15 October 2021

Vela e Motore di Ottobre è in edicola

Il nuovo numero di Vela e Motore è arrivato nelle edicole!

Contenuti

Il nuovo numero di ottobre di Vela e Motore è in edicola con un focus dedicato alle tendenze della nautica evidenziate nel corso del Salone di Genova. Ne parliamo insieme ai progettisti Lorenzo Argento e Camillo Garroni. Il primo è al centro del dibattito contemporaneo, ha contribuito alla creazione di alcune delle barche simbolo della nautica contemporanea come due Wallygator, Chrisco. Ora è impegnato con Beneteau, autore di First 53 e Oceanis 54 assieme a Roberto Biscontini e altri modelli che vedremo. Il secondo è invece coinvolto nella gamma Prestige del Gruppo Beneteau e ci racconta di come a bordo si passi sempre più tempo trasformando così l’utilizzo della barca.

Abbiamo poi intervistato Valentina Gandini, nuova Ceo del cantiere Mylius Yachts, che ci ha parlato dei programmi futuri del cantiere, con le nuove collaborazioni con altri designer e l’arrivo della gamma a motore disegnata da Giovanni Ceccarelli, che prevede anche un catamarano.

Ricco, come sempre, la spazio dedicato alle prove con il test dei tre modelli di punta della gamma GT di Beneteau: GT 36, 41 e 45. La rinnovata linea di express cruiser adatta le dimensioni per soddisfare le necessità nelle diverse fasi della vita del diportista. Segue il 43Wallytender X, che nasce come tender per superyacht o day boat famigliare, per accompagnare l’armatore amante degli sport acquatici e delle attività subacquee o come unità appoggio per un resort sul mare. La gamma sportiva di Jeanneau presenta il Cap Camarat 12.5 WA, una nuova ammiraglia di oltre 12 metri con tre motori. A bordo le soluzioni per migliorare la praticità e il piacere di navigare sono tante. E negli interni possono dormire anche cinque persone. Il cantiere polacco che ha fatto della qualità un tratto distintivo della sua produzione, presenta il Parker 800 Cruiser, natante di 8 metri che strizza l’occhio a crocieristi e pescatori, sottocoperta ha quattro posti letto. La serie di gommoni Barracuda Joker Boat, progettata per le esigenze del pescatore hobbista o professionista, si arricchisce del nuovo Joker 580, il fratello minore del 650. Si riducono le dimensioni, ma non le prestazioni e la ricca dotazione di bordo, creata su misura degli amanti della pesca, che non trascura l’aspetto diportistico.

Per la vela abbiamo invece il trimarano Neel 43, il più piccolo della gamma del cantiere francese si distingue per la vista panoramica in salone e nella cabina dell’armatore, sul ponte principale. Altre due doppie e un bagno completano il layout di un mezzo per la famiglia capace di divertire grazie a prestazioni esaltanti. È candidato all’European Yacht of the Year nella sezione Family Cruiser.

Chiudiamo con le sport e cinque grandi regate: la partenza della Mini Transt, la Maxi Rolex Cup, il Mondiale Moth, la Palermo-Montecarlo e le Vele d’Epoca a Imperia.

Editoriale

ALLA VELA AL MOTORE

di Alberto Mariotti

E non ci riferiamo alla nostra rivista, che da sempre si occupa dei due mondi. Ma del fenomeno, sempre più frequente, che vede cantieri storicamente impegnati nella vela affacciarsi al mondo del motore. Il primo a giocare su due fronti è stato, guarda caso, Wally con il Wally Tender nel 2002. Il marchio fondato da Luca Bassani (oggi parte di Ferretti Group) è stato il primo anche a comprenderne le potenzialità ancor prima che si verificassero. Bassani non voleva che i suoi armatori di barche importanti si rivolgessero ad altri marchi per l’uso tender. E non è poi trascorso molto tempo perché altri lo seguissero.

Solo un anno più tardi, nel 2003, è stato Massimo Franchini a varare Emozione 55, la prima barca a motore dopo oltre mezzo secolo di vela. In tempi più recenti è stato Cantiere del Pardo a passare dalla parte del motore. Famoso in tutto il mondo per i suoi Grand Soleil con cui ha scritto pagine entusiasmanti della vela italiana, il cantiere ha presentato nel 2017 il primo motoryacht, il Pardo 43. E in appena tre anni la gamma è cresciuta con il Pardo 38, 50 ed Endurance 60 e GT52. Poi è toccato a Solaris (il cantiere già da tempo costruiva yacht a motore per un altro brand) con il Power 55, una lobster che ha visto la collaborazione di Norberto Ferretti. In realtà il cantiere aveva già costruito il 47 Express Cruiser progettato da Bruce King, ma restò un esemplare unico voluto da un armatore.

