ci racconta Massimo Guardigli, è stata una scelta dell’armatore: il primo modello provato a Fiumicino li aveva.
Il C-Cat 48 mostra un equilibrio perfetto tra facilità di conduzione, prestazioni a vela e comfort generale con un’ergonomia del pozzetto che non delude mai. Altre caratteristiche che abbiamo apprezzato sono il ponte con passauomo a filo, l’enorme cala vele che può essere sfruttata anche per stivare attrezzatura ingombrante, i due gavoni alla base dell’albero per gli impianti e la corretta altezza della navicella dalla superficie del mare che, in caso di mare formato, riduce i colpi nella fase di beccheggio a tutto vantaggio di comfort e sicurezza.