X-34
Bell’esempio di performance cruiser.
Coperta corsaiola, interni da crociera.
Due cabine e un bagno. Motore Yanmar 20 o 30 cv.
Siamo andati a Barcellona pur di provare il nuovo performance cruiser del
cantiere danese. Merita l’etichetta? Sì. L’ago della bilancia pende più dalla
parte delle performance che da quella della crociera.
Ma non avevamo molti dubbi al riguardo. XYachts ha posto le basi del suo
successo proprio su questa filosofia, barche per la crociera ...
Introduzione
Bell’esempio di performance cruiser.
Coperta corsaiola, interni da crociera.
Due cabine e un bagno. Motore Yanmar 20 o 30 cv.
Siamo andati a Barcellona pur di provare il nuovo performance cruiser del
cantiere danese. Merita l’etichetta? Sì. L’ago della bilancia pende più dalla
parte delle performance che da quella della crociera.
Ma non avevamo molti dubbi al riguardo. XYachts ha posto le basi del suo
successo proprio su questa filosofia, barche per la crociera molto rapide tra
le boe.
L’X-34 muove infatti i primi passi dal famoso X-332, conosciuto e diffuso sui
campi di regata di tutto il Mediterraneo. Nasce come sempre dalle idee di Niels
Jeppesen, ed è la più piccola della sua linea (Performance Cruising), sorella
dell’X-37 e dell’X-40. La barca che più le si avvicina come dimensioni è l’X-35
One Design, ma i due scafi non sono paragonabili. Il 35 nasce per tirate regate
in monotipo, questo per l’Ims e Irc e la crociera.
Progetto
Progetto
Ha quindi una maggior larghezza al galleggiamento, che serve per avere più
stabilità e spostare a poppa il centro di spinta per sostenere un avvolgifiocco
incassato
a prua e infine anche per dare più spazio alle ingombranti e pesanti
attrezzature da crociera, che trovano spesso posto nei gavoni di poppa.
Impressionanti le differenze di peso e piano velico: il 35 OD disloca 4.300 kg
con una zavorra di 1.300 kg; randa e genoa (108%) misurano 40,1 e 33,9 mq. Il
34 disloca invece 5.300 kg con una zavorra di 2.200 kg; randa e genoa (106%)
misurano 38,4 e 27,5 mq. Il 34 è certificato CE in categoria A, ovvero
costruito per navigare con onde alte fino a 7 metri e con venti fino a forza 10
della scala Beaufort.
L’albero di alluminio anodizzato è a due ordini di crocette ed è armato con un
genoa senza sovrapposizione, configurazione più agile in crociera. Un piano
velico che sembra dare le migliori prestazioni in ambito Ims e Irc. E’
disponibile un albero dalle sezioni più rastremate.
Prova
Prova
Non inizia bene, a Barcellona tempo bello ma c’è un forte mare di risacca e
zero vento. A bordo siamo in tre e tentiamo di navigare inseguendo a vista le
rare e deboli raffiche. Sebbene poco divertente, l’X-34 si muove. Basta
pochissimo. E’ già un dato importante.
Poi per fortuna la situazione cambia, il vento sale e il mare si stende.
Iniziamo a fare sul serio quando il vento arriva a 6 nodi. Il passo è rapido,
la pala del timone è molto sensibile ma anche facile da condurre. Stringendo a
45° navighiamo sui 5 nodi di velocità, che diventano 5,5 quando si allarga fino
a 60°.
Il 34 è dotato del barber per il genoa, dal pozzetto è possibile diminuire l’
angolo di incidenza della vela chiudendola verso l’interno della coperta con
una cima che lavora sulla scotta in tensione subito sotto la bugna. Regolando
di fino su questa manovra si riesce a bolinare con angoli migliori. Il vento
sale di un altro nodo, fermandosi intorno ai 7 per la parte finale, e più
divertente, della prova.
Per il lasco issiamo il gennaker. A 90° filiamo a 5,8 nodi, allargando a 135°
rallentiamo a 4,7 nodi per poi risalire a 6,1 quando arriviamo a 170°. C’è
ancora tempo per fare il record di velocità della giornata: una bella raffica
concui arriviamo a 7,1 nodi.
Capitolo motore: il 34 monta di serie lo Yanmar 3YM20C da 20 cv sail drive con
elica standard a 2 pale abbattibili, come optional c’è il 30 cv che ci sentiamo
di consigliare, soprattutto per coloro che prevedono di fare più crociera che
regate. Con il 20 cavalli il regime di crociera è di circa 6,5 nodi a 3.000
giri, la massima è di 7,1. Con i dati forniti da Yanmar a 3.000 giri si
consumano 5 litri/ora, che equivalgono ad un’autonomia di circa 16 ore o 114
miglia.
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