Ancor più recentemente altri due grandi big della vela hanno compiuto il grande salto con due modelli esposti al recente Salone di Genova: X-Yachts e Nautor’s Swan. Il primo ha presentato l’X-Power 33C mentre per il secondo c’era Shadow (foto sopra), una barca pensata come tender di lusso al seguito dei grandi maxi a vela. Ma non è finita, anche C-Catamarans ha presentato il primo cat a motore, il C-40 Power Fish. Mentre Mylius, giovane cantiere specializzato in fast cruiser a vela, ha appena annunciato il suo primo catamarano a motore seguito da una gamma di power yacht firmata da Giovanni Ceccarelli. Il gruppo Beneteau ha rincorso il mercato della barca a motore che ora è una parte fondamentale del suo fatturato. E questa non è una tendenza relegata ai cantieri, anche gli accessoristi sono coinvolti: Harken ha progettato il winch CLR dedicato al tonneggio anche di yacht a motore fino a 250/300 piedi, mentre Gottifredi Maffioli, tra i leader di mercato nella produzione di cime, ha sviluppato la cime d’ormeggio Evodock adatta ai superyacht, sia a vela che a motore.

E sicuramente scordiamo qualcuno con cui ci scusiamo in anticipo. Soltanto una decina di anni fa nessuno mai avrebbe scommesso su un simile fenomeno, perché di fenomeno ormai si tratta. Ma comanda il mercato, la valenza commerciale con cui non si può discutere, soprattutto quando i “numeri” del settore vela evidenziano un’inferiorità rispetto a quelli del motore e i bilanci aziendali ne diventano vittime...

Opinione

LA NAUTICA DOPO I SALONI AUTUNNALI

di Antonio Vettese

È stata una grande abbuffata, una saga infernale con il Grande Ritorno Alla Religione dell’Evento, che del resto tutti si aspettavano. L’Evento come momento unico di vendita a promozione dello yacht, figlio di una scuola di marketing tutta da verificare ma che ancora piace tanto. E che cosa abbiamo imparato in questo mese di esuberanza, anche etilica. Più o meno quello che sapevamo prima: le buone barche si vendono da sole anche in tempi di lock down: la Confidustria Nautica ha dichiarato una crescita di fatturati che supera il 20%, ovviamente ottenuti nei mesi bui passati sul divano tra le serie Netflix e il tablet con le prove di Vela e Motore e dei suoi concorrenti (magari fossimo soli). Gli espertoni parlano ora di “rifiuto del Web” da parte di larghe fasce della popolazione che è tornata a indossare le scarpe ma ormai il guaio è fatto. I cantieri hanno venduto di tutto e solo qualche inguardabile ciofeca è rimasta sugli scali. La prova? Chi vuole il nuovo deve aspettare. Per questo alla grande rinascita della cantieristica “questa fase è molto meglio di quella vissuta prima di Lehman Brother” dicono in coro gli imprenditori “è una crescita stabile costruita sulla passione e un rinnovata esigenza di barca”. Ecco, in queste parole devono essere il driver per il marketing prossimo venturo. Che non sia una mera lotta a colpi di evento ed advertising ma una battaglia costruita sul prodotto, sulla sua capacità di portare felicità e vacanza per gli armatori. E questa è una partita complessa, fatta di vero design (nel suo significato originale inglese: progetto) e non di ricerca cosmetica. Il pericolo di “deludere” con barche poco marine e servizi post vendita modesti (la più grande richiesta degli armatori è di essere seguiti dopo il varo) è dietro l’angolo. Proprio per questo, per la ricerca di un buon design, abbiamo intervistato in questo numero della rivista due progettisti importanti, Camillo Garroni Carbonara e Lorenzo Argento che esplorano tendenze ed aspirazioni del mercato. Il mondo della nautica da diporto ha bisogno di stabilizzare i risultati, di passare da questa fase di entusiasmo a una matura solidità. Abbiamo già visto l’effetto di questi momenti di grande vendita: chi non riesce a comprare la barca sognata si rivolge a cantieri meno bravi, che di solito offrono progetti di una generazione precedente. Alcuni ottimi, alcuni nascono da carene ben note, magari aggiornate con abilità. Volendo indentificare una tendenza esiste un nuovo mercato che qualche anno fa sembrava improponibile: quello di imbarcazioni a motore con carene nate per navigare dual mode, in dislocamento e in semi planata tra i 9 e i 20 nodi. Ci si porta dietro meno peso motore, meno gasolio, meno rumore. Tutti sanno che anche con meravigliose barche da 40 nodi mica sempre si naviga a tutta birra, a fine stagione le ore motore sono poche, e allora ci sono armatori che considerano altre doti della barca come importanti. Sullo sfondo c’è anche il moloch della parola “sostenibilità” che pesa sulle coscienze e sulle spalle di tutti gli yachtsmen. Eppure siamo gente pulita, soprattutto i velisti, ci portiamo dietro la rumenta, cerchiamo di consumare poco. Ovvio che sostenibilità fa rima con “ibrido”, che soprattutto per gli yacht di grandi dimensioni sta diventando un must. Dove vai se il motore elettrico non ce l’hai?La nuova voglia di barche è stato un boost anche per il mercato dell’usato. Su una barca usata, se ben tenuta, si salta a bordo subito… e si naviga il giorno dopo senza troppe attese, senza concordare lunghe liste di optional, senza dover passare settimane in verifiche e garanzie. Ma anche li le buone barche usate son finite subito e anche questo mercato ha visto crescere le sue pigre quotazioni. Cari amici godiamo con intelligenza il momento d’oro della nautica, usiamo questa crescita per costruire un futuro positivo e luminoso per il nostro mondo di oggetti galleggianti.

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