La richiesta dell’armatore all’architetto Tommaso Spadolini era chiara: uno studio di fattibilità per uno yacht di circa 50 metri, quindi più spazioso del suo attuale 35 metri, che gli consentisse di godere al meglio la sua numerosa famiglia durante le vacanze estive.
«Studio di fattibilità ma già con richieste ben precise - spiega Tommaso Spadolini -. Le vetrate dovevano essere di grandi dimensioni, la suite armatoriale essere posizionata sul ponte principale verso prua, mentre le quattro cabine ospiti e le quattro equipaggio su quello inferiore, con l’alloggio del comandante sul ponte superiore. Poi il tender, i seabob e un Optimist dovevano occupare la zona prodiera, così da lasciare a poppa lo spazio per una palestra e per una grande spiaggia che prevedesse anche le murate abbattibili per ampliarne le dimensioni. Una soluzione che aumenta ulteriormente il contatto con il mare e l’ambiente circostante. Infine, un flying bridge che fosse un perfetto esempio di spazio dedicato al relax in compagnia.
L’armatore ha espresso alcune richieste precise anche riguardo gli spazi comuni degli interni, con una grande galley a poppavia della cabina armatoriale, seguita verso poppa da un salone di 11 metri, mentre un altro salone di sette metri di lunghezza è previsto sul ponte superiore.
«Ovviamente, in questa fase - prosegue Spadolini -, non ci siamo addentrati nella disposizione degli arredi, ma dalle indicazioni ricevute dall’armatore c’è la tendenza ad avere soluzioni con divani e poltrone componibili a seconda delle necessità. Tra le particolarità possiamo citare il balcone della cabina armatoriale, che esce lateralmente dalla fiancata garantendo la massima privacy».